"Cos'è quella faccia?""Me lo stai chiedendo seriamente, Armin?"
"Hai ragione. Ma sono due giorni che stai così, persino Levi ha paura di venirti a parlare, ti gira sempre intorno senza dire nulla."
"Dubito che non venga a parlarmi perché ha paura di me." Sbuffai annoiata. "Non ho nessuna voglia di parlare di lui o con lui in questo momento. Quindi se sei venuto-"
"No Adalie, sono venuto perché non mi piace vederti così."
Alzai finalmente lo sguardo e per un attimo mi sentii quasi in colpa a vedere l'espressione preoccupata del mio migliore amico.
Da quando ci era toccato fuggire senza nemmeno avere il tempo di prendere le nostre cose, ci eravamo rifugiati in una casetta nei boschi poco lontana dal Wall Sina, e per ora era stato tutto abbastanza tranquillo nonostante ci toccasse comunque fare dei turni di guardia giorno e notte.
Erano passati ormai due giorni, in cui tutti noi eravamo stati agitati e confusi, c'erano state mille discussioni anche su cose fin troppo banali e ognuno aveva i suoi pensieri per la testa. Sicuramente non eravamo pronti ad affrontare una situazione del genere, ma non avevamo altra scelta.
Il mio rapporto con Levi in queste quarantott'ore non aveva fatto passi avanti, anzi. La sua fissazione con la pulizia aveva raggiunto livelli spropositati in quella casetta che probabilmente era abbandonata già da qualche anno.
Ci aveva fatto pulire da cima a fondo, senza farci toccare cibo fino a quando non avevamo terminato, perché secondo lui in quella "fogna" non si poteva assolutamente cucinare. E fino a quì nemmeno me la sarei presa troppo, se non fosse che a me era toccato andare a tagliare la legna.
Di tutte le cose che potevo fare, quella era assolutamente la più faticosa; anche se non invidiavo affatto Jean che aveva dovuto pulire la cacca dei nostri cavalli da quando eravamo arrivati quì.
Come se non bastasse Levi era stato a controllarmi ogni secondo, con la scusa di guardare se stessi facendo bene le faccende di casa, ma ovviamente non mi aveva mai aiutata a trasportare la legna. Secondo lui un po' di fatica mi avrebbe fatto bene, e per allenare i muscoli quello era un buon metodo.
Mi ero dovuta trattenere dal tirargli dietro tutti i tronchi che avevo in mano.
Tra noi non era più successo nulla, non per scelta sua però. La prima notte me l'ero ritrovato in quella che ora si poteva definire la mia cameretta provvisoria, seduto comodamente sul letto come se niente fosse. L'avevo cacciato dicendo che non ero dell'umore di fare nulla quella sera, e se n'era andato senza replicare.
Mi ero poi arrabbiata ancora di più perché avrei quasi preferito che restasse, solo e semplicemente per parlare un po'. Non avevamo mai passato troppo tempo insieme parlando senza fare altro, forse solo un pomeriggio, però la sua compagnia era stata quasi piacevole. Un po' mi infastidiva che fosse venuto a cercarmi solo per quello, e da brava paranoica stalker ero andata a controllare che fosse tornato a dormire e non si fosse infilato nella camera di qualcun'altra, nonostante fosse abbastanza ovvio che nè Sasha, nè Historia, e men che meno Mikasa l'avrebbero accolto a braccia aperte.
Per fortuna l'avevo ritrovato nel suo letto, senza nessuna presenza femminile con lui, e dopo aver tirato un sospiro di sollievo me ne ero tornata in stanza. Dopo essermi fatta beccare in pieno da lui, ovviamente.
"Adalie?"
"Scusa, ero persa tra i miei pensieri come al solito. Che stavi dicendo?"
"Che secondo me questo suo atteggiamento nei tuoi confronti fa capire tante cose. Spiegami perché viene sempre a guardare quello che fai tu, e da tutti noi passa molto più raramente."

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𝐶𝑜𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜. (𝐿𝑒𝑣𝑖 𝐴𝑐𝑘𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛.)
Roman d'amour𝐿𝑒𝑣𝑖 𝐴𝑐𝑘𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛 𝑥 𝑂𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙 𝐶ℎ𝑎𝑟𝑎𝑐𝑡𝑒𝑟. ➪𝐶𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑖 18+.