Return-CAPITOLO 22.

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Mancavano solo due giorni alla nostra partenza. Ci eravamo goduti quel soggiorno a Los Angeles, dove avevamo avuto la possibilità di riequilibrare il nostro rapporto e di stare soli.

Quel pomeriggio, dopo mangiato, tornammo in camera. Avevamo passato la mattinata fuori ed eravamo stanchi.

"... Mi mancherà questo posto."dissi stendendomi sul letto dopo essermi sfilata le ballerine.
"Potremmo tornarci."disse stendendosi accanto a me.
"Davvero?"
"Sì!"
Mi avvicinai a lui e sussurrai "...Sai una cosa?"
"Cosa?"
"Non rimpiango niente da quando stiamo insieme."
"Sul serio? Neanche-"
"Heihei non ricominciamo, sai che non c'era niente tra me e lui!"risi alzandomi.

"Okay!"rispose mettendosi a sedere"Cosa fai?"
"Una doccia."dissi togliendo la maglietta e successivamente i pantaloncini.
"Oh.."
"Cosa c'è?"scoppiai a ridere vedendo la sua espressione.
"No, ehm, niente.."

Mi avvicinai a lui e lo baciai. "Sei proprio stupido!"

Quando uscii dal bagno avvolta nell'accappatoio, Lorenzo dormiva. Sorrisi.

Mi sentii grata per quei momenti così comuni ma così belli che condividevo con lui.

Partimmo due giorni dopo. Salutammo tutte le persone che avevamo conosciuto in quella settimana, a malincuore.

In aeroporto, in attesa del nostro volo che sarebbe arrivato un'ora dopo Lorenzo disse "Sai... Per il tuo compleanno, oltre a portarti qui, oltre a farti un sacco di regali ogni giorno, volevo fartene un altro, di regalo, forse più importante di qualsiasi regalo io ti abbia fatto in questi giorni."
"Non ti ho mai chiesto neanche uno dei regali che mi hai fatto. A me i regali non servono."dissi sorridendogli.
"Lo so, sei una persona così timida.. Però questo regalo mi sentivo di fartelo."

Estrasse una scatolina nera dalla tasca davanti dello zaino.

"Okay, ho paura."
"Non è quello che pensi."rispose ridendo. "Non mi metterò in ginocchio davanti a te. Tra diversi anni forse."continuò, e io scoppiai a ridere.

Mi diede la scatolina e io lentamente la aprii. Al posto di un anello trovai una collanina. Il ciondolo era il pezzo di un puzzle. Incastrata nel coperchio vi era una letterina.
"....Oh mio dio, è bellissima."lo guardai e lui mi mostrò la sua, che aveva tenuto sotto la maglietta. Era un altro pezzo di puzzle.

"Non abbiamo mai avuto un qualcosa che ci collegasse. Ora ce l'abbiamo. L'idea del cuore mi sembrava una cazzata, questo è sicuramente più fattibile."
"Grazie. Davvero, grazie di tutto."mi buttai su di lui per baciarlo, ma lui mi fermò. "Aspetta."
Mi mise la collana e per collegare i due pezzi del puzzle mi dovetti avvicinare. Appena i due pezzi si incastrarono perfettamente, lui mi mise le mani dietro la nuca e mi stampò un bacio sulle labbra.
"Prego."mi sorrise.

Feci per togliere la letterina e aprirla, ma lui disse "Heiheihei! Questa la leggi quando io non ci sono!"
"Ricevuto."dissi ridendo e la ripiegai.

In aereo, lui aveva appoggiato la testa al finestrino con gli occhi chiusi. Sembrava essersi addormentato, allora io presi in silenzio la lettera dallo zaino. La aprii e lessi le prime due parole, ma la mano di Lorenzo mi aveva bloccato la lettura buttando una mano sulla lettera.
"Ho detto di leggerla quando sei sola."disse fingendo di essere severo.
"Cretino."sussurrai ridendo.
"Scusa? Non credo di aver sentito.."
"Ho detto che sei cretino."ripetei.
"Il sentimento è reciproco."

Ridemmo come cretini e posai la lettera. Sopra doveva esserci scritto qualcosa di davvero importante, altrimenti non mi sarei spiegata tutta quella riservatezza.

Quando atterrammo in Italia, era sera. In aeroporto ci aspettavano mia madre e suo padre.

Andai ad abbracciare mia madre e Lorenzo corse da suo padre. In fondo il giorno della mia partenza non ci eravamo nemmeno salutate come si deve.

"Vi siete divertiti?"chiese il padre di Lorenzo.
"Un sacco."disse Lorenzo guardandomi. Io abbassai lo sguardo alle mie mani congelate e annuii.
"Dai, andiamo, siete sicuramente stanchi."disse mia madre afferrando il manico della mia valigia.
"Ci vediamo presto."mi disse Lorenzo baciandomi.

Okay, quella frase era strana, non era un semplice 'a domani', era stata detta in un tono strano, ma non indugiai oltre.

"Scusa se non ti ho avvisato che Lorenzo ti sarebbe venuto a prendere, quella sera. Era una sorpresa."
"Non preoccuparti, mamma. Davvero."risposi. Ma non la stavo ascoltando davvero. Pensavo a quella cazzo di lettera che dovevo leggere assolutamente e che mi stava dando un'ansia incontenibile.

Una volta a casa, buttai la valigia in un angolo e mi lanciai sul letto con la lettera in mano.

Ci misi un paio di minuti a leggerla.

"Mamma, esco!"urlai prendendo le chiavi di casa dal tavolo.
"Ma dove vai? Sono le nove!"
"Vado da Lorenzo."
"Torni almeno?"
"Sì, mà, ho le chiavi, tranquilla."risposi e uscii.

Salii sulla bici e in 5 minuti (record) fui a casa di Lorenzo.

Bussai una sola volta, per poi accorgermi che la porta era un pò aperta.
La aprii lentamente e sussurrai "Permesso."
I genitori erano sicuramente a letto, mentre Lorenzo era seduto sulla sedia davanti alla scrivania, rivolto alla porta. Mi aspettava, ecco perchè la porta era semiaperta. Sapeva che sarei corsa da lui.

Appena mi vide scattò in piedi.

"Che vuol dire?"dissi facendo cenno alla lettera che avevo in mano.

Il tuo angelo custode ha le ali,il mio un paio di cuffie||Favij.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora