Capitolo 75

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Jimin pov

Non mi ero mai chiesto quanto distante fosse la mia abitazione e quella di Taehyung, sembravano vicine, molto vicine.

Sembravano appunto.

Quella sera capì che in realtà, esse, erano molto più distanti di quello che immaginai; il sole stava tramontando, l'ora di cena era vicina ma io di tornare a casa e sedermi a tavola insieme alla mia famiglia non ne avevo proprio intenzione, avevo lo stomaco chiuso e in subbuglio, schifato da ciò che scoprì quel pomeriggio. Sentì il mio cuore spezzarsi e la causa risiedeva nelle due persone che più ritenevo importanti per me, un doppio tradimento, una doppia pugnalata inferta da coloro che consideravo insospettabili.

Uscì dall'università, presi il treno che mi avrebbe allontanato da quel luogo di studio e da lui, scesi alla fermata che mi avrebbe condotto a casa mia, ma essa non era la mia destinazione quel luogo pieno di amore, leggerezza e spensieratezza non era il posto giusto per me che in quel momento mi sentivo incollerito
Presi a correre con le lacrime che rigavano il mio viso, corsi imperterrito tra le strade di Milano fermandomi quando i singhiozzi erano così forti da togliermi il fiato e le gambe erano prossime a cedere, come le colonne portanti di un edificio ormai diroccato e logorato dallo scorrere del tempo.

In quei momenti mi accovacciavo sui talloni, mi coprivo gli occhi con le mani e cercavo di concentrarmi sulla mia respirazione facendola tornare quanto più regolare fosse possibile e quando esso accadeva riprendevo la mia corsa verso la casa del mio migliore amico, dove sapevo di trovare colei che avevo da sempre considerato la mia migliore amica.

La gola mi bruciava e doleva, come se un groppo delle dimensioni di un palla da golf si fosse formato al centro di essa, ostruendola. Persino il mio stesso respiro pareva bruciarmi dall'interno, come un fuoco acceso per autocombustione e il mio cuore batteva, batteva rapido nel mio petto, tremava come ogni singolo muscolo del mio corpo; tremolii involontari si propagarono per tutta la mia figura e continuarono anche quando, ansante, citofonai al campanello di Taehyung, anche quando percorsi quelle poche rampe di scale che mi separavano dalla porta di casa sua.

Anche quando, una volta salito sullo zerbino, vidi insieme al volto sorpreso del mio migliore amico anche quello di Yua, della mia principessa insieme ai ricordi di quel pomeriggio da dimenticare.

Avevo appena finito le lezioni mentalmente massacranti di lingua giapponese, fuori c'era un sole che spaccava le pietre e a causa di quelle condizioni climatiche ogni aula sembrava essersi trasformata in un forno ventilato a media temperatura.

<< Se solo non avessi altre tre ore di lezioni davanti a me, una bella oretta sdraiato in giardino me la sarei fatta>> mi dissi mentre mi sfilavo la camicia in denim che avevo deciso di indossare per via del leggero venticello che soffiava alle prime ore del giorno.

Subito i miei pensieri si rivolsero a Yua, frequentare quel luogo senza di lei non era lo stesso, non c'era più gusto nel sostare oltre l'orario delle lezioni, non aveva più senso perdere ulteriore tempo tra quelle mura, seduti sui quei tavolini a cazzeggiare mentre attorno a noi c'era davvero chi occupava quel tempo libero per continuare a studiare.

Da quando Yua fu ricoverata nulla aveva più lo stesso senso a partire da Jungkook. Era divenuto strano, distaccato; non avevamo più quel rapporto di complicità che eravamo soliti avere quando uscivamo come due semplici amici, rapporto che con il tempo divenne più profondo legandoci ancora di più l'uno all'altro. Eravamo così intimi che bastava un solo sguardo per capirci, un solo sguardo era sufficiente a intendere cosa volevamo, non c'era più bisogno delle parole, tra di noi i gesti erano ancora più diretti e rumorosi del suono delle nostre voci.

Ma ora, quella nostra intesa sembrava essersi ammaccata e leggermente scheggiata e la parte peggiore era che non riuscivo a capirne il motivo!

Non riuscivo a capire quale fosse la causa scatenante di quel suo improvviso cambio d'umore; a lezione evitava quasi tutti, perfino Nate, il suo migliore amico, non comprendeva. Non riusciva a farlo perché non parlava e se lui non parlava per noi era impossibile trovare la risposta alla nostra domanda più grande: che cosa ti succede Jungkook?

•Insegnami ad amarmi• |K.TH|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora