Capitolo 25

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Dopo aver passato una serata stupenda con i miei amici, era giunto il momento di tornare a casa e affrontare i miei genitori.
I miei genitori, che non vedevo dal matrimonio di Arianna.
Oh, sarebbe stata una lunga nottata, fortunatamente sarei ripartita la mattina seguente.
Jenna mi aprì la porta di casa, non lasciandomi il tempo di salutarla perché mi catturò in un abbraccio "Sono così felice che tu sia qui!" esclamò, tenendomi stretta.
Ricambiai l'abbraccio "Anche io, Jen"
I miei genitori si fecero subito avanti, abbracciandomi a turno, mia madre con le lacrime agli occhi.
Non erano così emotivi nemmeno quando tornavo a casa per le vacanze durante l'università.
"Sei dimagrita, tesoro" fece mia madre, prendendomi le mani e osservandomi per bene mentre mio padre le passava un fazzoletto.
"Sto bene, mamma" dissi io a mo' cantilena "Voi come state?"
"Più vecchi" rispose mio padre ridendo, poi andammo tutti a sederci sui divani.
Tanti flash degli anni passati si susseguirono in una sequenza rapida nella mia mente, andando dal liceo a due anni fa.
Io e le ragazze durante il nostro primo anno di liceo sedute lì a parlottare, ancora noi durante uno dei nostri soliti pomeriggi fatti da biscotti e cioccolata calda, poi si aggiunsero i ragazzi, con Sam che aveva rotto un vaso che si trovava dove Jenna aveva appena posato il cellulare. Poi comparve Henry, in tutto il suo solito splendore, mentre parlava con i miei genitori.
Non provai a scacciare il viso di Henry dalla mia mente, anche perché sapevo che ora avremmo parlato di lui, di noi due, della nostra relazione fallita.
"Allora, tesoro" iniziò mia madre, sorridendo incerta "Come vanno le cose a lavoro? Ci è dispiaciuto molto che tu non sia potuta venire qui per Natale"
"Scusatemi" risposi "Sono stata davvero tanto, tanto impegnata... Ma ora le cose vanno bene, ho iniziato a delegare molto di più, diminuendo lo stress"
"Bene" replicò mio padre "Te l'ho sempre detto che non devi mai caricare troppo peso sulle tue spalle"
"E le ragazze come stanno?" mia madre voleva arrivare a parlare di Henry, ma stava prendendo l'argomento alla larga "Ho visto delle foto dei figli di Greta, sono adorabili"
"Lo sono!" confermai sorridendo "Sono dei bambini dolcissimi, poi Greta e Shawn sono dei genitori fantastici"
"Quel ragazzo mi è sempre piaciuto" intervenne mio padre "Si vedeva fin dall'inizio che fosse un ragazzo serio... Quando Greta lo portò qui a Verona per la prima volta a conoscere i genitori, sono passati anche da casa nostra"
"Non lo sapevo" dissi, pensando che in quel periodo io e Henry stavamo vivendo un periodo di serena felicità a Londra, immersi nella nostra intimità "Shawn dà a tutti quell'impressione, comunque"
"Luke, d'altro canto..." disse papà "Lui non ha proprio la mia simpatia"
"È migliorato con gli anni" sette anni prima, non avrei mai pensato di difenderlo "E lui e Federica sono bellissimi insieme"
"Michael e Arianna pensano di avere dei figli, invece?" domandò Jenna, prendendo parola per la prima volta dall'inizio della conversazione.
"Sì" risposi "Ma non subito"
"Interessante..." mia madre si morse il labbro superiore prima di continuare "E tu, tesoro?"
"Io cosa, mamma?" avevo capito benissimo, invece.
Lei alzò le spalle "Frequenti qualcuno, al momento?"
Mio padre roteò gli occhi, mia sorella la guardò male ed io rimasi parecchi secondi in silenzio prima di dire "No, non frequento nessuno"
"Forse dovresti"
"Carol..." provò ad ammonirla mio padre "Lasciala stare"
"Tesoro" lei lo ignorò "Penso che sia arrivato il momento di voltare pagina, magari vederti con qualcuno potrà essere benefico"
Siccome volevo che quella fosse una conversazione sincera, fui onesta "Henry è stato troppo importante per me ed è stato l'unico vero compagno che abbia mai avuto. Non sono pronta ad iniziare una nuova relazione con qualcun altro" c'erano delle parole sottointese che non volli portare alla luce, come al momento non voglio nessun altro. Non voglio nessuno che non sia lui. Non voglio aprire il mio cuore un'altra volta.
"Lo ami ancora?" domandò mia madre, non arrendendosi.
Mi massaggiai le tempie con le mani "Una parte di me lo amerà sempre mamma"
"Siete ancora in contatto?" la domanda di mio padre mi sorprese.
Scossi la testa "No, ma è meglio così. Ci siamo visti ieri perché Dylan ci aveva invitati all'inaugurazione del suo nuovo albergo a Praga"
Jenna mi guardò sorpresa e leggermente preoccupata "E come è andata?"
Scrollai le spalle "Ci siamo salutati, abbiamo parlato cortesemente ed è finita lì" quella fu l'unica buia che dissi ai miei genitori. A Jenna avrei anche potuto dire i dettagli, ma non in quel momento.
Con un muto accordo, decidemmo di smettere di parlare della mia vita sentimentale e lasciai che i miei genitori mi aggiornassero su quello che era successo recentemente a Verona.
Col passare dei minuti mi rilassai, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi stata tesa durante la parte iniziale della nostra conversazione.
Rimasi rilassata per il resto della serata, la tensione ritornò soltanto dopo un paio d'ore, quando il display del mio telefono si illuminò a causa di diversi messaggi.
Il primo era di Federica.

Ci vediamo domani alle otto, facciamo colazione e poi partiamo.

Il secondo messaggio era da parte di Shawn, che mi aveva mandato una foto di lui e Aaron davanti all'edificio della mia società, scrivendo:

Passeggiata davanti alla società della zia Eve.

E il terzo, quello che mi fece aumentare di nuovo la tensione, fu da parte di Trevor, il fratello di Henry.

Ho parlato con Henry oggi e mi ha fatto capire quanto io sia stato uno stronzo con te. Mi dispiace, ovviamente se hai bisogno di qualsiasi cosa, conta su di me.

Ora, non sapevo precisamente di cosa avessero parlato e non ero sicura di volerlo sapere, ma sembrava che ogni volta che volessi farne un passo avanti, qualcuno mi tirasse indietro facendomi schiantare contro un grosso cartellone con la faccia di Henry stampata sopra.

Le sfumate dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora