Capitolo 5: La Corsa del Bene e del Male Inizia

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È diventata una di quelle notti. Quelle notti in cui continuo a rigirarmi fino all'alba o fino a che la stanchezza non vince sui miei incubi e sulle mie paure. Ma questa notte è diversa.

Sono passati quattro mesi da quando Percy ha preso il trono; quattro mesi da quando ho perso tutto ciò a cui tenevo di più e le catene intorno ai miei polsi sono diventate le mie uniche compagne. Questa notte c'è una celebrazione sull'Olimpo, per i cattivi. Riesco a sentire la musica echeggiare nel palazzo e, anche se la mia cella si trova sottoterra, nei sotterranei del palazzo, riesco comunque a sentirla, forte e chiara.

La musica e l'aria di festeggiamenti mi ricorda di un tempo precedente, un'altra vita che ho vissuto. Mi sembra come un'altra vita, ma non troppo lontana. Mi ricorda quanto io sia veramente sola e che lo sarò per sempre, finché sarò in vita. E conoscendo Percy, si assicurerà che io viva per molto tempo.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 102

~

L'aveva cercata per quasi un'ora. Ovunque Annabeth fosse, Percy si aspettava che avesse una buona scusa per non essere dove lui aveva bisogno che fosse. Si fermò davanti a una scala stretta che portava alle camere dei servi, ma si ricordò che non l'avrebbe trovata lì. Perché anche se Annabeth era tecnicamente una serva del palazzo, Percy si era assicurato che non passasse lì la sua eternità.

Si incamminò verso i sotterranei dove poteva essere, verso la cella che le aveva assegnato specificatamente a lei. Quando ebbe finito di scendere le scale, si trovò in un corridoio buio, a malapena illuminato, con delle celle che riempivano il muro di sinistra e guardie appostate sul muro di destra. Le guardie lo salutarono mentre gli passava davanti, sbattendo le loro lance contro il freddo pavimenti.

Ignorò gli sguardi d'odio che ricevette da ogni cella occupata. Non gli importava quanto fosse pericoloso o letale il prigioniero dietro le sbarre; Percy era più pericoloso e più letale. Non era colpa sua se loro avevano deciso di infrangere le sue leggi. Era una loro scelta, quindi ne avrebbero sofferto le conseguenze.

Urla di dolore riempivano i sotterranei. Erano le urla di quelli che pativano le punizioni più crudeli che Percy aveva assegnato loro.

I sotterranei si trovavano sottoterra, ma la cella di Annabeth si trovava nel punto più basso del palazzo. Percy dovette scendere altre due rampe di scale prima di raggiungere l'ultimo piano. A quel punto, l'aria era diventata pesante e l'oscurità più potente. L'unica fonte di luce veniva da una piccola lampadina che pendeva dal soffitto della cella di Annabeth.

Non c'era nessuna guardia, era un altro modo di torturarla. Voleva che vedesse l'opportunità di fuggire, voleva che ci pensasse, addirittura che progettasse un piano. Ma sapeva che non avrebbe provato a scappare.

Per prima cosa, ogni notte una guardia sigillava la cella, poi andava via. Ma Percy conosceva Annabeth. Era intelligente, poteva facilmente trovare una falla e scappare, ma non lo avrebbe fatto. Aveva troppa paura di correre un rischio, a differenza della Annabeth che era prima. Percy l'aveva spezzata ed era più che felice di vederla rompere ancora di più.

Si fermò davanti alla cella di Annabeth, la stessa in cui lei e i suoi vecchi amici erano stati rinchiusi, la loro ultima volta insieme. Era un altro dei modi in cui voleva torturarla; cosa c'è di meglio di rinchiuderla nel posto in cui ha visto per l'ultima volta i suoi amici tutti insieme? Lo meritava.

Si aspettava che fosse lì dentro, in attesa di un suo comando, ma non lo era. Ora era furioso. La porta della cella era spalancata e, per qualche motivo, Percy si trovò a entrare. Era uno spazio piccolo e stretto. Non c'erano finestre, solo muri di pietra nera. C'era un letto piccolo e vecchio, che sembrava molto scomodo, con un comodino e c'era un'altra porta, che portava al bagno più piccolo che avesse mai visto.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora