Capitolo 24

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L'ultima volta che eravamo stati tutti e otto insieme ai Muretti risaliva a circa quattro anni prima di quel giorno. Non che non ci fossimo stati dopo durante i nostri viaggi a Verona, ma tutti insieme non c'eravamo più ritornati.
Il solo rivedere quel posto, accarezzato dalla luce riflessa della Luna, mi fece venire le lacrime agli occhi. Le ultime ventiquattro ore erano state un susseguirsi di emozioni, mi sentivo esplodere dentro.
Io e le ragazze eravamo venute lì direttamente dall'aeroporto, non eravamo passate neanche da casa. Non ero ancora pronta ad affrontare i miei genitori, volevo prima riprendermi e forse stare con i miei amici mi avrebbe dato la forza.
L'ultima volta che ero stata lì era stata con Henry, due anni prima. Il ricordo mi assalì all'improvviso e gelido come un secchio di ghiaccio.

"Dio, come mi mancava questo posto!" esclamo, sedendomi sui Muretti e osservando il tramonto e il prato pieno di fiori colorati.
Henry è in piedi dietro di me, mi stringe tra le sue braccia ed io mi appoggio alla sua schiena, sorridendo anche se lui non può vedermi il viso "Ogni volta che vengo qui, penso a tua sorella che ti chiama mentre io ero sul punto di baciarti"
Scoppio in una sonora risata, che vibra in tutto il petto "Jenna non ha mai capito cosa fosse il tempismo"
"Ti rendi conto che avevo venticinque anni? È passato un secolo"
"E la settimana scorsa ne hai compiuti trentuno!" la festa era stata grandiosa, Dylan si era ubriacato così tanto che aveva vomitato sulle scarpe nuove di Luke.
Faccio un respiro ed espiro lentamente, godendomi il momento. La mia agenda diventa giorno dopo giorno sempre più fitta, l'anno prossimo sarò fortunata se riuscirò a cenare almeno una volta a settimana con Henry "Sono fiera di noi, lo sai?" dico d'impulso, senza pensarci.
"Perché?"
"Abbiamo..."

Bloccai il ricordo prima di riascoltare le mie stupide parole.
Bloccai il ricordo prima di riascoltare la sua stupida risposta.
Mi concentrai interamente sul mio storico gruppo di amici: Arianna, Federica, Greta, Mario, Cosimo, Alessio e Sam.
Eravamo di nuovo lì insieme, nello stesso posto dove sette anni prima avevamo brindato alla nostra amicizia.
L'abbraccio di gruppo che ci stringemmo fu di sollievo, guarigione, ma anche di una triste consapevolezza. Eravamo fortunati se ci vedevamo una volta l'anno, quando prima ci incontravamo tutti i giorni.
Non era cambiato niente, ma era cambiato tutto.
"Siete in ritardo come al solito" commentò Cosimo, per sdrammatizzare la situazione, ma vedemmo tutti che ci asciugò delle lacrime prima di parlare.
"Sai com'è, veniamo da Londra" replicò Arianna, ridacchiando e andandosi a sedere sui Muretti "Che si dice ragazzi?"
I ragazzi in questione si voltarono verso di Sam, che a stento tratteneva il sorriso.
"Che succede?" feci io "Stai bene?"
Sam fece un altro grande sorriso, poi ci mostrò la sua mano sinistra, il cui anulare era circondato da un anello nero "Sam si sposa, ragazze!" ci disse parlando di se stesso in terza persona.
Ci furono dei gridolini, delle risate e delle imprecazioni di sorpresa, quest'ultime da parte di Greta, poi lo abbracciamo. Partirono le domande a raffica "Quando vi sposate?" ("L'anno prossimo), "Chi ha fatto la proposta?" ("Lui") e "Adotterete dei figli?" ("Chi ci pensa ai figli, ora!").
Quella sì che era una bella notizia, una notizia che ci rallegrò tutti.
Mi rallegrai persino io, che ero la persona meno adatta al divertimento in quel momento.
Anche Cosimo e Alessio avevano trovato due ragazze con cui si erano sistemati, Alessio ci dice che stava progettando di chiederle di sposarla, mentre Cosimo era andato a convivere ma né a lui né alla sua fidanzata interessava il matrimonio.
Mario, invece, sosteneva che era troppo impegnato con il suo lavoro per essere davvero interessato a stare con qualcuno, preferiva rimanere da solo al momento. Invidiavo la serenità con cui lo ammetteva.
L'attenzione si spostò sui bambini di Greta e sulle decine di foto tenere che ci mostrò sul cellullare. Nella prima di quelle foto, Liv dormiva e Aaron la fissava in trance, nella seconda lui la svegliava con un calcio, nella terza lei gli tirava il braccio.
Ridemmo tutti, poi ci mostrò un video di Shawn che provava a nutrire Aaron dal biberon cantandogli delle canzoni inglesi per bambini, ma Aaron non ne voleva sapere e sputò il latte sulla spalla di Shawn, con Greta che rideva in sottofondo prendendo in giro il marito.
"Siete così carini, tutti e quattro!" commentò Mario, sorridendo, poi Greta passò alle foto di noi quattro con i bambini.
Sullo schermo apparve Federica che sorrideva a Liv tra le sue braccia, poi fu il mio turno con Liv che mi tirava affettuosamente i capelli e, infine, ci fu Arianna che faceva delle facce buffe ad Aaron. Anche Michael fece una comparsa, in piedi nel salotti di casa di Greta e Shawn, con quest'ultimo che gli porgeva Aaron.
Mi fece un po' male il cuore non vedendo Henry in quelle foto, sarebbe stato bravissimo con quei bambini.
Il ricordo di poco prima cerco di riemergere, ma glielo impedii e mi tenni con la mente nel presente.
"Shawn è un padre fantastico" iniziò a dire Greta "È come se fosse nato per essere padre!"
"Tu non hai mai provato trasporto per i bambini" disse Cosimo.
"Ma con loro due" Greta sorrise felice "Sono la mia luce, li amo troppo"
"Quando saranno più grandi" replicai "Li vizieremo così tanto che non vorranno più tornare a casa Imploreranno di passare più tempo con le zie"
"Pensate a fare i vostri, di figli!" ribatté Sam, ridendo "Arianna, tu quando ci dai delle liete notizie?"
Lei alzò le mani in segno di resa "Non abbiamo ancora iniziato a provare, ma forse l'anno prossimo" alzò le spalle e sorrise "Chissà"
"Io e Luke ne abbiamo parlato" era la prima volta che sentivamo quella notizia da Federica, perciò ci girammo tutti verso di lei, sorpresi "Non pensavo di volere figli E non pensavo che nemmeno Luke li volesse"
Greta sgranò gli occhi "Sei incinta?"
"No!" esclamò Federica, ridendo "È ancora un discorso molto astratto Ma forse tra un paio d'anni anche noi avremo un figlio, diciamo che non è un discorso chiuso"
L'abbracciai di slancio "Sono così felice per voi due!"
"Non sono ancora incinta, Eve"
Mossi la mano in aria con fare sbrigativo "È comunque una bella notizia!"
Sette paia di occhi si posarono su di me, in attesa, e mi sentii come se fossi nuda senza niente per coprirmi.
"Che c'è?" sapevo il discorso che stavano per affrontare, e sapevo di doverne parlare ad un certo punto, ma sentivo già la tristezza risalire a galla.
"Quando inizierai a voltare pagina?" chiese schiettamente Sam, un po' mi irritò.
"Che significa?" indietreggiai di un passo "Ho già voltato pagina" non era propriamente vero, non quando ogni volta che chiudevo gli occhi sentivo ancora il suo tocco di seta sulla mia pelle, le sue lacrime sulle mie guance
Cosimo guardò male Sam, poi si rivolse a me un po' più dolce "Sam voleva dire che Ehm Non so, forse dovresti guardarti in giro?"
Non era stato molto più delicato, ma apprezzai il tentativo "Non voglio guardarmi in giro" non so se lo vorrò mai.
Federica cercò di venire in mio aiuto dicendo "Eve è andata a Praga questo fine settimana!"
"A Praga?" domandò Alessio.
"Per l'inaugurazione del nuovo albergo di Dylan, nulla di che"
Federica non andare avanti, non andare avanti
"E le ho ordinato di uscire e divertirsi Magari con qualche bel ragazzo"
Sam inarcò un sopracciglio, scettico "E l'hai fatto?"
"Certo!"
Arianna e Greta mi guardarono sorprese "E con chi? Uno sconosciuto? Devi raccontarcelo!" fece la prima, mentre la seconda disse "E io che pensavo che saresti rimasta per tutto il tempo in camera tua a piangere per Henry!" ecco perché erano state così brave ad evitare di parlare di lui al mio rientro Non che avessero tutti i torti.
Mi morsi un labbro.

"Non ricordo l'ultima volta che ti ho baciato"
"Non ricordo l'ultima volta che ti ho stretta"

"Non era uno sconosciuto" risposi esitante, poi mi nascosi il viso con le mani.
Sam, che ci aveva visto lungo, iniziò a scuotere la testa contrariato, mentre Federica mi guardava confusa.
"Non sarà stato mica un amico di Henry, vero?" domandò Arianna, non considerando l'ipotesi più ovvia.
"Era Henry" dissi, la mia voce attutita dalle mani "Sono andata a letto con Henry"
I miei amici esplosero in una serie di esclamazioni di disapprovazione, io non avevo il coraggio di guardarli negli occhi.
"Come è successo?" azzardò a chiedere Federica, prendendomi le mani e togliendomele dal volto.
Tutti videro che io avevo gli occhi lucidi, ma non versai una lacrima.
Avevo ucciso l'atmosfera e mi sentivo una persona orribile.
"È successo" sospirai e mi appoggiai ai Muretti, poi raccontai in breve il nostro incontro.
Le sue parole ostili dette a Dylan.
Io che corro, lui che mi segue.
Le mie lacrime, le sue lacrime.
Le reciproche accuse, le reciproche scuse.
E il nostro addio, il portachiavi, l'ultimo della nostra lunga e amata tradizione.
Riuscii a raccontare tutto senza scoppiare in un pianto isterico, ma delle lacrime solitarie mi scorsero sulle guance, bagnandole in silenzio.
"Mi sento come se avessimo rotto di nuovo" ammetto "E non mi pento di quello che è successo, ma..."
"Fa male" concluse Arianna per me.
Annuii, rendendomi conto che mi serviva quello sfogo, quel confronto "Sono contenta che mi abbia detto com'è stata per lui la nostra rottura Ci siamo aperti l'uno con l'altra per l'ultima volta"
"Eve..."

"Addio, Eve"

Trasalii all'uso del diminutivo, ma Sam continuò a parlare "Sono convinto che d'ora in avanti le cose andranno molto meglio"
Federica lo supportò "Questa era la chiusura definitiva, serviva ad entrambi"
"Ma tu come ti senti? Più leggera?" domandò Cosimo.
"Mi sento più leggera" iniziai a dire "Perché ora so che non c'è più niente di sospeso tra di noi Ma mi sento anche appesantita, anche se non so perché"
"È stato una parte importante della tua vita" disse Greta "Per tanti anni, ora che vi siete detti addio per davvero, è normale sentirsi spaesati"
Mi coprii il viso delle mani, poi me lo scoprii e sospirai "Scusatemi se ultimamente sono una lagna, mi rendo conto che parlo più ora di Henry che di quando stavamo insieme"
I miei amici ridacchiarono, poi Arianna fece "Noi siamo felici che ce ne parli, non vogliamo più vederti ridotta ad un guscio vuoto Non devi farlo mai più"
La mia chiusura in me se stessa dopo la rottura era stata davvero drastica.
"Promesso" sorrisi, essendo grata di avere quel gruppo di amici "E ora, chi ha le carte da UNO?"

Le sfumate dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora