La prima donna ingegnere

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Roma, 15 ottobre 1941

All'università La Sapienza c'era come sempre una gran folla, quasi tutta composta da uomini, come ad ogni inizio dei corsi; Luciana Belmonte osservava gli sguardi fissi su di lei di tutti coloro che le passavano accanto, per le strade della città universitaria: immaginava che una donna avrebbe suscitato scalpore, specialmente se si fosse venuto a sapere che intendeva frequentare la facoltà di Ingegneria.
Sentiva ancora nelle orecchie le parole di sua madre: secondo la contessa Livia Meridiani-Stenzi in Belmonte, le ragazze a un certo punto della loro vita dovevano solo cominciare a mettersi in mostra per trovare marito e sistemarsi.
Cercò di non farsi condizionare da quegli orizzonti così limitati, mentre varcava la soglia della segreteria, dove si era presentata con i moduli d'iscrizione sottobraccio: non appena si presentò davanti all'addetta, questa la squadrò come se avesse visto un iscritto al Partito Comunista.
<< Buongiorno... >> la salutò educatamente.
La segretaria abbassò leggermente gli occhiali rettangolari e la guardò dal basso verso l'alto.
<< State cercando il vostro fidanzato o vostro marito? >> le domandò.
<< Veramente sono venuta ad iscrivermi >> ammise la ragazza, quasi giustificandosi.
<< E a quale facoltà intendete iscriversi, signorina...? >> volle sapere la donna.
<< Belmonte. Luciana Belmonte. Mio fratello è Cesare Belmonte, lavora col commissario Durantini. E mia cugina è Annalisa Belmonte, la cantante. Dei Cantieri Navali Belmonte, di San Felice Circeo. E comunque la facoltà a cui intendo iscrivermi è Ingegneria Metallurgica >> spiegò la giovane.
<< Ingegneria Metallurgica... Lei? >> insistette la segretaria, continuando a scrutare Luciana, sempre più in imbarazzo.
<< Ha detto San Felice Circeo. La fidanzata di Giovanni Medina è a San Felice Circeo. Sono grandi amiche, signora Bruna. Direi che ha tutti i requisiti... >> intervenne una terza voce, stavolta maschile.
Luciana si accorse che apparteneva ad un ragazzo alto e magro, con i capelli ricci e gli occhi marroni. Aveva un gran sorriso, rivolto proprio a lei.
<< Datemi i moduli >> tagliò corto la signora Bruna, e la Belmonte ubbidì. Poi si rivolse allo sconosciuto.
<< Grazie mille, davvero >> fece subito, grata a quel ragazzo per averla salvata da un esame in piena regola.
<< Di niente. È che gli amici di Giovanni e Giada sono amici miei. E poi non si vede mica tutti i giorni una donna che vuole diventare ingegnere >> dichiarò lui.
<< Veramente non se ne vede nessuna, a parte me >> confessò lei.
<< E allora siamo due outsider, due "fuori dal coro". Bernardo Levi, molto piacere... >> si presentò il ragazzo.
<< Levi... Siete romano o viene dalla provincia? >> chiese la sanfeliciana.
Bernardo fece una risata che a Luciana parve un po' amara.
<< Romano, sì. Di origini ebraiche. Sono tempi un po' antipatici per noi, ultimamente. È grazie ai Medina che le Leggi Razziali non mi hanno cambiato nulla. Almeno fino ad ora... >> raccontò.
<< Siete compagni di corso? >> volle sapere la Belmonte, incuriosita dal suo interlocutore.
<< Quasi. Lui intende diventare un chimico, io un fisico. In ogni caso, ci incontriamo sempre tutti a Via Panisperna >> continuò Levi.
<< Quella Via Panisperna? Ha conosciuto anche Ettore Majorana? >> si stupì piacevolmente l'una.
<< Era un tipo geniale. Troppo, per l'Italia di questi tempi. Enrico dice che forse è andato in Argentina >> ipotizzò l'altro.
<< Intendete Enrico Fermi? >> lo incalzò la prima, ancora più sbigottita.
<< È un uomo molto più alla mano di quanto la sua fama lasci intendere. Quando sarà iscritta, la porterò a conoscerlo >> promise il secondo.
Luciana si sentì quasi svenire: in pochi minuti aveva coronato il sogno di iscriversi ad Ingegneria Metallurgica, conosciuto un ragazzo bello e coraggioso, e presto avrebbe lavorato con Enrico Fermi, il più famoso fisico d'Italia.
<< Enrico Fermi in persona... >> sospirò, quasi senza fiato.
<< Ma a un patto: dovete farmi conoscere vostra cugina. Mia madre e mia sorella cantano sempre "Nel mio piccolo cuore"! >> decise Bernardo, allungando la mano destra.
<< A...affare fatto... >> rispose Luciana, stringendogliela.
Sentì che i suoi battiti cardiaci erano accelerati tantissimo.
<< Ecco il modulo compilato, signorina. Benvenuta a La Sapienza >> la richiamò all'ordine la segretaria Bruna.
<< Adesso siamo ufficialmente colleghi! >> decretò Levi.
La Belmonte prese il modulo e sorrise con tutte le emozioni che le venivano dal cuore.
<< Siamo colleghi... >> sorrise, sentendo che le guance le pizzicavano come se si fossero arrostite.
Non aveva mai provato una sensazione simile, ma le piaceva molto.

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