Capitolo 7

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Una dolce melodia mi risveglia dal mio sonno profondo, i raggi caldi del sole toccano il mio viso attraverso i vetri della finestra illuminando la stanza e riscaldandola.

Quella dolce melodia che di rado si riesce a percepire è il canto soave degli uccelli che, allegri e spensierati, con la loro voce riescono a mettere il buon umore a chi gli ascolta.

È una bella giornata di sole, il cielo è azzurro non una nuvola a ricoprire la sua bellezza, la classica brezza invernale porta freschezza nell'aria.

Mi alzo dal letto stropicciando gli occhi ancora impastati dal sonno, prendo il telefono ed esco dalla stanza dirigendomi in bagno.

Apro il getto della doccia, mi lego i capelli in un piccolo chignon per non farli bagnare e mi privo dei vestiti.

Entro in doccia e immediatamente il calore dell'acqua mi avvolge risvegliandomi del tutto da quello stato di coma in cui si è da appena svegli.

Inizio a insaponare il mio corpo mentre gli eventi della sera precedente mi vengono alla mente, improvvisamente inizio a tremare, il mio respiro si fa più irregolare e i battiti del mio cuore aumentano, mi sento arrossire dalla vergogna per ciò che ho fatto.

Le immagini di me che mi masturbo pensando a Taehyung mi arrivano sempre più vivide, ogni parola, ogni tocco, ogni ansimo che è fuoriuscito dalla mia bocca mi fa provare vergogna verso me stessa, io che non mi ero mai degnata di toccarmi, di scoprire questo lato intimo di noi esseri umani che, a detta di tutti, è una cosa del tutto normale e che fanno tutti, io che provavo ribrezzo anche solo al pensiero di vedere come fossi fatta, ho avuto il mio primo orgasmo immaginandomi l'amico del mio migliore amico, un mio professore.

Finì di lavarmi e decisi che non avrei mai fatto una cosa del genere, dovevo dimenticarmi di Taehyung, dovevo vederlo solo come un amico perché ero sicura che ai suoi occhi io fossi solo un'amica.

Lo ammetto quando mi ha detto che le sue ex non erano belle quanto me mi toccò nel profondo, sentì il mio cuore gelido riscaldarsi al suono di quelle parole che nessuno mi aveva mai rivolto, ma forse era anche vero che mi stessi sbagliando e che quelle parole fossero solo un normale complimento senza secondi fini.

In fondo non ero mai stata sedotta da qualcuno, nessuno ci aveva mai provato con me ed ero sempre stata io a fraintendere tutto e magari anche stavolta era così.

Dopo essermi vestita tornai in camera a prendere il mio zaino, la tentazione di restare chiusa in quella stanza era forte ma decisi che, per una volta, non fare l'asociale in una casa vuota non mi avrebbe fatto male no?

Andai in salotto e poggiai lo zaino su una sedia poi andai verso il frigo dove notai un bigliettino lasciato dal ragazzo che non voleva lasciare la mia mente.

"Sono andato a lezione, in cucina ci sono dei pancake. Spero ti piacciano.

Dovrei tornare per le 13:00, se ti viene fame prima sentiti libera di prepararti ciò che desideri.

-TaeTae 🙂 "

Sorrisi leggendo il nomignolo con cui si era firmato. Trovandolo incredibilmente adorabile.

<<TaeTae?>> lessi di nuovo quel nomignolo.

<< è più carino di Tae ma... no non lo chiamerò mai così. Tae va più che bene>> dissi tra me e me prendendo i pancake dal ripiano della cucina e un po' di succo alla mela verde dal frigo versandomene un po' in un bicchiere.

<< chissà perché ho la sensazione che ci sia lo zampino di Jimin>> mormorai tra me e me mentre addentai il primo di tre pancake e devo dire che era veramente delizioso.

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora