Segreto di Nascita

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"Primo ministro. Una chiamata da Azkaban. Un bambino"

Il segretario scandì l'ultima parola che fece alzare lo sguardo al primo ministro. "Di chi" chiese fermo. "Lestrange" rispose il segretario. Il primo ministro prese la sua borsa. "Andiamo" disse andando con passo svelto verso uno dei camini del Ministero.

In pochi secondi arrivarono ad Azkaban dove il medimago li stava aspettando e teneva in braccio un neonato. "Signor Crouch. Il neonato è una femmina. La madre le ha dato il nome Druella Merope." Disse. "Secondo le regole di nascita ad Azkaban, la madre aveva anche diritto ad una lettera da spedire" disse il primo ministro. "Si esatto, primo ministro." Il Medimago consegnò a Crouch una lettera. "Ha chiesto di consegnarla alla sorella, la signora Malfoy" concluse. Il primo ministro ordinò al segretario di prendere la bambina e si avviarono verso il Ministero, dove la neonata fu data in custodia dalle strebalie fino alla decisione della corte. "Signore, non sto capendo" confessó il segretario al primo ministro. "Il Ministero della Magia ha istituito regole nel caso avvenissero nascite ad Azkaban. La madre durante la gravidanza sarebbe trattata come una madre qualunque. Le regole predispongono che l'igiene, il cibo non manchino mai. I dissennatori si allontanano dalle madri per tutta la durata della gravidanza. Dopo il parto, il neonato viene portato via da quel luogo e portato al Ministero. Avviene una riunione per decidere cosa farne del neonato e a chi affidarlo. Per questa bambina, la riunione avverrà fra pochi minuti." Spiegò Crouch e il segretario lo ringraziò per la spiegazione. La discussione per l'affidamento durò giorni. "Si dal caso che la condannata sia sposata con Rodolphus Lestrange, anche lui condannato." Disse una strega sbattendo dei fascicoli sul tavolo del tribunale. "Non possiamo affidarla a quelle famiglie. È risaputo che loro sono contro i babbani e quasi tutti sostenitori di Voldemort. Bisognerebbe affidarla a una famiglia mezzosangue." Disse un ministro. Alcuni borbottarono contrariati, alcuni furono d'accordo. All'improvviso vennero spalancate le ante della porta del tribunale. Tutti i ministri guardarono verso la porta e videro entrare una donna con i capelli neri, alta e chiara di pelle che indossava un mantello. "Voglio io la bambina" disse la donna. "Mi scusi lei è?" chiese una strega. "Sono Istoria Lestrange" disse togliendosi il cappuccio. "Signora Lestrange..." iniziò il primo ministro in difficoltà ma venne interrotto dalla donna. "Vengo dalla famiglia purosangue Lestrange, ma ho sposato Donald Levinsky, un babbano di nascita. Sono stata ripudiata per questo. Vorrei che la bambina restasse in famiglia ma venisse cresciuta con ideali di accettazione e non con ideali estremisti." Disse con tono deciso e a testa alta. Quelle parole convinsero gran parte dei ministri e delle persone presenti.

"Il regolamento parla chiaro. La bambina non dovrà mai sapere dei suoi veri genitori. Potrebbe provare a farli evadere da Azkaban" disse Crouch. "Non saprà mai niente signor primo ministro." Gli disse. Dopo che ebbe firmato vari documenti, Crouch l'avvisò "Se le regole qui descritte verranno infrante, vi sarà la condanna ad Azkaban." La donna annuì e una strebalia gli diede in braccio la neonata.

11 anni dopo...

"Druella! È ora di andare a scuola!" una voce dal piano di sotto cercò di svegliare la ragazzina che ancora dormiva nella sua stanza. La ragazza borbottò e si aggiustò le coperte. Dopo pochi minuti, passi frettolosi salirono le scale per il piano superiore e la ragazza si vide scoperta dalle calde lenzuola. "Druella Merope Levinsky è ora di andare a scuola" disse una voce femminile. La ragazza, dopo quel burbero risveglio si mise seduta sul letto ancora intontita. "Mamma, stavo arrivando" disse la ragazza mentendo, strofinandosi gli occhi. "Certo, lo sapevo. "disse in modo ironico la madre sorridendo. "Dai è l'ultimo giorno di scuola, dopo sarai in vacanza" le disse andando a spalancare le tende della finestra. "Istoria è arrivata la posta!" Disse una voce maschile al piano di sotto e si udí un bubolare di un gufo. "Andiamo, è arrivata la posta magica" disse la donna e la ragazza la seguì. Andarono al piano di sotto dove la colazione era già sul tavolo. Druella andò a dare un bacio al signore seduto al tavolo "Ciao papà" gli disse sorridendo. Il signore abbassò il giornale che stava leggendo e sorrise "Buongiorno tesoro! Mangia che si raffredda!" Le disse. Istoria andò in cucina dove il marito aveva lasciato la posta "Donald, ti sei preso la Gazzetta del Profeta e hai lasciato la posta qui?" disse al marito. "Si, tanto saranno le solite pubblicità. Le guardo dopo" rispose. Istoria guardò la posta e notò una lettera diversa dalle altre. La riconobbe subito e andò in sala da pranzo. Guardò la figlia sorridendo mostrando una lettera "E' arrivata la lettera" disse. Druella guardò la madre confusa. "Che lettera?" chiese. "La lettera per Hogwarts tesoro" disse sorridendo Istoria dando la lettera alla figlia. Quella mattina tutta la famiglia festeggiò. Druella era contentissima di andare nella scuola dove i genitori si erano conosciuti, innamorati e dove avevano trascorso anni bellissimi. La ragazza si alzò entusiasta dalla sedia e abbracciò i genitori. La madre,però, si staccó e guardó la figlia "Druella, mi raccomando. Se ti chiedono dove andrai il prossimo anno, devi dire che andrai in un collegio in Scozia." Disse ferma. La ragazza annuì. "Certo, so di non dover dire che ho poteri magici." Druella si preparò e il padre l'accompagnò a scuola. Lasciata la ragazza, l'uomo ritornò dalla moglie. "Istoria, dobbiamo parlare" disse preoccupato. "Silente lo sa" disse la donna al marito. "L'ho incontrato al Ministero lo scorso weekend quando eri andato con Druella a pattinare. Sapevo che in questo periodo sarebbe arrivata la lettera e ho chiesto il permesso al Ministero di poterne parlare a lui." Confessò la donna. "E non hai pensato che dovessi saperlo?" disse lui un po' adirato. "C'era Druella in casa, non potevamo parlarne!" si giustificò la donna. I due coniugi si strinsero la mano e si guardarono preoccupati. "Speriamo che vada tutto bene Donald, non voglio che la nostra bambina soffra." Disse Istoria. "Neanche io" rispose Donald preoccupato guardando la moglie.

DRUELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora