Capitolo 2: Il Campo degli Schiavi.

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Come può una persona amare qualcosa che è fatta solo per corromperla, per distruggerla, per spezzare tutto ciò che la rende completa e felice? Come? È questa la domanda che mi facevo ogni giorno. Lui è oscuro e spietato. Toglie una vita senza esitazione, sparge sangue e lo chiama "giustizia". Come? Come posso credere ancora in qualcuno come lui? Come posso amare qualcuno che mi ha portato via tutti quelli a cui voglio bene? È perché lui è rimasto? Ma l'uomo che amo non è andato perso dentro l'uomo che ho visto diventare corrotto? Non lo so. Non so la risposta alla mia domanda. E forse non lo saprò mai. Forse neanche c'è una risposta.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 243

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Il calore era aumentato insopportabilmente, ma non c'era niente che potesse fare a riguardo. Anche la sua sete era cresciuta, ma non poteva fare niente neanche riguardo a quello. I semidei svenivano davanti ai suoi occhi per la stanchezza e lei li guardava mentre venivano picchiati, ma non poteva fare niente. Semidei innocenti morivano ogni giorno, ma lei non poteva fare niente. Non c'era niente che lei potesse fare contro la distruzione del suo mondo. Non poteva fare altro che aspettare. Aspettare la sua morte o la sua libertà. E per Hazel Lavesque morte e libertà erano diventate la stessa cosa.

Hazel si trovava sotto il caldo cocente da sei ore, a lavorare nei campi di fragole. Doveva continuare a lavorare fino al tramonto, che era a ore di distanza. Voleva che finisse. Voleva poter lasciar cadere il cesto di fragole e sdraiarsi sull'erba a godersi la bellezza del campo davanti a lei. Ma considerare ciò che la circondava bello? Per lei questo era un crimine. Era tutt'altro che bello. Al suo fianco, centinaia di semidei lavoravano mentre le guardie mandate dall'inferno, con le fruste già grondanti di sangue, li schernivano. Chiunque avesse mostrato il minimo segno di stanchezza o avesse rallentato, sarebbe stato frustato. Quelli che svenivano per il caldo, venivano frustati. Quelli che osavano lamentarsi o resistere, andavano incontro a una morte lenta e dolorosa.

Queste guardie li frustavano perché stavano eseguendo degli ordini. Gli ordini di un uomo il cui nome Hazel non riusciva più a pronunciare senza che la paura le riempisse e imprigionasse il cuore; un uomo che una volta Hazel chiamava amico, ma per cui ora il nome "assassino" non era più abbastanza. Hazel sentì di soffocare al solo pensiero di lui; riusciva a sentire la stanchezza pesarle sulle spalle, uccidendola dall'interno. Ma non osava fermarsi o rallentare. Continuò a lavorare, cogliendo le fragole una dopo l'altra, ignorando il calore che batteva su di lei con tanta forza. Se solo le fosse stata concessa una pausa per bere... No. Non le era permesso, non fino al tramonto, quando avrebbe potuto finalmente riposare, quando avrebbe potuto finalmente sentirsi di nuovo un essere umano.

Cinque anni. A Hazel sembrava essere passata una vita da quando aveva perso la sua libertà e aveva deluso quelli che si affidavano a lei per essere salvati. Aveva preso decisioni stupide, affollate di amore e senso di colpa, non logica. Per tutto il tempo lo aveva saputo, dentro di sé, nella parte più profonda della sua mente, aveva saputo di non fare la cosa giusta. Eppure aveva continuato a cercare scuse per dare a Percy un'altra occasione e troppe volte le aveva dimostrato ciò che temeva. Non voleva essere salvato. Non c'era mai stato niente che potesse fare.

Se Hazel avesse potuto vedere di nuovo Percy, lo avrebbe ucciso, senza un attimo di esitazione, e nel frattempo avrebbe anche salvato Annabeth. Annabeth. Hazel non aveva saputo niente di lei durante gli ultimi cinque anni. Quando ogni anno il campo mandava un buon numero di schiavi a servire Percy e questi tornavano l'anno successivo, Hazel li confrontava immediatamente nel tentativo di ottenere la minima informazione. Ma tutti le dicevano sempre la stessa cosa "È viva. Sembra in salute. Ma non le abbiamo mai parlato, non l'abbiamo quasi mai vista. Quelle poche volte che la vedevamo era con lei. Ovunque va lui, lei lo segue."

Hazel semplicemente si rifiutava di credere che Percy non avesse ferito in alcun modo Annabeth, anche se non aveva lividi evidenti o cicatrici. Era un mostro, poteva averla torturata mentalmente, poteva averla fatta impazzire.

Un semidio si scontrò accidentalmente con Hazel, facendola barcollare all'indietro di qualche passo senza cadere. Era così persa nei suoi pensieri che aveva iniziato a rallentare. Per fortuna, le guardie di turno non si erano accorte di niente, quindi Hazel tornò immediatamente al lavoro.

"Scusa." Sussurrò il ragazzo vicino a lei.

"Non ti preoccupare, siamo tutti stanchi." Sussurrò in risposta Hazel, lanciando un'occhiata verso di lui.

Ma il suo sorriso svanì dal suo viso appena vide chi fosse. Jason. Gli aveva a malapena detto una parola da quando Percy era stato incoronato re. In realtà, nessuno gli rivolgeva mai la parola. Neanche un semidio. Piper fingeva che neanche esistesse. Certo, Hazel e i suoi amici erano tutti da incolpare per la vittoria di Percy, ma Jason aveva preso la maggior parte di quel peso. I semidei lo vedevano come un codardo che aveva troppa paura di uccidere Percy o di essere ucciso lui stesso. Hazel non lo biasimava per aver avuto paura, ma con lui erano stati sconfitti entrambi i campi. Perfino Leo, Frank e Reyna lo ignoravano. La verità era che si ignoravano a vicenda.

Chiamarli "amici" era sbagliato. Si erano tutti allontanati, erano come fantasmi per tutti quelli intorno a loro. I semidei non volevano niente a che fare con loro e loro non volevano niente a che fare l'uno con l'altro, tutto qui. L'unica persona che era rimasta nella sua vita, l'unica persona con cui parlava era Frank. Ma anche la loro relazione era ammaccata e ferita dal passato, ferite che non smettevano mai di infestarla ogni volta che gli parlava.

Gli altri? Probabilmente Hazel aveva detto loro una o due parole negli ultimi cinque anni. Le cose stavano come stavano e come sarebbero sempre state. 

Spostò lo sguardo da Jason e tornò al lavoro, contando le ore che mancavano al momento in cui avrebbe potuto finalmente riposare.


A/N:

Lo so che questo capitolo è davvero corto, ma i primi saranno tutti simili a questo prima di entrare davvero nel vivo della storia.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora