Capitolo 34: Essere Niente.

395 19 5
                                    

Le celle al piano più basso della nave erano progettate per spezzare la volontà dei prigionieri. Incatenata al muro, completamente al buio, con nessuna compagnia se non il suono della nave che ondeggiava, una persona avrebbe perso la testa in poco tempo. Reyna voleva assicurarsi che non succedesse. Era rinchiusa solo da quello che pensava fosse una giorno, eppure le mancava la libertà. Essere imprigionata in quel modo, con le braccia doloranti incatenate sopra di lei, le riportavano dei ricordi che pregava di poter dimenticare un giorno.

Quando era scappata dal campo, la sensazione di libertà che l'aveva avvolta le aveva accecato i sensi. Reyna non aveva pensato, aveva agito senza considerare le conseguenze. Era così sicura di sé che non aveva considerato le conseguenze che avrebbe affrontato facendo arrabbiare Percy.

Odiava quello che aveva fatto alla mamma di Percy. L'aveva rapita durante la notte e tenuta prigioniera per tutto il viaggio. Dopo essere scappata da campo Mezzosangue, era rimasta nel bosco vicino al campo. Era stata fortunata a evitare le guardie mandate da Caino per trovarla. Aveva trovato nel bosco il pegaso con cui aveva viaggiato.

Dopo aver rapito Sally, aveva contattato con un messaggio Iride Hazel, che l'aveva aggiornata su tutto e le aveva detto che stavano navigando verso Sparta. Reyna era partita immediatamente, fermandosi solo dopo aver visto l'armata di Percy, riconoscendola grazie alla bandiera sulla cima della nave. Era il simbolo di Percy, un tridente in fiamme.

Reyna avrebbe resistito. Avrebbe lottato. Ma quando aveva sentito l'ordine di Percy e aver visto lo sguardo infernale nei suoi occhi, aveva capito che avrebbe fallito. Sapeva che non avrebbe esitato a tagliarle la gola e gettare il suo corpo nell'oceano. Si chiedeva continuamente che cosa le avrebbe fatto e si odiava per essere così terrorizzata da lui, il suo potere, la sua rabbia, la sua crudeltà.

Davanti a lui, era debole e senza speranza. Fuori allenamento e senza poteri. Non le avevano dato cibo o acqua, probabilmente per ordine di Percy. Stava morendo di fame e, prima o poi, il dolore sarebbe diventato insopportabile.

Sopra di lei, sentì dei passi che la fecero raddrizzare. Il suono divenne più forte e capì di avere compagnia quando una luce debole apparve davanti a lei. I passi si avvicinarono e la luce, che ora Reyna aveva capito essere una torcia, rivelarono le scale che il visitatore stava scendendo.

Finalmente riuscì a vedere quanto fosse piccola la cella in cui si trovava. Da dove era seduta, incatenata al muro, le sue gambe erano a pochi centimetri dalle sbarre.

Il visitatore si fermò davanti alle sbarre e infilò la torcia in un piccolo cerchio di metallo attaccato al muro. Ora Reyna poteva vedere perfettamente chi era arrivato. Percy.

Come al solito, indossava solo nero e Reyna non vedeva alcun segno di un'arma, ma sapeva di non doverlo sottovalutare. La sua espressione era vuota, non mostrava alcun segno della rabbia e del potere che ribollivano sempre dentro di lui.

"Non capisco," iniziò Reyna, "Perché l'oscurità totale?"

Percy fece un sorrisetto e alzò le spalle. "Mi piace."

"Non mi sorprende. Queste messe in scena sono tutto ciò che sai fare."

Percy inclinò la testa, mantenendo il sorrisetto. "Hai paura dell'oscurità, Reyna?"

"No," disse ed era vero. "Ma non capisco perché ti affascini."

"È misteriosa, liberante e giusta. Ma è anche potente se arrabbiata o ferita." Spiegò.

"Giusta?! Non c'è niente di giusto in quella maledetta oscurità che predichi e pratichi!"

"Rispondimi, Reyna, che cosa c'è di così sbagliato in un semidio libero di prendere le sue decisioni e fare le sue scelte, nel vivere come vuole, nel riuscire a usare al meglio i propri poteri? Tutto ciò che gli dèi hanno mai fatto è stato mandarci a fare i loro compiti e non abbiamo mai ricevuto niente in cambio. Semidei innocenti sono morti durante delle imprese per quei bastardi. Ma cosa ne sai tu, sei sempre stata la piccola semidea buona che faceva il loro volere e gestiva campo Giove per loro." Spiegò Percy con un'espressione illeggibile nonostante l'evidente rabbia nella sua voce.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora