So stupid-CAPITOLO 18.

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La mattina dopo,la mia sveglia suonò come suo solito alle 6.30.

Aprii lentamente agli occhi,trovandomi in una stanza da letto non mia. All'inizio mi sentii completamente spaesata,poi quando girai la testa a destra e vidi Mattia dormire beato ricordai tutto. Della sera prima,e di quando mi ha portato a casa sua.

Spensi la sveglia. Buttai la testa sul cuscino e ci rimasi qualche secondo per ricollegare gli eventi. Dopodichè mi avvicinai a lui cominciando a scuoterlo dalle spalle lentamente. Si girò verso di me e appena mi vide sul suo volto si dipinse un sorriso.

"Buongiorno."disse e io risposi "Buongiorno."dandogli un bacio a stampo.
"Che ore sono?"
"Le sei e mezzo."
"Ah,devi andare a scuola?"
"Sì,ma...Dio,ho lo zaino e i vestiti a casa! Non ce la farò mai!"
"Facciamo che ti do qualcosa di mio,e poi passiamo a casa tua a prendere lo zaino. Va bene?"
"Grazie grazie grazie!"
"Ora facciamo colazione?"disse recuperando il pigiama a terra.
"Sì."dissi infilandomi una sua maglietta e gli slip.

Facemmo colazione con un caffè,dopodichè facemmo a turno per andare a prepararci in bagno. Io misi i jeans dell'altra sera,poi lui mi prestò un paio di sue Adidas bianche con il retro verde,una camicia a quadri rossi e neri che mi andava lunga e larga,e una felpa altrettanto grande.

Ci mettemmo in auto alle 8 meno 10. Io e lui abitavamo abbastanza distanti,ma per le 8 e 10 ce l'avremmo fatta. Affrontammo il traffico mattiniero torinese e alle 8 arrivammo sotto casa mia.

Salii di corsa a casa. In camera,Leonardo si stava vestendo.
"Ma buongiorno!"disse vedendomi entrare.
"Buongiorno."dissi dandogli un veloce bacio sulla guancia.
"Com'è andata ieri s...i vestiti sono suoi?"
"Sì,non mi ero portata nulla. E come avrei potuto saperlo!"
"In effetti... è qui sotto?"
"Sì,ci vediamo dopo!"dissi uscendo dalla stanza.
"Dià!"mi chiamò. Niente,ero già schizzata fuori di casa.

Mi misi subito in macchina e raggiungemmo la scuola.
Si fermò con l'auto davanti al cancello. Prima di scendere gli dissi "Grazie di tutto. Oggi ti ridò i vestiti."
"Tienili."mi sorrise. Ricambiai e ad un certo punto sentii una vibrazione. Il cellulare,scarico come mai prima,mi era morto tra le mani.
"E' scarico?"
"Morto."
"Facciamo così. Lo metto a caricare da me,così ho un pretesto per rivederti. Okay?"
"Va bene."gli diedi il cellulare. Mi diede un bacio a stampo dopodichè uscii dall'auto. Riconobbi,tra i gruppetti di ragazzi davanti alla scuola,Lorenzo e Benedetta che ci scrutavano da quando Mattia aveva parcheggiato là davanti.

Passai davanti a loro senza degnarli di uno sguardo. E pensare che la settimana prossima saremmo dovuti partire per Hollywood.. Dio,non ci dovevo pensare.

La prima ora c'era scienze. Mi sedetti a un banco in fondo alla classe e aprii il libro.

Durante la seconda ora,entrò la bidella annunciando che Benedetta sarebbe dovuta uscire. Inizialmente si guardò intorno,poi uscì esitante.

All'intervallo,Elena,una delle poche compagne di classe simpatica,venne da me e disse "Sei tu che odori così.."
"Così come?"chiesi curiosa.
"Così.. Da uomo."
Mi annusai quindi la felpa e sì,era l'odore di Mattia. Ma non era un odore fastidioso,era un odore di fresco. Mi ricordava troppo Lorenzo,che mi ero accorta stava ascoltando la nostra conversazione. Pertanto,Elena mi chiese di chi fossero i vestiti,e se questo Mattia fosse una persona nuova nella mia vita.
Prima di parlare,guardai Lorenzo e dissi "Boh...Cioè può essere,non lo so neanche io."
Lei mi guardò come per dire 'Sisi come no!'e scoppiammo a ridere.

Dopo mi avviai verso il bagno e,passando accanto a Lorenzo,inaspettatamente gli strinsi la mano. Mi fermai poco davanti a lui,stupita di me stessa. Lui se ne accorse. Mi aspettai che dicesse qualcosa,ma strinse la mia ancora più forte.
Lasciai la presa e continuai a camminare. Mentre i nostri palmi si sfioravano,all'ultimo le sue dita strinsero la punta delle mie.

Mi girai. Mi guardava. Si avvicinò a me e l'altra mano afferrò l'altra mia mano. Volevo piangere,volevo abbracciarlo e sentivo che anche lui voleva le mie stesse cose.
Ma quello che feci fu allontanarmi e lasciare le sue mani.
Sono un'idiota,vero?

All'uscita vidi che Lorenzo si stava avvicinando a me. Voleva sicuramente parlare di quanto accaduto prima.
Ma a un certo punto sentii un clacson. Era Mattia. Mi sporsi nel suo finestrino.
"Eccolo!"mi diede il cellulare.
"Grazie mille!"gli diedi un bacio sulla guancia.
"Vuoi che ti accompagni a casa?"
"Sei stato fin troppo gentile,non preoccuparti,vado a piedi. Grazie di tutto comunque!"
"Di niente piccola. Ci sentiamo."

Quando se ne andò,mi girai e vidi Lorenzo appoggiato al muretto.
"Non l'hai accettato il passaggio da lui,quindi non accetterai neanche il mio."accennò a un sorriso.
"Dammi il casco."tesi la mano e lui ridacchiò porgendomi il casco.

Quando arrivammo sotto casa mia,mi bloccai alla vista di Leonardo e Benedetta che si baciavano vicino al citofono. Guardai Lorenzo come per dire 'e tu non fai niente?',e lui mi sussurrò in un orecchio "Era quello che cercavo di dirti. Tra me e lei non c'è mai stato niente."
"Ma tu mi hai detto che vi frequentavate da una settimana,e... E lei e Leonardo non si vedevano più."
"Quella sera al bar ci siamo visti per parlare di te e dell'enorme sbaglio che ho fatto lasciandoti. Tu credevi ci fosse qualcosa in più e l'hai lasciata da sola,e anche Leonardo con te. E quindi abbiamo deciso di uscire insieme per farci forza,ma senza mai avere intenzione di... 'approfondire'il nostro rapporto."

Dio,quanto ero stata stupida.

"Cazzo."sussurrai prima di correrle incontro.
La abbracciai e anche lei,dopo qualche secondo di esitazione,mi strinse forte. Dietro la sua spalla,Leonardo annuiva e mimava con le labbra "É tutto a posto.". Gli sorrisi.
Quando ci staccammo,guardai Lorenzo. Mi guardai intorno e dissi "Io...salgo. Leo tu che fai?"
"Vengo con te. Ti chiamo dopo."disse dando un bacio a Benedetta.

"Ti rendi conto che abbiamo pensato male di una cazzata simile?"

"Dio santo,Leo.. me ne rendo conto."

"Che ti ha detto Lorenzo?"

"Che ha fatto una cazzata a lasciarmi.."

"E tu?"

"E io niente Leonà! Che dovevo dire?"

"Non vuoi tornare con lui?"

"Sì.. Però.."

"Però?"

"Però non lo so,Leo. Non lo so."

"Secondo me è giusto che ci pensi. Sai cosa? L'importante è sapere che non è vero niente di quello che abbiamo pensato."

Il tuo angelo custode ha le ali,il mio un paio di cuffie||Favij.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora