Capitolo 18

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"Giorgia!"- sento Thomas chiamarmi mentre corro.

I miei piedi, e quelli dei due radurai che mi stanno inseguendo, sbattono contro la terra dura e compatta pestando i corti fili d'erba che si sono creati negli anni.

Destra.

Sinistra.

Dritto.

Dico ricordandomi la strada mentre guardo i pezzi d'edera intorno a me che ha tagliato Minho per segnare la strada e per ritrovare la via del ritorno.

I muri non si dovrebbero muovere di giorno quindi dovrebbe essere facile trovare la strada per ritornare alla radura.

Destra.

Sinistra.

Dritto.

Di nuovo destra.

Dritto.

Angolo.

Ripercorro la strada a ritroso cercando di non cadere nelle numerose scaffe che si possono incontrare per strada.

Dietro di me la voce dei due radurai che mi inseguono mentre richiamano il mio nome continua a rimbombarmi nella testa arrivando a provocarmi un bel mal di testa acuto di secondo grado che mi tormenterà per tutto il giorno ed oltre.

Non so perché,ma il fatto che sento le loro voci così lontane,mi fa pensare che forse non sono tanto veloci come vogliono fare credere e questa cosa mi fa sentire orgogliosa di me stessa.

Faccio finta di ignorare il dolore che sento alle gambe ed i tendini irrigidirsi ogni volta che faccio un altro passo a causa della corsa.

Faccio un bel respiro.

Sono quasi arrivata davanti al muro che mi porterà da mio fratello Newt.

Sono ad un passo dall'angolo per ritrovare davanti ai miei occhi il bellissimo verde della radura, con i radurai al loro interno intenti a lavorare o a perdere tempo con le chiacchiere.

Ma quando svolto l'angolo quello che mi si para davanti mi fa gelare il sangue che pompa nella mie vene.

Mi si blocca il respiro mentre i miei occhi si vanno a posare ovunque per capire cosa è successo.

"Non è possibile"- sussurro inorridita dal pensiero che potremmo passare il resto dei nostri giorni chiusi nel labirinto a farci mangiare dai Dolenti.

Il lontananza vedo Thomas e Minho che continuano a correre ignari di quello che si cela dietro a quell'angolo.

Gli vorrei gridare di ritornare indietro per non far vedere loro l'orrenda sensazione che provo vedendo quello che mi si para davanti.

I muri sono chiusi.

"Giorgia"- dice Thomas in un sussurro urlato mentre cerca di riprendere fiato.

Il suo tono di voce sembra quasi sollevato mentre delle gocce di sudore gli scendono sulla fronte ,forse perché non ha visto che i muri sono chiusi e che probabilmente non torneremo più nella radura.

Il mio sguardo si posa su Minho, che sembra fresco come se non avesse corso per quasi tutto il labirinto, il suo viso è contratto in una smorfia disgustata e sorpresa.

Lo vedo deglutire cercando di non fare rumore mentre i suoi occhi si posano su di me.

Il suo respiro caldo diventa di nuovo affannato ed irregolare e si inumidisce le labbra cercando di non far trasparire quanto è nervoso.

Mi giro alla mia destra ed in seguito poso il mio sguardo sugli occhi sgranati di Thomas che ha appena realizzato quello a cui non riusciamo a dare una spiegazione.

L'aria tra di noi è soffocante e la tensione di potrebbe tagliare con il coltello.

I nostri muscoli sono contratti mentre le nostre vene pompano sangue all'impazzata.

"Ma come è possibile"- esclama Thomas mentre guarda spaventato il muro chiuso davanti a noi

"Non è ho idea"- risponde Minho con la stessa espressione mentre gli dà una risposta come se quella che ha detto Thomas non fosse un'affermazione ma una domanda.

Ok,calma e sangue freddo.

"Ok,calmiamoci tutti"- esordisco cercando di non far tremare la voce per sembrare il più coraggiosa possibile.

"Calmarci?
Tu mi vieni a dire di calmarci?"- urla Thomas in preda al panico mentre con un dito si indica il petto e si allontana di qualche passo da me.

Ha bisogno di aria,lo capisco.

Subito Minho scatta nella direzione del suo migliore amico.

Lo guarda attentamente negli occhi mentre le sue mani si poggiano con violenza sulle spalle di Thomas che cerca di prendere fiato e calmarsi da quell'attacco di panico che sta avendo.

Decido di lasciarli un attimo da soli,un pò di tempo per una pausa non fa male a nessuno.

Comincio a camminare senza una meta.

Come è possibile che i muri si siano chiusi.

Deve per forza essere successo qualcosa.

Perché se noi siamo chiusi fuori dalla radura,i nostri amici ne sono rimasti intrappolati.

Mi perdo nei miei pensieri facendomi mille domande sul perché,sul come,sul cosa e sulle possibili soluzioni da adottare.

E se fosse colpa mia?

Ma cosa dici Giorgia! Ormai è sempre colpa tua.

Sei tu la colpevole di tutto.

I sensi di colpa di fanno strada nel mio petto creandomi in senso di vuoto e di pesantezza che riesco facilmente ad atterrare per poter pensare ad altro,ora come non mai ho bisogno di essere lucida e di pensare concretamente.

E se fosse per il biglietto?

Il bigliettino diceva:

Lei non deve saperlo.
Lei è speciale.
Lei è il soggetto migliore.
Lei non deve essere stressata o sottoposta a cose troppo pericolose.

Quando dice che non devo essere stressata, o sottoposta a cose troppo pericolose, intende che non dovevo andare nel labirinto.

Tana dei dolenti.

Quando la mia testa ha focalizzato bene dove eravamo pochi istanti prima, automaticamente il mio subinconscio ha creato una specie di sogno, che sembrava di più un ricordo... è sono certa che sia un ricordo.

Il ricordo diceva che Newt è mio fratello e che per uscire dal labirinto ci voleva una tana ma prima bisogna trovare un codice.

Mi fermo sul posto di scatto quando capisco quello che ho capito.

So come uscire dal labirinto.

Devo dirlo subito a Thomas ed a Minho e nel frattempo cercare un modo per uscire da questa gabbia di matti.

E se la chiusura delle porte fosse anche per questo?

Se è colpa di quella specie di flashback che ho avuto prima che le porte si sono chiuse?

Perché l'hanno fatto?

Bhe, credo che la risposta sia semplice.

Non vogliono che usciamo dal labirinto.

O meglio vogliono che usciamo ma non ora,deve succedere ancora qualcosa di cui siamo all'oscuro ed io, insieme ai miei amici,lo scoprirò.

Velocista || Minho Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora