Epilogo

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Dopo la cerimonia di inaugurazione del palazzo di Michael, tutti noi andammo a festeggiare nella nuova casa che io e Henry avevamo comprato.
Era in una zona residenziale non lontano da Greta e Shawn, con tutto ciò di cui una famiglia poteva aver bisogno. Aveva numerose stanze da letto, un ampio giardino e spazi luminosi, pieni di finestre. Henry aveva il suo studio di pittura, dentro il quale avevo sistemato la mia chitarra. Ogni tanto suonavo mentre lui dipingeva, facendoci in questo modo compagnia a vicenda.
Io e Henry eravamo ritornati ad essere quelli di sempre, ad accezione degli anelli sui nostri anulari sinistri. Essere sposati era magnifico, ogni volta che mi riferivo ad Henry come "Mio marito", mi sentivo come in un sogno dal quale non volevo svegliarmi.
Tra una settimana saremmo partiti per la nostra luna di miele, un viaggio di tre settimane in tutta Europa. All'inizio avevamo programmato di andare negli Stati Uniti e poi in Canada, ma visti alcuni recenti avvenimenti, avevamo preferito cambiare programma e rimanere più vicino a casa.
Eravamo seduti in soggiorno sugli ampi divani, i bambini di Greta e Shawn che si muovevano goffamente in giro, con i genitori che li fissavano sperando di catturare i primi passi.
Federica e Luke ci avevano annunciato pochi giorni prima di essere in attesa di un figlio, al che avevamo tutti esultato felici, iniziando ad organizzare l'amicizia dei nostri futuri figli. Michael e Arianna erano sicuramente prossimi ad un annuncio, me lo sentivo dal modo in cui lei diceva di essere stanca e affamata, per poi perdere la fame secondi dopo.
Io e Henry ci guardammo complici per tutta la serata, quando poi ad un certo punto il mio bellissimo marito si schiarì la gola, catturando l'attenzione.
"Io ed Evelyn avremo un bambino" lo disse di getto, non sopportando la suspense.
Com'era successo per ogni annuncio del gruppo, fummo accolti da abbracci e baci e congratulazioni e urla.
Il momento in cui l'avevo scoperto era stato il più bello di tutta la vita. Era un venerdì sera, Henry era uscito per andare a trovare Dylan mentre io ero rimasta a casa con la scusa di essere troppo stanca per uscire. La verità era che avevo comprato un test di gravidanza, ma non volevo dirlo a Henry perché tutte le altre volte che ci eravamo fatti prendere dall'entusiasmo per ogni minimo sintomo, alla fine il risultato era sempre stato negativo.
Nel momento in cui il test risultò positivo, ero così agitata che iniziai a piangere incontrollabilmente, non potendo credere a ciò che vedevo Avevo chiamato Henry, dicendogli di tornare a casa immediatamente perché non potevo aspettare che Dylan lo lasciasse andare. Henry ovviamente tornò nel minor tempo possibile, credendo che fosse successa una cosa terribile. Una volta entrato in casa, i suoi occhi si erano posati su di me e aveva notato le guance rigate di lacrime, fraintendendo tutto "Chi ti ha fatto piangere?" aveva domandato a voce bassa, preparandosi a minacciare chiunque avesse osato farmi soffrire.
"Nostro figlio" le mie parole vennero fuori calme, l'agitazione era andata via per far posto alla gioia.
Henry comprese tutto in pochi secondi, si mise una mano sulla bocca e mi guardò con gli occhi spalancati "Sei...?"
Mi alzai di scatto dal divano e gli saltai addosso, iniziando a piangere di nuovo "Avremo un figlio, avremo un figlio!" continuavo a ripetere come in un sogno.
Ed Henry mi abbracciò nella maniera più delicata possibile, mi baciò così dolcemente che quasi svenni per l'amore che mi investì come un vento furioso.
Ed ora i nostri amici ci stringevano e ci dicevano che bei genitori che saremmo stati, che bella famiglia che avremmo avuto, ma noi lo sapevamo già.
Passammo la serata pensando ai vecchi tempi e a quanto le cose fossero cambiate.
Ripensammo a quando ci eravamo battuti in una sfrenata caccia al tesoro a Cambridge, ripensammo ai mercoledì sera al Valerie's e ai karaoke, ripensammo a tutto come se fosse avvenuto in un film, ma quelle erano state le nostre vite, le nostre serate, le nostre risate, i nostri pianti
E continuai a pensare a come la mia vita era diventata, alle persone che mi rendevano felice ogni giorno, mentre partorivo, mentre Henry mi stringeva la mano e nostro figlio, Julian, veniva al mondo.
Mentre lo stringevo tra le braccia, conobbi una nuova forma d'amore, una che non credevo fossi in grado di provare. Sapevo che avrei dedicato la mia vita al benessere di quel bambino. E quando Henry lo strinse tra le braccia, sorridendo e piangendo, cullandolo e chiamandolo per nome migliaia di volte, mi innamorai di nuovo di lui.
"Ha i tuoi occhi" mormorò Henry, sedendosi sul letto con ancora in braccio Julian "È perfetto, Eve"
"Henry" mi sentivo debole, ma riuscii a mettermi a sedere e a guardare il nostro bambino "Guarda cosa abbiamo fatto"
Mi baciò la tempia, sentii la mia testa bagnarsi con le sue lacrime "Ti amo, ti amo così tanto"
La nostra stanza poi si riempì di persone che volevano incontrare Julian.
I miei genitori e mia sorella lo tennero in braccio, increduli e meravigliati di essere diventati nonni e zia, così come Trevor, che cullava Julian come se fosse la cosa più delicata e preziosa al mondo.
Quando finì il turno dei parenti, Dylan andò dritto verso Julian "Ciao Jules, sono tuo zio Dylan"
Henry guardava il suo migliore amico con un affetto immisurabile mentre gli porgeva nostro figlio "E ci divertiremo un mondo insieme" Dylan gli sorrise "È il bambino più bello al mondo"
Sentii la voce delle mie amiche prima che entrassero nella stanza, la loro presenza si percepiva nell'ospedale come si percepisce l'ossigeno nell'aria "Eccoci!" esclamò Federica, con la pancia gonfia e un sorriso raggiante "Oddio!" iniziò a piangere, gli ormoni nella gravidanza la rendevano molto emotiva "Oddio, è così Così bello!"
Arianna lo prese in braccio e lo cullò come un'esperta, sicuramente pensando a quando il suo bambino sarebbe nato, visto che il mese precedente alla nascita di Jules ci aveva annunciato di aspettare anche lei un bambino "Per fortuna somiglia più ad Evelyn!"
Tutti risero, poi Greta lo prese in braccio e lo fece vedere a Liv e Aaron, che Shawn teneva saldamente per mano per non farli scappare "Salutate Jules, ragazzi!"
I bambini lo salutarono ciao con la mano, senza parlare per timore di disturbarlo.
Shawn, Michael e Luke non furono rumorosi quanto le mie amiche, ma anche loro erano visibilmente emozionati.
"Ora potremo fare quelle uscite dove i bambini si siedono ad un loro tavolo mentre noi adulti parliamo di cose serie!" scherzò Shawn, facendoci ridere.
Quando dopo un paio di giorni fummo pronti per tornare a casa, ci investì la consapevolezza di ciò che eravamo diventati Ovvero dei genitori di un figlio magnifico.
Ora ci trovavamo nella nursery, in una calda giornata di inizio marzo, ad osservare Julian che dormiva nella sua culla.
Henry mi cinse la vita con un braccio ed io appoggiai la testa sulla sua spalla, ammirando la nostra creazione. Avevamo preso un mese di congedo parentale, ma avevamo deciso che entrambi avremmo cercato di ridurre almeno per i primi due anni gli orari di lavoro, cercando di delegare il più possibile.
"Ricordi il nostro primo appuntamento? Quello a Londra, la prima volta in assoluto che abbiamo passato una serata insieme"
"Non lo dimenticherei mai"
"Alla fine della serata mi hai augurato di avere una buona vita" allacciò il suo sguardo con il mio, lasciandomi senza fiato per l'amore che vi trovai dentro.
Sorrisi, mettendomi sulle punte per baciarlo e stringerlo tra le mie braccia "E lo è?"
Mi baciò di nuovo "Più di quanto avessi potuto immaginare" e quando ci voltammo verso Jules, aggiunse "Chissà quante sorprese questo piccolino ci farà"
Intrecciai le nostra dita sul bordo della culla, amandolo più di quanto avessi mai fatto "Le affronteremo insieme, come una squadra"

Le sfumate dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora