Capitolo 65

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Jungkook pov

Avete presente quella sensazione di irritazione, mista a fastidio, mista alla tentazione di prendere il telefono e nasconderlo sotto dieci cuscini così da soffocare il continuo suono ridondante delle notifiche?

Ecco, è esattamente ciò che stavo provando in quel momento.

Da quando avevo acceso i dati mobili del telefono per avere notizie di Jimin, Whatsapp sembrò impazzire; dieci, cento, duecento messaggi non letti provenienti da due chat diverse, la principale? Quella del gruppo del corso di laurea.

L'ennesimo cretino che si è dimenticato i compiti di lingua italiana pensai ragionando sul fatto che in passato capitò già qualcosa del genere... a Nate.

Solo che lui se ne ricordò la sera prima, precisamente alle undici e mezza di sera quando io ero già bello che pronto per infilarmi sotto le coperte al calduccio, e non fu una bella esperienza.

Per una volta, una sola singola volta in cui riesco ad andare a dormire ad un orario decente... protestai contro il telefono che aveva iniziato a squillare.

<< Nate, sono le undici e mezza di sera>> protestai accettando ugualmente la chiamata.

<< Sì lo so, domani avrai ben sei ore per smembrarmi come vuoi, ma ora devi assolutamente aiutarmi>> rispose lui dall'altro capo del telefono in preda al panico.

<< Mi devi un favore, sappilo>> dissi rilasciando un sospiro a pieni polmoni. Scostai le coperte, accesi la lampada sulla scrivania e tirai fuori il quaderno di lingua italiana.

<< Tutto quello che vuoi>>

<< Che cosa ti serve>> chiesi con un tono di voce piatto.

<< La spiegazione del capitolo 2, più gli esercizi>> rispose in modo tranquillo, l'esatto opposto di quello che ero io in quel momento che, a paragone, una statua sarebbe stata molto più colorita e mobile.

<< Ti prego, dimmi che è uno scherzo>> provai a chiedere con il timbro di voce implorante, incrociando mentalmente le dita.

<< Non lo è coniglietto mio adorato a cui voglio un mondo di bene>> rispose con fare civettuolo, da buon leccaculo qual era.

<< Ho capito che anche stavolta farò le ore piccole>> sbuffai cambiando in videochiamata.

Così con la sola luce proveniente dalla lampada sulla scrivania mi misi a dare delle ripetizioni improvvisate al mio compagno di corso finendo definitivamente alle due di notte augurando a
Nate non solo una buona notte, ma anche una buona morte per soffocamento durante la colazione.

La seconda chat invece... avrei preferito non vederla, né tanto meno visualizzarla.

Il mittente risultava essere sconosciuto non avendolo memorizzato in rubrica, ma a quanto pare qualcun altro conosceva me e aveva pure il mio numero; eppure quella fila casuale di numeri io la conoscevo, la ricordavo; impossibile da dimenticare.

Impossibile dimenticare il numero del proprio migliore amico, quelle cifre che in molti casi divenivano una vera e propria ancora di salvezza essendo le prime che venivano digitare sulla tastiera numerica del telefono nei momenti in cui si ha bisogno di sfogarsi con qualcuno che non siano i propri famigliari, oppure semplicemente per far passare il tempo nei momenti di noia.

Sta di fatto che leggere quelle cifre numeriche fece mancare al mio cuore diversi battiti appesantendolo così come la mia respirazione che sembrava essere scomparsa nel nulla, cominciai a percepire caldo, tanto caldo, nonostante la temperatura fosse bassa e addosso portavo una delle mie felpe più pesanti; la fronte iniziò a imperlarsi di sudore freddo, le mie braccia così come le gambe e le mani presero a tremare, perfino le mie interiora sentivo vibrare dalla paura che stavo provando.

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora