Con le parole dei fratelli Filomusi che ancora gli rimbombavano nella testa, Rinaldo si incamminò a grandi falcate verso i Cantieri Navali Belmonte: l'idea che Enrico avesse approfittato della sua assenza per mettere le mani su Giada gli faceva ribollire il sangue nelle vene; ricordava ancora quando, tre anni prima, la Spinelli gli aveva chiesto di non morire, di tornare da lei, mentre ballavano sulle note di "Over the rainbow".
Intanto dalla spiaggia, dalle case, dai tavoli esterni del bar, gli abitanti di San Felice Circeo si affacciavano per vedere ciò che tutti si aspettavano e che stava per avvenire: un regolamento di conti tra Enrico Belmonte e Rinaldo Marini.
I fratelli, gli amici inseparabili, che Giada Spinelli da Roma era riuscita a dividere.
Non appena lo videro arrivare, le operaie dei cantieri navali si guardarono nervosamente, come se percepissero l'incombere di una minaccia.
<< Rinaldo! Ma quando sei tornato? >> domandò Agnese Romano, vedendolo arrivare.
<< Dov'è Enrico? >> esordì deciso Marini.
<< Rinaldo, non avrai mica in mente di... >> indovinò l'operaia.
<< Vi ho chiesto dov'è Enrico! >> insistette.
<< Ai telai >> dovette ammettere la donna, mentre Rinaldo si precipitava dentro.
<< Complimenti, eh... Hai proprio messo le mani in pasta! >> cominciò, non appena se lo ritrovò davanti.
<< Infatti, ho anche condotto uno sciopero! Mancavi solo tu ad assistere a questo spettacolo... >> ribatté Belmonte, mentre l'amico gli si piazzava davanti.
<< E Giada? Ha assistito Giada a questo spettacolo? >> continuò questi, sgranando gli occhi come un pazzo.
<< Rinaldo, ma che stai dicendo? >> chiese a quel punto Enrico.
<< Oppure ha fatto direttamente da attrice protagonista, magari nel tuo letto? >> proseguì l'uno, con la rabbia che gli montava dentro come l'alta marea.
<< Beh, di certo non poteva stare ad aspettare te! >> esclamò l'altro, capendo dove Marini voleva arrivare.
<< Lo sapevi quanto fosse importante... >> dichiarò il primo, tirando un pugno al secondo in piena faccia.
Alcune delle presenti soffocarono delle grida.
Enrico si mise una mano sul naso, si accorse che gli usciva il sangue: non tardò così a rispondere al colpo.
<< Almeno io non avevo una situazione complicata quanto la tua! E ti vorrei ricordare che l'ho vista prima io! >> rimbeccò, mentre gli restituiva il pugno.
Destati dalle grida, anche il ragionier Olivieri e la segretaria Silvia Bigazzi uscirono dai rispettivi uffici per venire a vedere quello scempio che aspettava solo di verificarsi.
<< Ma che state facendo? Fermatevi! >> fece la voce di Giada sull'uscio, mentre accorreva per separare i suoi due spasimanti.
<< Togliti, Giada! È una questione tra di noi... >> cercò di allontanarla Belmonte.
<< È me che riguarda la vostra questione! Meno male che Elsa mi ha avvertita, altrimenti all'ospedale di Terracina vi avrei ritrovati! >> insistette la Spinelli, continuando a tenerli divisi.
<< Perché hai scelto lui? Perché non hai mantenuto fede alla nostra promessa? >> le rinfacciò Rinaldo.
<< Avevi una situazione complicata, cazzo! >> gli disse finalmente la ragazza, dopo tre anni che si teneva dentro una confessione simile.
<< Benissimo, allora l'uomo dalla situazione complicata toglie il disturbo! >> decise Marini, guardando prima l'una, poi l'altro prima di girare i tacchi e lasciare i cantieri navali, tra lo sgomento dei presenti.
<< Rinaldo! Rinaldo, ma ti vuoi fermare? >> gli corse dietro Giada.
I compaesani nel ragazzo, tornati momentaneamente alle loro attività, si precipitarono nuovamente fuori per vedere il seguito di quel dramma della gelosia.
<< Rinaldo, fermati subito! >> impose la ragazza, così da costringerlo ad ascoltarla.
<< Che vuoi da me, Giada? Mi pare che tu abbia fatto la tua scelta! >> le rispose bruscamente lui.
<< Sei tu che mi ci hai costretta! Ti ci è voluta la fuga di Iris con Menotti per farti dare una mossa, e non hai mai sfruttato l'occasione. Enrico invece era qui, si è preoccupato di non farmi fare una cazzata colossale raggiungendo Giovanni a Parigi, e se vuoi saperlo sì, siamo stati a letto insieme, più e più volte! >> replicò lei, alzando la voce.
<< Scusa se ero in giro a cercare di salvare quel che resta del nostro Paese! >> controbattè l'uno.
<< Non ti ha ordinato il medico di fare la guerriglia nei boschi. Potevi lasciar fare Tiberio e la buonanima di Maurizio, e tornartene qui >> puntualizzò l'altra, incrociando le braccia sul petto come a volerlo sfidare.
<< Ma cerca di fare pace col cervello, Giada! >> concluse il giovane, voltando le spalle e lasciandola sola sulla strada che dai cantieri navali portava alla piazza principale del paese.
La ragazza batté i piedi per sfogare la rabbia, poi corse fino alla villa: aveva bisogno di stare da sola, al riparo dai pettegolezzi che sicuramente l'avrebbero vista protagonista assoluta.
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Storia d'amore e di guerra - Il conflitto
Ficción históricaSan Felice Circeo, 1941. Rinaldo Marini, rimasto orfano di padre, torna al paese e scopre che tra Giada ed Enrico c'è una forte intesa. Iris Cataldo, pentita per aver seguito Gianfranco Menotti a Roma, cerca di mettersi in contatto con Cesare Belmon...