"Seriamente?"
"Ti sembra la faccia di una che sta scherzando, Jean?" Sì, seriamente."
"Adalie, la tua vita sembra un film comico a volte."
"Grazie dell'aiuto."
"Eddai sto scherzando. Cosa pensi di fare ora?"
"Cosa dovrei fare? Non voglio più vedere la faccia di quello stronzo in vita mia." Sbottai, sentendo la rabbia che continuava a salire ripensando agli avvenimenti di quella notte e della mattina successiva.
"Non ci credo che abbia fatto una cosa simile." Sussurró Armin, seduto al mio fianco che cercava in ogni modo di consolarmi da quando ero entrata nella sua stanza.
"Io invece avrei dovuto immaginarmelo, sono stata stupida a cascarci." Sospirai, alzando gli occhi al cielo.
Mi ero fidata di Levi, e avevo fatto male.
Quando mi ero svegliata questa mattina nella sua camera non c'era nessuno al mio fianco nel letto, ma solo un biglietto appoggiato sul comodino con scritto "comportati come se ieri non fosse mai successo niente, ero ubriaco. Non capiterà più."
Perché cazzo mi devono lasciare tutti quanti delle lettere o dei biglietti per dirmi le cose?!
La cosa che più mi feriva in quel momento era proprio la fiducia che io avevo pensato di riporre in una persona che invece mi aveva presa completamente in giro. Non ci eravamo promessi nulla la sera precedente, però i suoi occhi parlavano e ci avevo visto qualcosa di più profondo di una semplice scopata da ubriachi, ne ero sicura.
Se questo fosse solo un modo per scappare dai suoi sentimenti o meno non lo potevo sapere, ma non avevo voglia di stare dietro a qualcuno che verso di me non faceva nemmeno un passo.
Sì, dopo quella notte i miei sentimenti erano chiari a chiunque probabilmente, anche al muro, ma mettermi a perdere tempo ed energie dietro a uno così non aveva nemmeno un minimo di senso logico.
Avevo appena scoperto che il mio ex ragazzo era un gigante con l'obiettivo di farci fuori tutti e come se non bastasse l'unica altra persona di cui mai mi sia invaghita era il comandante del corpo di ricerca dove avrei passato i prossimi anni, preoccuparmi anche di Levi era fuori discussione.Jean ha ragione, la mia vita sembra un film. Dell'orrore.
"Quindi farai finta di niente?"
"Sì Armin, farò finta di niente. Non gli darò la soddisfazione di fargli vedere che ci sono rimasta di merda; e comunque andiamo, tra poco c'è la riunione con Erwin e gli altri, basta stare qui a parlarne. Non voglio nemmeno più sentirlo nominare."
Come non detto.
Durante la riunione lo stronzo si era seduto di fronte a me e aveva passato la maggior parte del tempo a guardarmi male, anche se in realtà quella che avrebbe dovuto essere incazzata fossi io.
Come avevo detto ai miei amici, avevo fatto finta di niente davanti a lui, non avevo nessuna intenzione di mostrarmi debole ai suoi occhi.
Dopo un paio d'ore di discussioni in cui non eravamo riusciti ad arrivare ad una conclusione sul da farsi riguardo la faccenda "Bertoldth e Rainer" , finalmente me n'ero potuta andare da lì e mi ero chiusa in ufficio a compilare vari moduli e controllare rapporti.
Leggere tutti gli ultimi avvenimenti prima della scoperta terribile su quei due mi rilassava quasi, volevo mettere insieme i pezzi di quella vicenda e cercare di capire perché avevano fatto tutto questo.
Volevo sapere come avesse fatto il ragazzo che era stato nel mio letto per due anni a nascondere una cosa così grande come se niente fosse.
"Posso entrare?"
"Cazzo che spavento!"
Ero talmente presa da quello che stavo facendo da non essermi accorta di Erwin che aveva leggermente aperto la porta e mi stava fissando stupito."Non ho voglia di litigare anche con te oggi, ti prego. Che vuoi?" Alzai gli occhi dal foglio e sbuffai.
