Capitolo 32

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Non temete della morte,ma abbiate paura di vivere

Buio.

Solo buio.

Solo buio vedono i miei occhi.

Vuoto.

Solo vuoto.

Solo vuoto negli occhi degli altri radurai.

Confusione.

Solo confusione.

Solo confusione nei visi dei miei amici che cercano soltanto una via d'uscita.

Freddo.

Solo freddo.

Solo freddo in quella tana che ci potrebbe portare alla vita,o alla morte.

Speranza.

Solo speranza.

Solo speranza in quegli sguardi spenti.

"Dove siamo finiti?"- un raduraio ha avuto il coraggio di parlare dentro quella tana buia e fredda come gli scienziati che ci hanno messi dentro.

Li odio a morte potrebbero avere un briciolo di compassione, volevamo solo avere una famiglia, qualcuno da amare, degli amici di cui fidarsi, un lavoro che ti procura soldi per vivere da solo, volevamo solo vivere ma anche questo ci è stato tolto.

Siamo solo ragazzi che cercano la vita, la cercano negli angoli del mondo, dentro le scarpe, negli occhi delle altre persone, le cercano nei cassetti vuoti e logorati, nei vestiti mai usati, dentro alle pagine di libri, cercando tra le righe la nostra vita.

"Siamo morti"- sussurra un altro ragazzo per paura di essere sentito.

I mormorii di paura e di panico riecheggiano nella roccia di quella stanza che aspetta solo di essere abbandonata.

"C'è freddo"-mormora un ragazzo minuto che cerca di farsi calore da solo.

"Non sento le dita"-lo segue a ruota l'altro che si strofina le mani per procurarsi calore, come stiamo facendo tutti qui dentro.

"Lo sapevo che dovevamo rimanere sopra ,dalle nostre case in mezzo alla radura, dove siamo cresciuti"- rimpiange un altro ragazzo in preda al panico e alla paura.

I respiri sono affannati ,dalle nostre bocche escono piccoli sospiri di gelo, una nebbiolina che ti solletica il viso.

Cerco con lo sguardo i miei amici,la mia famiglia.

"Di qua!"- grida la voce di Thomas che sembra aver trovato qualcosa.

Ci mettiamo a correre in un corridoio poco illuminato e senza vita per poi arrivare ad una porta.

Minho grida ad alta voce il codice nascosto e segreto che hanno trovato nei labirinti.

Teresa cerca di aprire la pesante porta che probabilmente ci porterà alla morte.

"C'è qualcosa di strano"- esordisco io quando comincio a far girare le ruote del mio piccolo cervello che sforna sempre buone e intelligenti idee,alle volte suicide.

Nessuno sembra sentirmi, sono tutti tropo impegnati a passare attraverso quella porta come se fosse la loro ultima salvezza, probabilmente lo è.

Minho prende la mia mano e varca insieme a me quella pesante e logora porta,che sembra portare ad un girone dell'inferno.

Luci bianche ed apatiche ci investono come climatizzatori a caldo in un pomeriggio d'estate.

"Ma che Caspio"- mormora il mio ragazzo quando siamo passati attraverso quella porta, con una mano davanti agli occhi per coprirsi da quella luce accecante.

"Sono loro"- dico quando un gruppo di scienziati dietro ad uno specchio che scrivono qualcosa sul computer davanti alla loro scrivania.

Ci guardano.

Ci studiano.

Ci analizzano come se avessero appena sfornato qualcosa di impensabile.

A quanto pare siamo ancora degli esperimenti per loro.

Tutto quello che abbiamo di speciale è uscito da una boccetta magica.

"Salve ragazzi e ragazze"- una donna alta,slanciata e con un fisico da fare invidia a tutti, ci saluta come se fossimo amici di vecchia data.

"Ciao Teresa.
Ciao Thomas, è un vero piacere rivedervi"- si rivolge alla coppia come se si fossero sentiti fino all'altro giorno.

"Chi diavolo sei?"- sbotta Thomas mentre stringe i pugni con forza,con le braccia distese lungo i fianchi.

Teresa la guarda con disprezzo,quasi si ricordasse di lei.

"Oh, andiamo non siate così timidi e mal fermi."- li rimprovera la signora,come se gli dovessimo fare rispetto.

I due continuano a guardarla come se non si fossero mai visti ma provassero, lo stesso, repulsione nei suoi confronti.

"Oh, Giorgia"-si riferisce a me come se non mi abbia visto arrivare.

"Mi sei mancata tanto.
Vedo che sei sempre insieme a Minho!
Sono contenta che il vostro amore sia sbocciato anche dentro il labirinto"- dice come se fosse un insulto e con una faccia disgustata dall'amore,o forse sono io a farle questo effetto.

La guardo da capo a piedi senza dire una parola,sono troppo stanca per ribattere...voglio solo dormire.

"Lasciate che mi presenti.
Io sono la dottoressa Lyell e vi ho spediti nel labirinto per trovare una cura contro l'eruzione,un virus che sta ancora uccidendo migliaia di persone."- dice riferendosi a noi per poi procedere verso un corridoio bianco.

Subito dopo siamo nelle nostre stanze.

Mi distendo in quel letto freddo e rigido ma terribilmente comodo.

La mia mente comincia a vagare mente i miei occhi cercano di chiudersi.

Il buio della stanza mi ricopre come se fosse la mia coperta personale.

Ho sempre pensato che fossi stata io la protagonista della mia storia,invece sono solo una spettatrice di quello che mi succede intorno, una di quelle che commenta in modo sarcastico e cerca sempre una via di fuga dal buio.

Mi sono vista sempre come quella ragazza che si accontenta di tutto,che le piacciono i cerotti colorati e con tante fantasie,che le piace mangiare,che le piace vivere la vita, non avrei mai immaginato che, invece, fosse tutto il contrario.

La mia anima è scura.

La mia anima è fatta urla,graffi e colpi di coltello che ti affondano nella schiena fino a toccarti il cuore,per fartelo sanguinare.

I miei occhi, che pensavo fossero fatti di speranza e saggezza, invece sono vuoti e freddi come l'inferno.

Ho sempre visto l'inferno come un posto caldo,con fiamme talmente alte in cui la gente rischia di bruciarsi le braccia e l'anima, mentre adesso penso che l'inferno sia fatto di ghiaccio,come le anime che ci abitano, pieno di stalattiti che penzolano dal soffitto e gente che si brucia con la neve perché è troppo fredda,gelata al tatto.

Non avrei mai pensato che, invece, l'inferno ero proprio io.

Velocista || Minho Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora