Capitolo 23

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È passato un mese, un mese in cui ho festeggiato insieme al mio ragazzo il nostro primo mesi-versario, un mese in cui ho potuto passare molto più tempo in compagnia di mia madre, un mese in cui mi sono accorta di essere sempre più innamorata di Kim Taehyung, un mese in cui mi sono fatta letteralmente aprire in due dalla passione del mio ragazzo, un mese in cui non sono mai stata e mai sentita sola e tutto è merito dei miei amici.

Oggi è un giorno speciale per me, ma che allo stesso tempo evoca in me un senso di malinconia e tristezza.

Oggi è il giorno del mio ventiduesimo compleanno e al posto di essere la giornata più bella ed emozionante che si trascorre insieme agli amici e ai famigliari, aprendo regali su regali, giocando con i palloncini colorati che giaciono appiccicati alle pareti di casa dando un tocco di colore ad esse, mangiando quintali di dolci, ridendo alle battute e raccontando eventi imbarazzanti, per me quel giorno non evocava niente in me solo la consapevolezza che stavo crescendo.

Il motivo per cui non festeggio più questo giorno importante è perché dentro di me sento di continuo la mancanza di mio padre, la quale la sento ancora di più in occasioni come queste in cui sapevo che avrei ricevuto sempre o un suo messaggio o una sua telefonata facendomi gli auguri e prendendomi in giro dicendo che stavo diventando anch'io vecchia. A ogni mio compleanno mi illudevo di poter sentire di nuovo la sua voce, di poter leggere di nuovo un messaggio con il suo nome nel mittente, ma dentro di me sapevo che non sarebbero mai arrivati e questo aumentava il mio malessere.

"Papà non c'è più è andato in un posto migliore" era la frase che mi ripetevo ogni volta, sapevo che mio padre se n'era andato per sempre ma allora è così sbagliato pensare che tutto questo non sia mai accaduto? È così sbagliato pensare che un giorno aprendo la porta di casa mi possa ritrovare mio papà sorridente che mi viene in contro stringendomi forte a sé dicendomi che è stato solo un brutto sogno e che lui era ancora lì con me?

Sapevo che niente e nessuno mi avrebbe potuto riportare indietro il mio adorato papino, ma io come una scema continuavo a sperare che sarebbe potuto tornare da me.

Avevo visto la sua tomba, ma dentro di me non riuscivo ad accettarlo, non volevo accettarlo, lo avevo realizzato ma non accettato e questo è ancora peggio.

So che lentamente riuscirò a farmi una ragione, che finalmente riuscirò ad accettare la sua morte ma finchè quel giorno arrivi, continuerò a sentire una voragine grande quanto un cratere nel mio cuore che difficilmente si potrà chiudere diventando invisibile e indolore.

Questo è la ragione principale per cui non mi sono organizzata con i miei amici e il mio ragazzo su come passare la giornata nonostante Jimin, a conoscenza della vera motivazione per cui non festeggiavo più il mio compleanno, continuò ad assillarmi su cosa avevo in mente di fare quel giorno. Volevo bene a Jimin ma quando continuava ad insistere affermando che meritavo di poter festeggiare un giorno così importante per me, lo so che faceva tutto questo solo per me e per il mio bene ma proprio io non ce la facevo e la cosa peggiore era che lui sapeva il perché non lo festeggiavo ma nonostante questo insisteva e questo mi stava facendo arrabbiare.

<< Jimin per l'ultima volta no, non farò niente. Possibile che debba ripeterti ogni volta il motivo per cui odio festeggiare il mio compleanno?!>> sbottai dall'esasperazione e dalla rabbia che provavo ogni anno in quell'occasione.

Jimin sapeva di aver esagerato, lo si leggeva in faccia.

<< questo maledetto giorno di ogni fottuto anno mi ricorda in continuazione che una delle persone a me più care e importanti non è più con noi e questa cosa mi fa impazzire perché cazzo mi manca, mi manca così fottutamente tanto che farei di tutto per riaverlo qui con me, ma purtroppo non è possibile. >> dissi sentendo già le lacrime rendere i miei occhi lucidi.

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora