Capitolo 27

645 17 0
                                    

Per motivi organizzativi, la mia festa era stata spostata a pranzo, ma la cosa mi andava bene visto che quella sera volevo soltanto stendermi sul divano e guardare commedie romantiche fino alla morte. Quando io e le mie amiche eravamo delle ragazzine, festeggiare i compleanni sembrava la cosa più importante del mondo, ora invece era una giornata da superare. Principalmente perché, lavorando tanto, eravamo sempre abbastanza stanche e una festa non era la migliori delle idee.
Per cui, il giorno del mio compleanno mi limitai a portai i miei amici a mangiare in un ristorante stellato, cosa che non avevo mai fatto prima. Fu un pranzo rilassante, nonostante i figli di Greta si siano messi ad urlare a squarciagola durante il dessert, facendoci ridere a crepapelle mentre Shawn cercava in tutti i modi di calmarli e Greta li minacciava di tagliare loro i fondi dell'università se non avessero smesso, come se i bambini potessero capirla.
Dopo il pranzo ci facemmo una passeggiata per Hyde Park, godendoci un'inaspettata calma e un parco semivuoto, pieno dei suoi della natura e scoiattoli che si avvicinavano ai passeggini dei bambini. Io stavo spingendo il passeggino di Liv, mentre Michael quello di Aaron. L'ex capitano della squadra universitaria di basket durante il pranzo ci aveva annunciato che aveva spostato a fine aprile l'inaugurazione del suo nuovo edificio, poiché i lavori erano terminati in anticipo e non aveva senso aspettare troppo a lungo.
Mentre camminavamo nella quiete, tra una battuta e l'altra, Federica e Luke ci dissero che sarebbero partiti per il fine settimana per Barcellona "Una fuga romantica" stava dicendo lei.
"E una fuga da mia madre, che voleva venirci a trovare" finì Luke "Adoro mia madre, ma vogliamo evitarci un fine settimana di richieste per un nipote"
Greta inarcò un sopracciglio "Fuggirete ogni weekend?"
"No, solo questo Rimandiamo alla settimana prossima" replicò Federica, rassegnata "Ma per fortuna il prossimo sabato verrà a Londra mio fratello, almeno non saremo totalmente soli"
"Noi partiremo per una seconda luna di miele dopo l'inaugurazione dell'edificio!" si intromise Arianna, sorridente.
Michael aggrottò la fronte e la guardò ridendo "Quando l'abbiamo deciso?"
"L'ho deciso io" rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Greta e Shawn si guardarono e scossero la testa "Per noi il tempo dei viaggi all'ultimo minuto è finito" disse lui, piegandosi per dare la manina a Liv.
"E finirà anche per voi" aggiunse Greta con fare minaccioso "Perciò smettetela di sogghignare"
Io alzai le mani in segno di resa "Io non ho detto niente E poi, in questo momento sono" mi interruppi quando sentii il mio telefono suonare nella mia borsa "Scusate" mormorai mentre Federica prendeva il passeggino di Liv.
Quando vidi sul display il nome della persona che mi stava chiamando, esitai prima di rispondere.
"Ciao, Henry" non appena dissi il suo nome, tutti si voltarono verso di me.
Quella mattina, il mio primo pensiero era stato "Questo è il mio primo compleanno senza di lui". E per tutta la giornata avevo cercato di non pensarci, ma durante il pranzo continuavo sempre a guardare la sedia alla mia sinistra dove era seduta Federica, pensando che lui avrebbe dovuto essere lì al mio fianco, che lui mi avrebbe dato il primo bacio del mio ventiseiesimo anno di età. Ma ad accogliermi quella mattina c'erano stati solo i messaggi della mia famiglia e dei miei amici e non mi ero mai sentita più triste. Quelle decine di messaggi di auguri non erano stati in grado di compensare il vuoto causato da una singola persona.
"Evelyn" la sua voce sarebbe stata per sempre la mia musica preferita "Buon compleanno"
"Grazie" il sorriso che feci fu autentico, a trentadue denti. Perché avevo la sensazione di provare fin troppo entusiasmo per la sua chiamata?
"Come stai?" non riuscivo a visualizzare nella mia mente la sua espressione, ma sembrava che si stesse sforzando per mantenere un tono allegro e neutro allo stesso tempo "Stai passando bene la giornata?"
"Sto molto bene Ora sto facendo con gli altri una passeggiata ad Hyde Park" respirai profondamente "Tu come stai?"
"Come al solito, niente di diverso dal normale... L'unica cosa vagamente entusiasmante è che tra un'ora parto per Liverpool, una rottura della solita routine" era nervoso per caso? Aveva parlato molto velocemente, quasi mangiandosi le parole.
"Per caso sto percependo un Henry Cooper annoiato?"
"Non ti darei mai questa soddisfazione"
Scoppiai in una risata forse eccessiva "No, non me la daresti"
I miei amici iniziarono a guardarmi curiosi e increduli, ad eccezione di Shawn che aveva un sorriso stampato in faccia.
"In ogni caso, sono felice di sapere che stai bene"
"Grazie per aver chiamato"
"Grazie per aver risposto"
Nessuno dei due aggiunse nient'altro e alla fine chiudemmo la chiamata, ma non potevo dire con certezza chi dei due l'avesse chiusa per prima.
Con ancora il telefono in mano, rimasi lì in piedi a fissare il vuoto, ripensando alla nostra conversazione e a quanto fosse stato facile scherzare con lui, come una volta.
"Tutto bene?" provò a chiedermi Federica cautamente.
Annuii, ancora parzialmente persa nei miei pensieri "Sì" risposi, un po' assente "Mi ha dato gli auguri di compleanno"
"È stato carino" commentò Greta mentre cullava Aaron, che nel frattempo si era messo a piangere "No?"
Feci di nuovo di sì con la testa "Pensavo che mi avrebbe mandato solo un messaggio, ma sono felice che abbia chiamato... È stato..." non riuscii a continuare, lottando con le parole.
"È stato cosa?" fece Federica.
"È stato bello sentire di nuovo la sua voce" ammisi "Bello"
Registrai con la coda dell'occhio Michael che si grattava la nuca mentre diceva "Sai che ci sarà anche lui all'inaugurazione, vero?"
"Certo" gli risposi, scuotendo leggermente la testa per tornare in me completamente "Non è un problema, lo sai"
"Volevo esserne sicuro"
Chiusa la parentesi che Henry aveva aperto con quella telefonata, continuammo la nostra passeggiata per un'altra mezz'ora, prima di salutarci e tornare tutti al proprio lavoro o alla propria casa.
Sgusciai via dal vestito e dalle scarpe che avevo indossato tutto il giorno non appena entrai dentro casa, camminando fino alla camera in sola biancheria intima e indossando il pigiama. Per il resto della giornata, non volevo parlare più. Avevo sentito tramite videochiamata tutti i miei parenti quella mattina, mentre Sam, Mario, Cosimo e Alessio mi avevano chiamata mentre eravamo all'Hyde Park, così avevano avuto l'occasione di salutare anche tutti gli altri.
Persino Arthur, lo storico autista di Henry, mi aveva mandato un messaggio di buon compleanno, così tutto come tutto il suo gruppo di amici. Dylan era stato il solo di loro ad avermi chiamata al cellulare quella mattina.
Posizionai sul banco della cucina il robot da cucina che i miei amici mi avevano comprato, assieme a tutti i suoi accessori. "Così non avrai più scuse per non cucinare" mi avevano detto mentre io ridevo.
Proprio mentre alzavo al massimo il volume dello stereo, il mio telefono iniziò a squillare insistentemente, così spensi la musica e risposi al numero sconosciuto che mi stava chiamando.
"Pronto?" dissi, un po' scocciata per aver interrotto Where the Streets have no name degli U2.
"Parlo con Evelyn Greco?" mi disse una voce in modo concitato "Pronto? Parlo con Evelyn Greco?"
"Sì" risposi, aggrottando la fronte "Con chi parlo?"
"Sono la dottoressa Danes, del Liverpool Hospital"

"Tra un'ora parto per Liverpool...."

Dovetti aggrapparmi allo schienale del divano, perché mi sentivo mancare.
"Lei è tra i contatti di emergenza del signor Henry Cooper. Deve venire immediatamente, il treno sul quale il signore viaggiava ha avuto un terribile incidente e..."
Non aspettai che finisse di parlare, ero già in camera ad infilarmi un paio di jeans e una felpa "Qual è l'indirizzo dell'ospedale?"

Le sfumate dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora