San Felice Circeo, 23 dicembre 1941
Sapere che Enrico aveva deciso di mettersi a lavorare aveva inizialmente contrariato Viola Belmonte e le sue cognate: lo avevano rimproverato, sostenendo che uno come lui avrebbe dovuto passare le giornate al circolo del tennis, piuttosto che con dei saldatori e dei carpentieri a confabulare potenziali teorie comuniste; Elena parlò in loro difesa oltre che in quella del fratello, pensando a Maurizio e al suo orientamento politico.
Ma qualche giorno più tardi dovettero digerire la decisione del ragazzo, e si misero l'anima in pace, anche al pensiero che la notizia venisse commentata in tutto il paese più delle cronache di guerra.
Giada fu la prima a sapere la notizia: Enrico venne a dirglielo di persona, un pomeriggio dopo pranzo, sfidando la pioggia incipiente mentre pedalava fin sotto la collina.
Fu con l'immagine di lui impressa negli occhi che quella mattina di fine dicembre la Spinelli si svegliò: alzandosi, si mise la vestaglia e corse fino alla finestra, respirando l'aria di quel giorno prenatalizio.
Era l'Antivigilia di Natale, ed Enrico l'avrebbe portata a vedere il nuovo abete decorato a Villa Belmonte.
Giada amava tutto del Natale: le luci, i colori, le vetrine addobbate a festa, gli alberi addobbati, i regali, a volte addirittura la neve a Roma; era tutto molto sfarzoso, prima della guerra: da quando l'Italia era entrata nel conflitto, i Natali nella Capitale erano diventati più scarni, come se l'atmosfera cupa che arrivava dal fronte avesse inglobato e ingoiato quella di festa.
Cercava di rubare al tempo i migliori ricordi che avesse in tema, per imprimerli nella propria mente ed essere pronta a rivivere le stesse emozioni non appena si fossero presentati tempi migliori.
Non aveva ancora risposto alla lettera arrivata da Oxford, dove Giovanni le raccontava degli sviluppi dei suoi studi; parlava più della chimica che del desiderio di rivedere lei; aveva cominciato a pensare che potesse essere insidiato da qualche ragazza inglese.
Ma in quel momento non le importava molto: a San Felice Circeo si trovava bene, e tra Enrico e Rinaldo si era sentita apprezzata anche laggiù, molto più da loro che dal suo fidanzato ufficiale.
Dopo aver fatto colazione, si mise il soprabito e uscì a fare una passeggiata in riva al mare, mentre veniva salutata da tutti coloro che svolgevano le proprie attività all'aperto, preparandosi per festeggiare il Natale il giorno successivo.
Guardò il mare invernale, ripensando al momento in cui Rinaldo le era stato presentato da Enrico e Tiberio, al circolo del tennis; era stato un anno prima: le sembrava che fosse passata una vita.
Enrico le aveva detto che era "un dio in inglese"; lei aveva riso, inconsapevole di quanto sarebbero diventati importanti, entrambi, nella sua quotidianità.
Ma adesso Rinaldo era al fronte, e nessuno aveva la certezza che sarebbe tornato vivo; Enrico invece era lì, forse più stanco e affaticato, ma lì.
Le ore passarono, Giada attese con ansia il pomeriggio, mentre si faceva bella in camera sua.
Capì che Belmonte era arrivato, non appena Amanda venne a bussarle.
Enrico la aspettava nell'ingresso principale, e non appena la vide arrivare sorrise.
<< Allora, sei pronta per vedere l'albero di Natale più bello del mondo? >> disse, porgendole il braccio.
<< Non vantarti troppo. L'albero di Piazza San Pietro al Vaticano è molto più bello >> ironizzò Giada, ma neanche tanto.
<< Ti stupirò, mia cara ragazza di città! >> esclamò Enrico, divertito da quella sfida.
Cosicché lui la fece salire sulla bicicletta e sfrecciarono fino a Villa Belmonte, mentre il paesaggio invernale di San Felice Circeo si manifestava davanti a loro in tutto il suo fascino ancestrale.
Arrivarono alla villa e fu il maggiordomo Raimondo Graziani a guidarli fino a dove troneggiava il meraviglioso albero di Natale nel salone della villa.
<< Ma è bellissimo! >> esclamò Giada estasiata.
<< Allora, ti piace ancora di più l'albero di Piazza San Pietro? >> la sfidò Enrico.
<< Ovvio, ma anche questo non è male >> gli concesse lei.
<< Esprimiamo un desiderio! >> decise lui.
<< Cos'è, una sorta di tradizione? >> volle sapere l'una.
<< Una specie... >> commentò sorridendo l'altro.
La Spinelli chiuse gli occhi ed espresse il suo. Enrico fece lo stesso.
Nessuno disse all'altro cosa avevano espresso. Forse lo sapevano già.
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Storia d'amore e di guerra - Il conflitto
Historical FictionSan Felice Circeo, 1941. Rinaldo Marini, rimasto orfano di padre, torna al paese e scopre che tra Giada ed Enrico c'è una forte intesa. Iris Cataldo, pentita per aver seguito Gianfranco Menotti a Roma, cerca di mettersi in contatto con Cesare Belmon...