Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]

Capitolo 43: Gli Dèi dell'Oscurità

Percy fissava l'arazzo incredulo, non credeva alla sua fortuna. L'aveva trovata. Aveva finalmente trovato la mappa dei benedetti.

La corona era stata benedetta da tre dèi dell'oscurità e tre dèi della luce. E Tartaro era stato il primo. E la sua era la migliore di tutte le benedizioni: la corona.

Ora era in vantaggio rispetto a Erebo. Anche se Erebo aveva il gioiello oscuro. Se prendeva la corona, Percy sarebbe stato in testa.

Si avvicinò all'arazzo, mettendoci un dito sopra e iniziando a seguire i vari motivi intrecciati. Era bellissimo in tutti i sensi sbagliati. I colori erano troppo luminosi. L'immagine intrecciata era troppo folle. Ma la sua bellezza era dovuta a quanto fosse realistico. Chiunque fosse la persona a cui Alceo aveva ordinato di farlo aveva così tanto talento da poter rappresentare la scena autentica senza averla mai vista. O forse Alceo era stato bravo a descrivere le cose. In ogni caso, l'arazzo aveva raggiunto il suo scopo.

Percy si allontanò dall'arazzo e si girò verso la porticina che la servitù usava per entrare e uscire dalla sala del trono. Oltre a quella porta si trovava il resto degli indizi.

E non c'era tempo da perdere. Neanche un po'.

Percy girò sui tacchi e uscì dalla sala del trono attraverso le grandi porte principali. Quando lo videro, le due guardie appostate all'esterno si raddrizzarono. Le guardò e disse, "Trovate i miei vecchi amici, Colin e Maya. Ditegli di preparare lo zaino per un viaggio, tranne Maya, e di incontrarmi nella sala del trono tra venti minuti. Veloci. Ora." Le guardie annuirono e si inchinarono, lasciando immediatamente i loro posti.

Percy corse nel suo ufficio e lanciò tutto quello che pensava fosse utile in uno zaino.

Sapeva che la mappa li avrebbe portati sotto al castello, verso un posto così antico che non voleva immaginare cosa avrebbe trovato. Ma a giudicare dalla sua ultima avventura in un antico castello sotterraneo, voleva essere completamente pronto questa volta.

Dopo aver lasciato il suo ufficio, scese verso la cucina del castello per prendere la maggior quantità possibile di barrette energetiche e acqua da mettere nello zaino. Poi, si affrettò a tornare nella sala del trono.

Ma Percy non riusciva a smettere di pensare al gioiello oscuro. Anche se fosse riuscito a recuperare la corona, gli sarebbe servito il gioiello oscuro. Quel gioiello era per il suo gruppo di semidei. Il suo popolo. Glielo doveva. Ma quando girò l'angolo e le porte doppie della sala del trono apparvero in fondo al corridoio, seppe che doveva smettere di preoccuparsi del gioiello oscuro per il momento. Non si sarebbe fermato davanti a niente per riprenderlo quando fosse venuto il momento giusto.

Per una volta, i fati dovevano essere dalla sua parte perché trovò tutti i suoi amici pronti e in attesa quando entrò.

Si fermò e studiò i loro visi confusi, le loro espressioni piene di domande con cui lo avrebbero infastidito. "Siete in orario per una volta? E prima di me? Oggi diventa sempre più bello." Percy sorrise andando verso l'arazzo.

"Percy," iniziò Annabeth, mettendosi lo zaino sulle spalle, "Cosa succede?"

Diede le spalle all'arazzo e li guardò. "Ho trovato l'inizio della mappa. La mappa dei benedetti."

"Come?" Chiese velocemente Annabeth.

Percy si lanciò in una spiegazione del sogno avuto nel pomeriggio. Gli raccontò della grotta, della donna misteriosa e di aver riconosciuto la grotta. Spiegò loro dell'arazzo e che credeva che la benedizione di Tartaro fosse la corona. Quando ebbe finito, rimasero in silenzio, con facce sconvolte.

"Lo so che potrebbe essere difficile da credere, ma questa donna misteriosa mi ha detto che la corona è stata forgiata in questa caverna. Questa sostanza, l'ossidiana, appare nell'arazzo esattamente come me l'ha descritta. Alceo ha lasciato un sentiero che conduce alla corona attraverso gli dèi che l'hanno benedetta. Qui è dove inizia il sentiero. Dove la corona è stata forgiata." Finì.