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Ero ormai seduta sulle mura con i piedi a penzoloni nel vuoto da più o meno un'ora.
Ci eravamo fermati per un po' a riposare, tutti quanti esausti dopo l'assurda nottata trascorsa.

I nostri compagni partiti in spedizione prima di noi avevano pensato di passare le ore di buio dentro le rovine di Castel Udgard, lasciando un paio di soldati di guardia giusto per sicurezza, essendo che di norma i giganti di notte sono impossibilitati a muoversi.

Peccato però che all'alba, quando eravamo arrivati in quel posto la scena che ci era comparsa davanti agli occhi era stata spaventosa; almeno una ventina di giganti stavano attaccando i soldati disarmati, essendo stati colti alla sprovvista, facendo crollare la torre su cui si erano rifugiati.
Eravamo andati subito in loro soccorso, cavandocela con poche perdite ma la notizia che più ci aveva sconvolto era stata scoprire che anche Ymir era un gigante. Aveva fatto il corso con noi, e nessuno aveva mai sospettato nulla.

Erwin, vista la situazione, aveva deciso di farci riposare almeno fino al primo pomeriggio, per fortuna.

Non avevamo trovato nessuna traccia di una breccia nelle mura, ancora adesso non eravamo riusciti a capire da dove provenissero quei giganti.

"Adalie, hai fame? Stai bene? È da un'ora che fissi l'orizzonte senza dire una parola."

Spostai la mia attenzione verso Armin, che si era appena seduto di fianco a me con due panini in mano, porgendomene gentilmente uno.
Quando vidi quanto fosse ben farcito strabuzzai gli occhi.

"Come hai fatto a trovare un panino così buono quì? Le provviste per i viaggi fanno schifo di solito. E comunque, in questo periodo stanno succedendo troppe cose, la mia pazienza è andata a farsi fottere." Sussurrai, rivolgendo poi lo sguardo verso Levi e successivamente Rainer, in modo da fargli capire di cosa stessi parlando, ma come sempre Armin aveva già intuito tutto.

"Passerà, non farti paranoie inutili adesso, l'importante è che stai bene e non ti sei fatta nulla."

Iniziai a mangiare, pensando che alla fine non aveva tutti i torti, anche se ignorare quei due era abbastanza difficile.

Mi accorsi solo qualche minuto più tardi che Rainer e Bertoldth stavano discutendo animatamente con Eren, lontani dal resto del gruppo, attirando l'attenzione di tutti i presenti.

"Va a fermare quel cretino del tuo ex, a me non da ascolto." Mi strilló Jean, dopo aver tentato inutilmente di calmarli.
Sbuffai, e controvoglia mi avviai verso di loro lasciando il mio prezioso panino in mano ad Armin.

"State disturbando il mio pranzo, piantatela." Sibilai non appena fui abbastanza vicina da farmi sentire, incrociando le braccia al petto.

Il mio panino è più importante delle vostre stronzate, cazzo.

"Adalie, allontanati."
La voce di Rainer non era mai stata così dura nei miei confronti e notando poi meglio le loro espressioni avevo probabilmente interrotto qualcosa di ben più grave di una semplice litigata.

"Smettetela, andate a mangiare che tra poco ripartiamo!"

"Adalie mi vuoi ascoltare almeno una volta? Vai via da quì subito!"

"Adalie.. ti prego fa quello che dice." Sussurró Bertoldh, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a testa bassa.

Mi girai verso Eren cercando di capire cosa stesse succedendo, e la sua espressione infuriata non prometteva nulla di buono.

"Maledetti traditori!" Urló, per poi tirare fuori le lame e lanciarsi contro di loro.

Non feci in tempo a fare nemmeno un passo per cercare di fermarli perché un'esplosione improvvisa mi sbalzó via, e con me anche molti dei miei compagni.
Due lampi arancioni e verdi squarciarono il cielo e mentre mi tenevo malamente appesa alle mura aiutandomi con il gancio del movimento tridimensionale un brivido mi passó lungo la schiena.
Attorno a me, il caos.

O si sono trasformati sia Eren che Ymir, oppure..

"Rainer e Bertoldh?!" L'urlo di Mikasa mi fece sussultare, mentre davanti ai miei occhi erano appena comparsi il gigante colossale e il gigante corazzato.

La testa iniziava a girarmi, e non perché non ero riuscita a mangiare quasi niente.
La scena che avevo davanti mi sembrava qualcosa di completamente surreale, il ragazzo con cui avevo condiviso due anni della mia vita e a cui avevo aperto il mio cuore era stato il responsabile della morte dei miei genitori, della distruzione della mia città ed era il nemico dell'intera umanità.

E io sono così stupida da non essermi mai accorta di nulla.

Nel mio cervello stavo collegando pian piano tutte le cose che non mi tornavano, come se stessi mettendo insieme i pezzi un puzzle e ora tutto quanto sembrava avere quasi senso.

"Adalie.."
In mezzo a quel casino, mentre Eren e Rainer combattevano, la voce di Armin che era appena arrivato vicino a noi mi sembrava quasi lontana, la testa girava ancora più di prima e mi sforzavo inutilmente di calmarmi e agire.

Le mie gambe non ne volevano sapere, erano immobili e dovettero tirarmi sù Mikasa ed Armin, facendomi poi aggrappare a loro una volta raggiunta la cima delle mura.

Non avevo mai visto da così vicino il corazzato ed il colossale, probabilmente se non avessi saputo chi erano le due persone al loro interno sarei rimasta ferma ad osservarli in ogni minimo dettaglio impaurita.
Invece in quel momento fissando la lotta tra Rainer ed Eren l'unica cosa che riuscivo a vedere era quel piccolo bastardo che mi aveva presa in giro per tutto il tempo.

"Loro.."
Mikasa era forte, vederla in quello stato con la voce tremante era davvero strano.

Quando finalmente ripresi controllo del mio corpo e mi lanciai verso di lui con la lama in mano, un braccio intorno alla vita mi strattonó indietro, facendomi perdere l'equilibrio.

"Che cazzo.."
Le parole mi morirono in bocca quando girandomi mi trovai faccia a faccia con Levi, con un'espressione stampata in volto che non avevo mai visto prima d'ora.

"Adalie stai ferma non risolveresti niente, ti faresti solo male. Sei troppo coinvolta." Ribadì lui, con quel suo solito tono freddo e impassibile, nonostante i suoi occhi sembrassero tutt'altro in quel momento.

"Cosa vorresti dire? Stai per caso insinuando che io centri qualcosa? Giuro che ti ammazzo se non mi lasci andare." Lo sfidai, troppo fuori di me per rendermi conto di quello che stavo facendo.
Gli andai faccia a faccia e rimasi a fissarlo, aspettandomi una reazione esagerata che mi avrebbe dato un pretesto per tirargli finalmente un pugno e poi riuscire ad aggredire Rainer senza più essere interrotta.

"Intendevo sentimentalmente. E poi sei pallida, tra poco svieni, sta giù e calmati."
Quelle parole erano l'esatto contrario di quello che immaginavo di sentire, perció rimasi per un attimo sconvolta, senza sapere cosa rispondere, mentre sentivo le lacrime iniziare a rigarmi le guance, incapace di trattenerle.

"Io sto benissimo! Ora fammi andare!" Negai l'evidenza, il mio unico pensiero era quello di ammazzare con le mie stesse mani quell'idiota.

"Ti devi calmare Adalie!" Urló, stufo delle mie proteste.

Eravamo ancora faccia a faccia, uno attaccato all'altro mentre lui mi cingeva la vita con un braccio e per quanto mi costasse ammetterlo era davvero forte, non riuscivo a liberarmi da quella presa.

"Fanculo Levi come posso calmarmi!" Strillai ancora più forte di lui, che peró non si fece intimorire.

E poi prima che potessi dire qualsiasi altra cosa o tentare nuovamente di spostarmi fece l'ultima cosa che mi sarei immaginata in quel momento.

In un secondo fece scontrare le sue labbra con le mie violentemente, mentre io sussultavo a quel tocco completamente inaspettato.

𝐶𝑜𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜.  (𝐿𝑒𝑣𝑖 𝐴𝑐𝑘𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora