Capitolo 16

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Fu un Natale alternativo, senza la lasagna di mia nonna, senza i fiumi di battute di mio zio Domenico e senza la stravaganza di mia cugina Alice, che nel frattempo era diventata una scrittrice di romanzi rosa.
Io e mia sorella dormimmo nel letto della stanza degli ospiti fino alle undici, per poi rimanere in pigiama fino alle quattro del pomeriggio. Ordinammo il pranzo a casa, mangiando a palate, poi Jenna mi diede il suo regalo di Natale: un soprabito rosa cipria.
"È stato un regalo molto all'ultimo momento" ammise, arrossendo un po' "Scusa"
"Io non ho un regalo" le dissi, imbarazzata "Non ho comprato nessun regalo di Natale, in realtà"
Jenna sgranò gli occhi "E vuoi presentarti dalle tue amiche senza regali? Vai a vestirti! Dobbiamo rimediare subito!"
E così passammo il resto del pomeriggio a fare compere, comprando fiumi di giocattoli e vestitini ai figli di Greta. A Federica comprai una borsa per trasportare il suo portatile, visto che lo portava sempre in giro in una borsa di tela che prima o poi si sarebbe rotta, mentre a Greta presi un set di sei tazzine per il caffè con il tema "Viaggiare per il mondo", infatti ogni tazzina aveva dei disegni stilizzati di un Paese del mondo.
Shawn avrebbe ricevuto da me un canestro da montare in giardino, mentre a Michael, visto che volevo prenderlo un po' in giro, comprai il puzzle tridimensionale del Tower Bridge, lungo un metro e mezzo e alto cinquanta centimetri. A Luke fu più difficile comprare qualcosa, ma alla fine gli presi un orologio nuovo, consigliata ovviamente da Federica.
Quando arrivò il momento di andare dal mio gruppo, di varcare la soglia della casa di Greta, le ultime settimane si abbatterono su di me come dei macigni, ma la mano di mia sorella strinse la mia e mi sentii più leggera, perché finalmente avevo capito che non dovevo affrontare tutto da sola, che potevo farmi aiutare nel superare quel momento difficile.
Federica aprì la porta e, non appena mi vide, sorrise a trentadue denti e mi avvolse con le braccia, stringendomi talmente forte da farmi mancare l'aria "Sei venuta!"
"Non sarei mai mancata"
Ci addentrammo nella casa e vidi i miei amici seduti sui due divanetti del soggiorno, Greta con Liv in braccio e Aaron tra le braccia di Luke.
"Buon Natale, ragazzi"
Erano scioccati, per qualche secondo nessuno si mosse, poi fu un'esplosione di risate, urletti di gioia e abbracci. Mia sorella Jenna si tenne in disparte fino a quando non arrivò il suo momento dei saluti.
Abbracciai entrambi i bambini a turno, commentando quanto fossero cresciuti in quelle settimane e quanto fossero carini "Ha i tuoi occhi, Shawn!" commentai indicando Liv "Ma ha la bocca di Greta"
La coppia felice guardò i figli con tutto l'orgoglio e l'amore di cui erano capaci, poi Shawn mise un braccio attorno alle spalle di Greta.
Luke mise le mani in tasca e guardò i bambini sognante, aveva un'espressione che non gli avevo mai visto "Sono davvero belli"; lui e Federica si guardarono, una conversazione silenziosa passò tra i loro occhi e si concluse con un sorriso da parte di entrambi.
Diedi i miei regali, scusandomi per non aver partecipato alla cena della sera prima, e aprii tutti i pacchetti che avevano per me.
Un'oretta passò tra canti natalizi, regali, risate e vecchi aneddoti; dopo che i bambini furono messi a dormire, Greta versò a tutti un calice di vino e ci sedemmo sui divani "Ti trovo meglio, Eve"
Tentai un sorriso "Scusatemi per queste ultime settimane, non sono stata in me"
"Non devi scusarti" intervenne Federica mettendomi una mano sul fianco "Volevamo aiutarti, ma abbiamo pensato che darti il tuo spazio fosse la cosa migliore da fare Scusaci se non siamo stati presenti"
"Non avreste potuto fare niente" le confortai, perché non dovevano assolutamente sentirsi in colpa "Dovevo aiutarmi da sola, mia sorella mi ha dato la spinta di incoraggiamento" sorrisi a Jenna e l'attenzione si spostò su di lei, sulla sua pasticceria e su come andassero le cose a Verona; mentre lei parlava, il mio telefono vibrò e lo controllai, trovando sul display un messaggio sulla mia email personale.

Buon Natale
-Henry

Fissai lo schermo per diversi secondi, attendendo quella morsa al petto, quel dolore indomabile.
Attesi, ma non arrivò niente di tutto ciò, provai solo una lieve nostalgia.
Digitai la risposta per ricambiare gli auguri, quando la voce di Greta catturò la mia attenzione "Tutto bene?"
Alzai lo sguardo sui miei amici, che mi guardavano come se aspettassero un crollo.
"Sì" risposi, sorridendo "Tutto bene"
E lo intendevo davvero.

Le sfumate dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora