Roma, 10 ottobre 1941
La Capitale era stata rimessa a nuovo, anche troppo per i gusti di chi, come Annalisa Belmonte e suo fratello Tiberio, veniva dalla provincia: inseguendo il sogno - o meglio la fissazione - di rievocare l'Impero Romano, Mussolini aveva ordinato, negli ultimi vent'anni, la demolizione di interi quartieri per creare il vuoto intorno ai monumenti, per esaltarli, o almeno così diceva.
Il tutto senza resistere a farne costruire di nuovi: all'EUR, il quartiere in costruzione per l'Esposizione Universale del 1942, si ergeva il Palazzo della Civiltà Romana, soprannominato "Colosseo Quadrato" perché gareggiava in imponenza con l'Anfiteatro Flavio, ma Tiberio sosteneva che non avesse un dodicesimo della storia del monumento più famoso dell'Urbe.
Gli sfollati dei luoghi demoliti erano stati tutti trasferiti nella periferia est della città, in un complesso popolare chiamato Quarticciolo: Annalisa non ci era mai andata; Orlando Neri, il suo produttore, diceva che una signorina, una stella nascente come lei, non poteva andarsene in giro da sola fin laggiù.
Sapeva dire sempre la cosa giusta al momento giusto, quell'uomo: aveva trent'anni, i capelli castani e gli occhi nocciola, era entrato giovanissimo all'EIAR e si era innamorato immediatamente della voce di Annalisa; grazie a lui la ragazza aveva inciso il suo primo singolo, "Nel mio piccolo cuore", scritta per lei proprio da Neri.
La giovane era talmente entusiasta di lui da averlo presentato al fratello e ai cugini Cesare e Luciana, venuti anche loro a Roma a inseguire i rispettivi sogni, uno in Polizia e l'altra all'Università La Sapienza; di tanto in tanto vedeva anche l'amica Iris Cataldo, ormai ingioiellata donna del gerarca Menotti, circondato come sempre dai fratelli Filomusi, che dai tempi di San Felice Circeo quel loro terzetto non sembrava cambiato di una virgola.
Era prevalentemente Tiberio ad entrare in contatto con lei; era convinta che suo fratello fosse sempre stato innamorato della ex commessa del forno del loro paese natale, sebbene proprio due anni prima avesse scelto di passare il resto della vita con Rinaldo Marini, promessa che poi aveva infranto.
Annalisa non la giudicava per ciò che aveva fatto; dopotutto Menotti aveva fatto leva sul punto debole della ragazza: il ritrovamento del suo padre naturale, il turista americano.
Iris aveva detto a Tiberio che si chiamava Richard Carter, che aveva già una famiglia e che vivevano da qualche parte oltreoceano; la giovane Belmonte stava pensando proprio a questo racconto, quel pomeriggio al Caffè Greco, un prestigioso luogo di ritrovo a Via del Corso: stava sorseggiando una cioccolata in compagnia del suo produttore, che sebbene stesse scrivendo qualcosa che Annalisa non capiva, rimase stupito dal silenzio della ragazza, di solito sempre ciarliera.
<< Spero che tu non abbia perso la voce, altrimenti come farai con le nuove canzoni? >> la richiamò.
La giovane gli rivolse uno sguardo ceruleo sbigottito.
<< Oh, scusa. Pensavo a una cosa che mi ha detto mio fratello. Parlavamo di una nostra vecchia amica, che non è molto felice... >> sospirò lei, disegnando simboli a caso con le dita, sul tavolino intorno al quale sedevano.
<< Vediamo se indovino... È una povera giovane massaia sposata con uno squadrista, con i figli Balilla e le figlie Piccole Italiane! >> provò lui, pensando di averci preso.
<< È giovane sì, ma non è sposata. L'uomo che l'ha portata qui era un pezzo grosso, a San Felice Circeo. Si chiama Gianfranco Menotti, sicuramente lo conosci... >> rispose l'una.
<< Come non conoscerlo? Si mette sempre in mostra, quello lì. Con i suoi due spalloni poi, scortato che neanche fosse il Duce in persona... >> cominciò ad imitarlo l'altro, strappando un mesto sorriso alla sua interlocutrice.
<< Claudio e Mario Filomusi erano miei amici, una volta. Eravamo tutti amici, prima della guerra. Oddio, quei due già subivano il fascino di Menotti, ma mai si sarebbero sognati di lasciare il signor Oreste, ed Elsa, e Maurizio... >> ricordò la prima, abbandonandosi a dolci ricordi di un tempo che sembrava lontanissimo.
<< Cosa ha detto a loro, e alla tua amica, per portarli con lui fin qui? >> chiese il secondo, sinceramente incuriosito. Si era accorto in quel momento di sapere molto poco della vita della cantante di cui seguiva la carriera.
<< A loro, che gli avrebbe fatto fare carriera. A lei, che le avrebbe presentato suo padre, Richard Carter il turista americano... >> confessò Annalisa. Non si conoscevano da molto, ma sentiva che a Neri poteva dire tutto; quell'uomo le apriva il cuore, quel cuore pieno d'amore di cui parlava nella sua canzone.
<< Vuoi la verità? Non lo incontrerà mai, non con l'aiuto di Menotti almeno >> sentenziò questi.
Ma quando si accorse che la cantante lo aveva guardato con aria sconvolta, capì di essere stato troppo duro e schietto.
<< Dovrebbe chiedere l'aiuto di qualcun altro. Ma non di quell'uomo: si vede benissimo che l'ha condotta a Roma con l'inganno... >> si corresse allora.
<< Iris amava Rinaldo, non l'avrebbe mai lasciato. Anche se lui ormai si faceva vedere solo con Giada Spinelli. La conosci? >> ammise Annalisa.
<< Conosco la sua famiglia. E conosco il fidanzato di lei, Giovanni Medina. Io te lo dico, ma non rivelarlo a persone di cui non ti fidi ciecamente: ha lavorato con me e altri ragazzi a un mio progetto, Radio Libertà >> gli confidò Orlando.
<< Radio Libertà? >> chiese incuriosita l'artista.
<< Modestamente, l'emittente più antifascista che ci sia! >> ammiccò il discografico.
<< E lavori all'EIAR? Non ti hanno scoperto? >> fece meravigliata lei.
<< Diciamo che non se ne accorge nessuno. Così come non si è mai accorto nessuno che odio dare del "voi". E nemmeno il "lei" mi fa impazzire. Ma lo avrai notato anche tu... >> sorrise soddisfatto lui.
Annalisa pensò che avesse il sorriso più bello del mondo.
<< Sì, l'ho notato... >> ricambiò il sorriso la giovane.
Si era scelta una vera e propria testa calda, come produttore e come oggetto del desiderio: ma non si pentiva affatto di questa sua scelta.
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Storia d'amore e di guerra - Il conflitto
Historical FictionSan Felice Circeo, 1941. Rinaldo Marini, rimasto orfano di padre, torna al paese e scopre che tra Giada ed Enrico c'è una forte intesa. Iris Cataldo, pentita per aver seguito Gianfranco Menotti a Roma, cerca di mettersi in contatto con Cesare Belmon...