Twenty nine.

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ASIA'S POV

Sentii bussare alla porta che prima avevo sbattuto, non ne volevo sapere delle parole che si stavano urlando dietro.

Intanto mi vestii e mi pettinai, mancavano dieci minuti alle sette ed ero pienamente in tempo.

Nonostante tutto, continuavo a piangere. Cercai infatti di truccarmi ma decisi di levare via tutto dato che le lacrime continuavano a scendere.

Sentii bussare di nuovo.

Mi asciugai velocemente le lacrime e cercai di soffocare i singhiozzii.

"Puoi entrare." Dissi debolmente.

Mi aspettavo di vedere una massa di capelli biondi spettinati, invece vidi dei ricci.

"Piccola." Disse piano avvicinandosi a me. Ero seduta in un angolo del letto, quello appoggiato al muro.

Appena si sedette vicino a me, scossi la testa, mi alzai e andai al lato opposto della stanza.

Si alzò anche Harry e a quel punto decisi di uscire dalla porta ma fui fermata.

"Ti prego A, ascoltami." Non riuscivo a non ascoltarlo, era Harry.

Per quanto potesse farmi arrabbiare o piangere, ritornavo sempre da lui, perchè era lui che mi proteggeva sempre da tutto.

Era una cosa che mi portavo fin da piccola: prima mi faceva piangere, scappavo e poi tornavo abbracciandolo perchè mi mancava o magari avevo paura di qualcosa.

"Siediti, su."

Mi avvicinai a lui e mi sedetti sulla scrivania, lui si mise tra le mie gambe.

"Scusami per prima." Non lo guardai, continuavo a tenere lo sguardo basso.

"Ti prego Asia, sai che non lo faccio apposta."

Non lo fai apposta? Lo stronzo che tira spentoni ti viene naturale da fare? Non mi sembra che tu sia così, ma proprio no.

"Si, certo." Sussurrai.

"Non intendo quello, intendo che non è colpa mia se sono geloso."

Mentre parlava io giocherellavo con le mie dita.

"Lo sai, lo sono sempre stato. Sai come la penso, non.. diciamo, vorrei che nessuno ti toccasse apparte me."

Alzai lo sguardo e mi fermai sui suoi occhi: erano lucidi.

"Sei tutto quello che ho e tutto quello che mi rimane. Tengo a te come non tengo a nessuno. Scusami se mi comporto così." La sua voce era bassa e roca e i suoi occhi diventavano sempre più cupi.

"Scusami." Piagniucolò appoggiando la fronte sulla mia spalla.

A sentire quelle parole mi tornò quel nodo in gola che pian piano era riuscito a sparire.

Avvolsi le mie braccia al suo busto e lo strinsi forte. Lui però non mi abbracciava, stava lì fermo su di me.

Di solito è quando stava proprio male, quando non aveva nemmeno la voglia di ricambiare un abbraccio.

Restava lì, accoccolato tra le tue braccia. Harry era grande, la sua altezza metteva in soggezzione, era forte, enorme, ma in quei momenti sembrava un piccolo bambino.

"Sai, vorrei tanto che tu potessi rimanere mia per sempre."

"Ma lo sarò, Harry. E questo tu lo sai benissimo." Gli spostai i capelli dalla fronte, "Io tornerò sempre da te, come quando tornavo da piccola, quando volevo che tu mi proteggessi da tutto e tutto per me era così grande."

Lullaby. {n.h}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora