Capitolo 4

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L'unico addio al nubilato al quale avevo mai partecipato era quello di Lizzie, l'anno precedente, con tanto alcol. Per l'addio al nubilato di Greta, invece, eravamo andate semplicemente in discoteca per poi tornare a casa e guardare film d'amore fino allo sfinimento, Greta quel giorno si era presa la laurea specialistica e non era nel pieno delle sue forze.
Arianna aveva invitato anche Lizzie e Josie alla festa, ma entrambe lavoravano e non avevano più giorni liberi da chiedere.
Per partecipare, avevo dovuto delegare molto del lavoro che avevo da fare e non potevo dire di esserne contenta, dato che non sopportavo che qualcun altro si occupasse dei miei affari, ma era il compleanno e l'addio al nubilato di Arianna!
Federica aveva proposto di assumere degli spogliarellisti come a quello di Lizzie, ma Arianna aveva rifiutato dicendo che "Porta sfortuna, alla fine Lizzie ha divorziato dopo solo sei mesi!"
Così finimmo per affittare per noi quattro l'intera terrazza di uno dei locali più esclusivi di Londra, mettendo la musica altissima e con tanti, tanti cocktails.
La pancia di Greta sembrava scoppiare, i gemelli sarebbero nati a novembre ed entrambi i futuri genitori avevano iniziato ad andare in panico per le cose più semplici. La sorella di Greta, Aurora, e Michael sarebbero stati la madrina e il padrino dei gemelli, non ci avevano messo molto per deciderlo, ma poi avevano iniziato a pensare ai preparativi del battesimo, a far sì che la famiglia di Greta venisse in Inghilterra e a tutto il resto. Shawn era il più ansioso dei due, ma solo perchè Greta temeva che lo stress li avrebbe fatti nascere prematuri.
Perciò per la maggior parte della serata, Greta rimase seduta su una comoda poltrona con i cuscini soffici, a sorseggiare dell'acqua e a cambiare le canzoni trasmesse dalle casse tramite il cellulare.
Arianna aveva indosso un vestitino argentato e un diadema di plastica, al quale era agganciato un velo nuziale che le arrivava fino al sedere.
Avevamo chiesto a Sam, Mario, Cosimo e Alessio di partecipare, ma loro erano arrivati quella sera stessa all'hotel a Brighton dove avrebbero alloggiato tutti gli invitati, per cui non se la sentivano di mettersi su strada di notte per Londra. Tutti i nostri genitori sarebbero venuti, così come al matrimonio di Greta. Nonostante fossi felice di vedere la mia famiglia, anche se solo per un giorno, avrei preferito che non venissero. Così non avrei dovuto mentire loro per tutto il tempo.
La cerimonia si sarebbe svolta sul pier della famosa città, che non si sa come Michael e Arianna erano stati in grado di affittare, forse grazie a qualche conoscenza influente di entrambi.
C'era persino una ruota panoramica e tante altre attività da luna-park, in più lì vicino c'era un ristorante che si affacciava sul mare, così anche il pranzo sarebbe stato magico, così l'aveva descritto la mia amica. I due futuri sposi, intorno all'ora di cena, sarebbero andati all'aeroporto per partire immediatamente per la luna di miele, che sarebbe durata soltanto una settimana visto che Michael doveva ultimare la progettazione del nuovo edificio e Arianna aveva molti pazienti da seguire.
Era da molto che io e Henry non facevamo un viaggio insieme, forse l'ultimo era stato per il suo trent'esimo compleanno, l'anno precedente. Avevo prenotato un viaggio a Las Vegas, dato che avevamo sempre parlato di andarci insieme e divertirci come dei pazzi.
Henry aveva scherzato sui matrimoni lampo che si svolgevano in quella città e mi aveva detto che volevo solo una scusa per sposarlo il prima possibile. Io gli avevo risposto, scherzando, che non avevo bisogno di andare in un altro continente per sposarlo e che sarebbe stato inutile, dato che sembravamo già una coppia sposata e non c'era bisogno di ufficializzare la cosa. Non avrei mai dimenticato la sua espressione ferita, anche se era scomparsa in una frazione di secondo. Se avessi saputo Se solo avessi saputo cosa gli passava per la testa, non ci avrei scherzato su.
Dopo ciò che era successo un mese prima di questo giorno, durante gli inizi di settembre quando il matrimonio di Arianna si avvicinava, io e Henry ci eravamo allontanati. Parlavamo ancora meno di prima e andavamo a letto in orari diversi. Quando io mi addormentavo, lui non era ancora tornato e quando lui si svegliava, io ero già andata via.
In un mese, dopo quel litigio, era cambiato quasi tutto e io non sapevo cosa fare. Entrambi ci eravamo buttati ancora di più nel lavoro, come se fosse un rifugio. C'era una specie di tacito accordo secondo cui il non parlarsi avrebbe impedito alla bomba di esplodere. A volte avevo la sensazione che stessimo rimandando qualcosa di brutto, ma ogni volta che pensieri del genere si insinuavano nella mia mente, riprendevo a lavorare per dimenticarmi di tutto il resto.
Non è che ci comportavamo male l'uno con l'altra, semplicemente non ci davamo modo di interagire più di tanto, che forse era anche peggio di qualsiasi litigio. Se avevo bisogno di qualcosa, potevo comunque contare su di Henry e lui su di me, ma era come se fossimo due colleghi con due vite private diverse. E poi, tendavamo comunque a non chiederci niente, a cercare di evitare l'aiuto dell'altro.
Forse avremmo dovuto fare un viaggio insieme, solo noi due, per riappacificarci e tornare come prima. Quella era una crisi come un'altra, ne avevamo avute molte nel corso degli anni. Certo, quelle erano durate molto di meno, a malapena una settimana, ma avevamo trovato sempre il modo di ritornare noi stessi.
Evelyn e Henry.
Henry e Evelyn.
Una squadra, che aveva bisogno di un incoraggiamento per tornare a giocare.
"Bevi questo e dimentica qualsiasi cosa tu stia pensando in questo momento!" Arianna, già a metà strada per essere ubriaca, mi mise in mano un Long Island sorridendo.
Non avevo detto niente alle mie amiche di quello che era successo, non solo perchè le mie amiche avevano preoccupazioni
Feci del mio meglio per assumere un'espressione allegra, il che non mi fu difficile visto che Federica stava ballando a ritmo di una canzone pop, ma sembrava più che altro che stesse avendo degli spasmi.
Mi lasciai trascinare anch'io nella strana danza di Arianna e Federica, mentre Greta ci registrava e rideva, dicendo che sembravamo delle pazze uscite da un manicomio.
Dopo un mese di gelido inferno, avevo bisogno di quella serata.
Arianna si appoggiò all'alto parapetto della terrazza, le arrivava quasi alle spalle, e sospirò rumorosamente "A quest'ora, domani sarò su un aereo per la mia luna di miele!"
"Un aereo per chissà dove!" scherzò Federica.
Era stato Michael soltanto ad occuparsi della luna di miele, voleva fare una sorpresa ad Arianna e diligentemente mantenuto il silenzio sulla destinazione, o destinazioni.
"A quest'ora, domani sarai sposata!" fece Greta, mettendosi le mani sulla pancia con fare protettivo "Chissà quando verranno i bambini"
Arianna sorrise, alzando le spalle "Chissà"
"Non ne avete parlato?" domandò Federica.
"Ancora no, ma di certo non cercheremo di averne per i prossimi due anni, come minimo"
"Spero solo che non abbiamo il carattere di Michael" scherzai "E che prendano più da te"
La futura sposa scoppiò a ridere "Non puoi dire che non si è sciolto negli anni"
"Mi sembra il minimo!" ribattei, ridacchiando "Ha iniziato a sorridermi dopo due anni, poi ha iniziato a chiedermi come stessi dopo tre"
"Con me si è sciolto prima" fece Greta "Probabilmente per via di Shawn"
"Michael vi vuole bene" disse Arianna, più seriamente "Non lo fa vedere, ma ci tiene. Anche a te, Evelyn, nonostante continui a sostenere che avete perso la caccia al tesoro del Mayball per colpa tua!"
Lanciai le braccia all'aria per la disperazione "Dopo sei anni? Seriamente?" feci una pausa di meditazione "E comunque è stata più colpa sua"
Scoppiammo tutte a ridere e per qualche istante dimenticai il vuoto che sentivo dentro di me da un mese. Da quando io e Henry ci eravamo detti tutte quelle brutte cose.
Improvvisamente, però, dei nuovi arrivati si presentarono.
Sam, Cosimo, Mario e Alessio erano venuti a Londra per la serata, per celebrare la futura sposa.
Allora le risate si trasformarono in lacrime, per poi tradursi in fiumi di parole sui bambini che eravamo stati e gli adulti che eravamo ora, su come tutto e niente fosse cambiato, su come la nostra amicizia fosse ancora lì, più solida di una roccia.
In quel posto sicuro, mentre piangevamo per l'emozione dei ricordi, senza che nessuno lo sospettasse, mi concessi di versare delle lacrime per un'altra persona.
Era cambiato tutto.
Tutto.

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