"Sei nel mio ufficio."
Ah. Ops.
"Me ne vado."
"No, resta pure. Stai cercando di capirci qualcosa, vero?"
"Sì, ma sembra che questi due non abbiano fatto trapelare nulla fino a pochi giorni fa. L'unica cosa sospetta che abbia mai trovato è quella lettera, che tra l'altro è pure sparita. Se magari ne avessi parlato prima.."
"Non è colpa tua, Adalie."
Sbuffai nuovamente, spostando in malo modo l'ennesimo rapporto in cui non avevo trovato assolutamente nulla.
"Dimmi Erwin, posso farti una domanda?"
"Non mi detesti più?" Prese una sedia e si sedette di fronte a me dall'altro lato della scrivania. "Chiedimi pure quello che vuoi."
"Ti detesto ancora, non ti preoccupare. Perché mi hai lasciata con una lettera?"
Mi guardó curioso, sicuramente aveva capito che c'era dell'altro sotto a quella strana richiesta.
"Avevo paura di affrontarti di persona, lo ammetto. Ora tu dimmi perché me l'hai chiesto, ti conosco abbastanza da capire che c'è qualcosa che non va."
Sgamata in pieno.
"Ho per caso scritto in faccia "prendetemi per il culo?"
"È successo qualcosa?"
"Non ne voglio parlare. Però sono molto incazzata oggi. E non trovare niente su quei due non aiuta il mio malumore." Mi lamentai, lanciando via l'ennesimo foglio inutile.
"Che ti ha fatto Levi?"
Strabuzzai gli occhi a quell'affermazione.
"Ma tu come.."
"Ti ho vista uscire dalla sua stanza stamattina e a giudicare dalla tua faccia direi che non è stato proprio un bell'incontro."
"No, non lo è stato hai ragione." Mi arresi. "Non riesco a capire cosa gli passi per la testa, un giorno si comporta in un modo quello dopo è il totale opposto."
"È fatto così. O lo ami o lo odi, non ci sono vie di mezzo."
"Io lo odio." Sbottai.
"È comunque un ottimo soldato, il migliore che abbiamo. E sei nella sua squadra, Adalie. Sta attenta a non mischiare il lavoro con la vita privata lo dico per te."
"Non ho intenzione di farlo, non ti preoccupare. Non ho intenzione nemmeno di rivolgergli più la parola se non per lo stretto necessario." Lo rassicurai.
"Hai fame?"
"Abbastanza. Ma che ore sono?"
"Mezzogiorno e mezza. Vado a prendere qualcosa da mangiare e torno a darti una mano con tutti questi documenti, tra poco dovrebbe arrivare anche Hanji. E tu stai tranquilla, che prima o poi si risolve tutto."
"Va bene, come vuoi."
Alla fine se si fossero messi anche loro ad aiutarmi avremmo finito prima, e avevo imparato a convivere con Erwin ormai; non aveva senso portare rancore.
Proprio mentre quest'ultimo si stava alzando, la porta si spalancó e fece il suo ingresso proprio Levi.
"Erwin è ora di.." si interruppe non appena vide anche me lì, che lo stavo squadrando con uno sguardo glaciale. "Non sapevo ci fossi anche tu. Tolgo il disturbo."
Se ne andó sbattendo la porta dietro di sè, e un sorrisetto comparve sul mio volto.
Conoscevo bene quell'espressione ormai.
Vedermi quì con Erwin l'ha davvero fatto incazzare.
Ma allora perché si comporta così?
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𝐶𝑜𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜. (𝐿𝑒𝑣𝑖 𝐴𝑐𝑘𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛.)
Romance𝐿𝑒𝑣𝑖 𝐴𝑐𝑘𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛 𝑥 𝑂𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙 𝐶ℎ𝑎𝑟𝑎𝑐𝑡𝑒𝑟. ➪𝐶𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑖 18+.