Capitolo 72

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Yua pov

Che cos'era quel dolore che sentivo al petto?

Che cos'erano quelle immagini che il mio cervello riproduceva come se fossero impresse su una pellicola cinematografica?

Erano queste le domande che vennero formulate spontaneamente dalla mia mente mentre con il braccio sano mi stringevo fortemente le tibie. Piangevo, piangevo come non aveva mai fatto, non potevo credere che una persona a cui volevo così tanto bene, a cui diedi il permesso di ammirarmi per com'ero per davvero avrebbe mai potuto farmi ancora più male della violenza che avevo subito. Perché sapere che fosse stato proprio lui ad aver permesso a tutto questo schifo di colpirmi in pieno, fu dieci, cento, mille volte più doloroso di essere stata penetrata da dietro da due persone alla volta.

Jungkook mi aveva delusa, mi aveva tradito e tradendo me aveva tradito anche la nostra profonda amicizia.

Quando Taehyung mi avvisò dell'imminente arrivo di Jimin insieme a Jungkook, mi sentì letteralmente sprofondare, il mio cuore si inabissò ancora più profondamente nelle profondità del mio petto, i miei polmoni smisero di incamerare ossigeno e le scene di lui che mi guardava con quello sguardo terrorizzato prima di chiudermi la porta in faccia ripresero ad essere vivide e chiare davanti ai miei occhi, insieme a quelle di quelle facce, di quelle mani, di quelle dita che mi guardavano, toccavano, stringevano, penetravano. A quella telecamera, a quel quadrato nero di cui ogni cellulare di ultima generazione era dotato sul retro perennemente puntatomi contro e a quella voce che invogliava il branco a continuare con la loro carneficina e allo stesso tempo denigrava me che ero in preda a dolori atroci.

Quelle scene si mostrarono in tutta la loro violenza e cruenza nel mio cervello ed io ne ero talmente sopraffatta da aver paura ad aprire gli occhi per timore di ritrovarmi quei volti davanti ad essi.

In quel momento ero da sola, in una camera d'ospedale, la porta era semi aperta e chiunque sarebbe potuto entrare; se una volta sollevate le palpebre avrei rivisto quelle iridi non so se avrei avuto i riflessi pronti a premere quel pulsante di emergenza che giaceva in parte a me sul letto.

Poi però pensai che mi trovavo in un luogo protetto, sicuro in cui tutti i dipendenti sapevano ciò che mi era accaduto e che di conseguenza non mi sarei dovuta preoccupare più di tanto, certo, sarei stata più tranquilla se mi fossi ritrovata nella struttura ospedaliera in cui lavorava mia madre, dove tutti mi conoscevano e io conoscevo tutti, dove non mi sarei mai potuta annoiare.

Con quel pensiero in mente, iniziai a prendere dei respiri profondi. Inspiravo ed espiravo provando, pian pianino, a regolarizzare il mio respiro; mi concentrai su Taehyung, su Jimin, su Yuri, sulle loro bellissime risate, sui loro tocchi così diversi eppure così leggiadri e presenti che mi facevano stare bene.

Possibile che con una sola carezza riuscivano a sciogliere tutti i nervi che tenevo tesi rilassandomi?

Allungai una mano verso il comodino dove sostava il mio telefono rimasto tutto il tempo sotto carica. Lo presi e quanto avrei voluto non averlo fatto, quanto avrei voluto che la me del futuro si fosse teletrasportata in quella stanza d'ospedale, avesse preso le mie mani bloccandole, così che i miei polpastrelli non avessero sbloccato lo schermo, non avessero cliccato sull'app di messaggistica, non avrebbero aperto la chat del gruppo di cinese e non avrebbero mai visto il video. Il mio video.

Centinaia di migliaia di studenti mi avevano vista nuda, mi avevano vista mentre venivo violentata e non sembravano affatto dispiaciuti, anzi, se la ridevano e tifavano per quelli stronzi, altri invece non facevano altro che fare commenti volgari sul mio corpo, sulle mie rotondità affermando le l'unica cosa bella in me erano le tette e il culo.

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora