Era confuso, che voleva dire? Forse aveva capito già da solo la storia di Viola, o forse oltre a Viola aveva qualche altra ragazza per la testa. Quanto vorrei essere lei.
"Domani non vai a scuola, vero?"
Niall si girò aspettando una mia risposta,
"Si che ci vado, sennò salto troppi giorni e non mi va sinceramente.." Lo vidi irrigidirsi e capii subito il perchè.
"Gli sto lontana, promesso"
"Lontana da chi?" Louis si sedette accanto a me e iniziò a picchiettarmi la gamba.
"Uhmm," guardai Niall prima di continuare, "un ragazzo che si dice sia venuto.. mh si, a scuola ubriaco"
"Esatto ed era abbastanza scontroso, non vorrei facesse del male ad Asia."
Niall si grattò la testa e io tirai un sospiro di sollievo quando capii che Louis ci aveva creduto.
"Il punto è che domani riesco a portarti ma non riesco a venirti a prendere, tutto qui."
"Oh ma non c'è problema Ni, tranquillo. Prendo l'autobus."
"No beh non lo prendi da sola l'autobus, assolutamente." intervenne Louis, "Ti aspetto io, prendiamo l'autobus insieme."
Annuii e sentii Niall tranquillizzarsi un po', "Grazie Lou." gli sorrisi, lui rise leggermente e mi scompigliò i capelli.
Guardai verso la cucina e vidi Harry fissarmi, gli accennai un sorriso ma lui rimase serio. Dopodichè Liam lo chiamò e fu costretto a girarsi.
Speravo che dopo non mi avrebbe fatto strane domande, io so mantenere i segreti ma con Harry non ci sono mai riuscita.
Non doveva saperlo, assolutamente, e se Niall aveva reagito così, non oso immaginare Harry.
"Io vado a dormire che domani ho il turno presto." Lui mi schiaffeggiò una gamba e si alzò.
Mi ricordai subito del discorso che stavamo affrontando prima io e Niall.
"Hey," gli sussurrai sorridendo, "Piccolina" sorrise dolcemente lui.
"Vuoi parlarne, del fatto che sei confuso, dico. Magari ti chiarisci le idee." Feci spallucce, anche se sotto sotto non avrei mai voluto sapere su chi aveva messo gli occhi ora.
"Non ora, tra un po' di giorni magari capisco meglio e mi schiarisco le idee."
"Okay" sorrisi e, non so con quale misteriosa forza, mi avvicinai e gli schioccai un bacio sulla guancia.
Lo sentii ridere e mi strinse forte, "Asietta che farei senza di te?"
A quelle parole lo stomaco si strinse, ci teneva a me, si vedeva. E io tenevo a lui più di ogni altra cosa.
**
Ero buttata a letto quando sentii la porta aprirsi piano, all'inizio presi leggermente paura ma quando vidi una chioma riccia sconpigliata avvicinarsi mi tranquillizzai.
Quando però mi tornò in mente quello che Harry avrebbe potuto chiedermi, mi irrigidii.
"Va in là." Disse duro con la voce impastata dal sonno, si sentiva che aveva dormito almeno un'oretta prima di venire qui.
Quando si buttò mi urtò, anzi no mi toccò leggermete un fianco. "Ugh," si girò guardandomi perplesso, alzò un sopracciglio "Ma se neanche ti ho toccato!" sussurrò con uno strano cipiglio.
"Allora, dobbiamo parlare."
Uh ma perfetto, sapevo già che gli avrei confessato tutto, io lo sapevo.
"Non c'è niente da dire, Haz." mi girai sperando mi lasciasse dormire ma mi afferrò un polso.
"Ahia!" mi girai trovandolo di nuovo con un sopracciglio alzato. Di colpo mi ficcò un dito in un fianco.
"Hey mi fai male, la smetti?!"
"Come faccio a farti male con un dito, Asia?!" mi prese un polso con due dita e lo strinse piano.
"Ahi! Smettila Harry!" dissi sottovoce con un tono quasi isterico.
"Asia, accendi la luce." Aveva un tono duro che quasi mi faceva paura. Io annuii timidamente e la accesi con il pulsante che stava sotto al cuscino.
Appena accesa lui si sedette sul letto e iniziò a scrutarmi, mi sentivo in soggezione sotto i suoi occhi.
Di scatto mi abbassò l'elastico dei miei slip e io spalancai gli occhi. "Harry ma che sei scemo!"
Aveva tra le dita l'esaltisco delle mie mutandine che aveva abbassato appena per lasciare scoperte le due ossa sporgenti del bacino.
Per un secondo avevo pensato 'dio ora mi stupra' ma scossi la testa per sotterrare lo stupido pensiero.
"Perchè hai un fianco fottutamente viola."
Spalancai gli occhi ricordandomi dei lividi che si sarebbero formati.
"Non.. non sono viola, ho il fianco destro leggermente arrossato perchè ho sbattuto con-contro lo spigolo del tavolo."
"Lo spigolo del tavolo, certo. E allora qui?" Ficcò l'indice nel mio fianco sinistro.
"Ahia!" mi tappai la bocca e lui mi diede un occhiata che se avesse potuto bruciare davvero, sarei diventata cenere.
Ero leggermente nella merda, ma solo un po' proprio.