Jack Carter

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Roma, 20 febbraio 1942

A Via Panisperna si lavorava alacremente: da quando gli Stati Uniti erano diventati alleati della Francia, dell'Inghilterra e dell'Unione Sovietica, le sorti del conflitto diventavano sempre più difficili per l'Italia, la Germania e il Giappone; Edoardo Amaldi e gli altri studiosi, tutti dissidenti, speravano nelle azioni degli Alleati e contribuivano segretamente ad aiutarli con le loro conoscenze.
Luciana si sentiva onorata di far parte di questo meccanismo: non aveva mai riposto fiducia nel regime fascista, né approvava la quantità di consensi che riscuoteva in molti paesi della provincia di Latina, proprio in seguito alle bonifiche dell'Agro Pontino.
E poi c'era Bernardo accanto a lei, la cui presenza in università e in generale alla luce del sole si reggeva sul buon cuore e sull'influenza della potente famiglia Medina; il giovane le aveva fatto conoscere la sua famiglia: suo padre Gustavo, che riusciva ancora ad essere dirigente della Banca d'Italia; sua madre Miriam, che una volta era stata un'insegnante; sua sorella minore Ottavia, coetanea della giovane Belmonte.
Sua madre le scriveva lunghe lettere dove la pregava di desistere in quell'impresa di studiare Ingegneria Metallurgica, che lei considerava una facoltà così maschile, di tornare a San Felice Circeo e di frequentare più assiduamente il circolo del tennis, dove avrebbe sicuramente trovato un buon partito e contratto un fortunato matrimonio; Luciana non le dava troppo ascolto, non l'aveva mai fatto del resto.
Cesare le raccontava spesso di quanto fosse difficile essere un apprendista poliziotto in un'epoca come quella, che considerava la cronaca nera roba buona solo per far sobbalzare le signore sulle sedie, mentre ai loro mariti, zoccolo duro della società fascista, dovevano interessare le materie vive e attive, come l'attività fisica e le azioni belliche; la ragazza, stupita, aveva detto al fratello che le sembrava una contraddizione in termini considerare la guerra una cosa viva, dato che portava alla morte, cosicché Cesare rideva amaramente, sostenendo che il commissario Durantini avrebbe fatto la stessa affermazione.
Quella mattina - in realtà era quasi mezzogiorno - la brezza che entrava da alcune delle grandi finestre lasciate aperte per cambiare aria dopo gli esperimenti preannunciava la primavera; a Luciana sembrava che arrivasse l'odore del mare.
<< A San Felice Circeo staranno già cominciando ad arrivare i turisti. La madre di un mio amico ha ricavato una pensione da casa sua... >> raccontò a Bernardo, mentre si toglievano i camici per pranzare.
<< Il figlio del tipografo, il commilitone del fratello di Elsa la crocerossina? >> domandò Levi, che stava imparando a conoscere gli amici della Belmonte.
<< Rinaldo, sì. Adesso chissà dov'è. Da quando suo padre gli è morto davanti non è più lo stesso. E come se non bastasse, la sua ex fidanzata Iris l'ha pure lasciato per un fascista... >> commentò quest'ultima, ripercorrendo con la mente i fatti che avevano portato tutti loro a crescere in fretta, e a separarsi ancora più velocemente.
<< Iris Cataldo, la compagna del gerarca Menotti? La vedo sempre, sui giornali. È sempre triste >> osservò lui, mentre prendeva la sua borsa del pranzo.
<< Lo credo bene. L'ha seguito fin qui per trovare suo padre. Ma adesso come adesso non vi sono turisti americani che si chiamano Richard Carter, in circolazione >> spiegò lei, imitandolo, mentre si incamminavano fuori per mangiare sui gradini del portone della sede universitaria di Via Panisperna.
Ma prima di cominciare ad aprire i rispettivi portapranzi, notarono qualcosa che li incuriosì: un giovane uomo benvestito, dall'aspetto palesemente straniero si aggirava spaesato per quella strada, cercando qualcosa. Appena vide che lo osservavano, si avvicinò a loro.
<< Sorry... Is there the Department of Phisics' Faculty of Sapienza University, in Panisperna Street? >> chiese loro.
Fortunatamente Bernardo sapeva l'inglese, e un po' anche Luciana, sebbene a livello scolastico.
<< Yes, there is this. Am I talking with...? >> rispose Levi, chiedendogli il suo nome.
<< My name is Jack Carter, I'm coming from New York City. I'm looking for a girl surnamed Belmonte. She probably knows the truth about my italian sister, the daughter of a San Felice Circeo's woman. Irene Cataldo >> dichiarò lo sconosciuto.
A quelle parole per poco Luciana non svenne.

Storia d'amore e di guerra - Il conflittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora