Capitolo 70

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Il mattino seguente la sveglia suonò presto, intorno alle 7:00 circa. Yuma doveva andare a scuola, ma quella mattina non sembrava essere intenzionanto ad alzarsi dal letto; aveva passato tutta notte stretto tra le braccia di Yuri, sorprendo sia me che Jimin di come quel ragazzo che conobbe solo poche ore fa fosse riuscito a farsi volere subito bene da quel ragazzino.

E come dargli torto, aveva capito che fosse successo qualcosa alla sorella ancora prima che gli venisse detto; nemmeno io avrei avuto la mente abbastanza lucida da sopportare cinque ore di lezione.

Al suonare della sveglia, Yuri fu il primo ad aprire gli occhi. Lentamente si districò dalla presa di Yuma stando attento a non svegliarlo, venendo verso il letto in cui io e Jimin dormivamo abbracciati l'uno all'altro.

<< Prof, Jimin, è ora di alzarsi>> ci disse scuotendo leggermente la mia spalla. Essendo sempre stato un ragazzo dal sonno leggero mi svegliai quasi all'istante, mi strofinai gli occhi con una mano, ringraziai Yuri per la sua gentilezza e chiamai Jimin sapendo quanto tempo ci impiegasse a svegliarsi quel poltrone del mio amico.

Successivamente ci rifugiammo a turno in bagno e una volta puliti e cambiati con alcuni vestiti presi dall'armadio di Yua, ci accingemmo a svegliare Yuma il quale, ci chiese subito della sorella.

<< Come sta mia sorella?>> fu la prima domanda che ci rivolse, alla quale però nessuno dei tre sapeva come rispondere.

Stava bene, ma psicologicamente e fisicamente era devastata. E non ci voleva un genio laureato ad Harvard per capirlo.

<< Yuma>> Jimin prese parola << tua sorella è una guerriera, esteriormente sta bene, ma qui->> indicò la tempia << e qui->> indicò il cuore << no, sarà difficile per lei dover superare ciò che le è accaduto e per questo motivo tu devi comportarti da vero ometto e prenderti cura di lei, ma soprattutto ascoltarla; se ti dice di abbracciarla, abbracciala ma se ti dice che vuole stare da sola, lasciala da sola, dalle i suoi spazi. Okay?>>

<< E se non dovessi riuscirci?>> domandò lui.

<< Sono convinto che ci riuscirai, lo hai già fatto in passato, ricordi?>> rispose il castano.

<< Sì, al funerale della nonna e di papà>> rispose il ragazzino e al sentire la parola funerale accostata a papà mi fece stringere il cuore. Aveva solo undici anni quando accadde e posso solo immaginare la mancanza che deve avergli lasciato l'uomo che contibuì alla sua venuta al mondo, ma so anche quanto è stato forte e quanto lo sia stata anche Yua che aveva solo diciotto anni.

<< Anche quando la portavi a fare colazione la domenica mattina al bar affianco a quel supermercato in piazza, oppure quando le facevi trovare a casa i giornali mensili con all'interno i poster dei suoi cantanti preferiti o ancora quando per il suo compleanno le hai regalato uno di quei cofanetti di photocard>>

Ricordavo quel cofanetto, quando arrivai a casa sua quel pomeriggio stesso mi venne incontro tutta elettrizzata con in mano quella scatolina in cartone con stampati sopra i volti di uno dei suoi gruppi coreani preferiti, dimenticandosi perfino di darmi un bacio se non quando ebbe finito di mostrarmi velocemente tutte le cinquantaquattro foto contenenti al suo interno.

In quel momento anche Danielle si svegliò e sembrava più stravolta di ieri. La seguì in cucina, aveva gli occhi contornati dalle occhiaie probabilmente non aveva dormito un granché nemmeno lei e anche io mi svegliai diverse volte durante la notte, sia per motivi fisiologici, sia per colpa di alcuni incubi di cui preferisco non parlare.

<< Buongiorno Danielle>> la salutai.

<< Oh, Tae buongiorno anche a te>> mi osservò << ti stanno bene i vestiti di mia figlia>> osservò accennando a un flebile sorriso che ricambiai.

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora