Un'alba grigia accende di una luce livida i dintorni di Hogwarts. L'umidità della notte ha lasciato gocce sull'erba e sulle foglie degli alberi, mentre grossi nuvoloni neri si stanno addensando nel cielo lasciando presagire l'arrivo di un grosso temporale. Il silenzio è quasi assoluto. Dalla finestra della camera di Ellemir arriva l'odore di terra bagnata e qualche lontano richiamo di uccelli.
A questi brevi rumori della natura che si risveglia, George si scuote rendendosi conto che la notte è finita, e sussurra per l'ennesima volta passandosi una mano sugli occhi stanchi. "Cosa ti è venuto in mente di fare... perché non mi hai aspettato?"
Non si è accorto del tempo che è trascorso: è rimasto lì per tanto tempo quasi in trance, a pensare un modo per ritracciare la ragazza. Il suo cuore è stretto in una morsa gelida, sapendo quanto lei sia ancora debole e impreparata ad affrontare sia un lungo viaggio sia lo zio, ammesso e non concesso che riesca a trovarlo.
"Basta. Se resto qui senza fare niente impazzisco... Qualsiasi cosa è meglio di questa inattività!" esclama a voce alta, poi si stacca dal balcone e a grandi passi si dirige verso la botola che porta fuori dalla stanza. "Ti vengo a cercare, Ellemir. Dovessi impiegarci mesi ti troverò e ti riporterò a casa.".
Un tuono lontano sottolinea le sue parole e gli fa capire che deve fare in fretta: se inizia a piovere le poche tracce che potrebbe trovare sul terreno spariranno. Oltre al fatto che l'ultima cosa di cui ha bisogno Ellemir in questo momento è restare per ore sotto la pioggia.
Senza pensarci ancora su, corre nella sua stanza, afferra mantello e bacchetta magica e si dirige verso il grande portone della Scuola di Magia ancora deserta.
Arrivato in atrio quasi si scontra con Neville Paciock che sta rientrando con le braccia piene di stranissime radici violacee che si muovono a scatti cercando di scappare.
"Ciao George, guarda che meraviglia!" esclama entusiasta il professore di Erbologia"ho trovato queste radici di Bacca Strisciante! Pensa che crescono spontaneamente in riva al..."
"Sì Neville è una cosa meravigliosa ma ora scusami, non posso restare a chiacchierare con te. Per favore, avvisa la Preside che sono uscito e che starò via un po'."
Il tono di urgenza e il viso tirato dell'uomo accendono un campanello d'allarme nella testa di Neville che subito si fa serio e domanda "Cos'è successo?"
George emette un breve sospiro "Ellemir se n'è andata. La preside ti spiegherà tutto. Ora scusami, devo andare a cercarla prima che sia troppo tardi."
Senza aspettare risposta dall'amico, si gira di scatto ed esce dall'atrio, registrando mentalmente che alla prima occasione dovrà scusarsi con Neville per essere stato così scortese. Sente il suo sguardo perplesso bruciargli la schiena ma non ha tempo di tornare indietro a scusarsi e spiegargli, ne ha già perso troppo.
Maledicendosi per essere rimasto imbambolato a pensare a vuoto anziché andare subito a cercarla, attraversa il prato bagnato e si dirige verso il Lago Nero: è uno dei posti preferiti di Ellemir, forse è passata di là oppure magari è ancora da quelle parti in attesa che sia più chiaro per allontanarsi...
Passa sotto ad alcuni alberi bassi ed entra in un boschetto. Poco lontano vede le acque scure del lago, lievemente increspate dal vento che sta iniziando ad aumentare. L'umidità e il freddo stanno diventando più intensi e penetrano nelle ossa lasciando poche possibilità di riscaldarsi. Come sempre, in quella zona non si sentono versi di animali, solo il lieve sciabordio delle onde che si frangono sulla riva limacciosa del lago.
George guarda con attenzione il terreno: sotto agli alberi l'erba non cresce per cui eventuali impronte si dovrebbero ancora vedere. Abbassando la sua alta figura, prosegue accucciato passando palmo a palmo la zona e presto arriva nel punto in cui tante volte si sono incontrati nei mesi precedenti. Una fitta gli stringe il cuore al ricordo, mentre sfiora il tronco che è sempre stato lo "sgabello" preferito di lei per appoggiarsi dopo le lunghe passeggiate e fugacemente pensa se mai capiteranno ancora momenti del genere solo per loro... scuote la testa per risvegliarsi e toglie di scatto la mano quasi il tronco lo stesse bruciando: non ha tempo per perdersi in altre fantasie, ogni secondo che passa le possibilità di trovarla si assottigliano sempre di più.
Il tempo passa e in lontananza si sentono i rumori del castello che si risveglia.
Niente, neanche il più piccolo segno di un passaggio umano recente. George però è sicuro che, prima di andarsene, Ellemir è passata di là. Lo sente nel cuore come se l'avesse vista. Non sa da dove gli venga questa certezza, ma durante gli anni passati a dare la caccia ai Mangiamorte ha imparato ad ascoltare sempre le sue sensazioni perché quasi sempre si sono rivelate corrette. Così continua a muoversi accucciato perlustrando palmo a palmo la zona.
Il vento intanto si è fatto più forte e le prime gocce di pioggia iniziano a cadere lasciando sottili scie bagnate sul viso tirato dell'uomo. Le speranze di trovare qualche traccia di un eventuale passaggio di Ellemir diminuiscono goccia dopo goccia ma lui non si ferma, preda ormai di un'urgenza senza nome che gli è cresciuta dentro e che lo fa muovere senza sosta fra la vegetazione sempre più fitta. Senza accorgersene è arrivato in una zona piuttosto selvatica, dove difficilmente qualcuno può aver voglia di passare per passeggiare o cercare un po' di tranquillità.
'Dove sto andando? E' impossibile che sia arrivata fin qua, non avrebbe senso...' pensa passandosi una mano sugli occhi stanchi per liberarli dalla pioggia ormai scrosciante.
Sta per girarsi e tornare indietro, quando qualcosa, visto con la coda dell'occhio, lo fa fermare di botto.
Da un cespuglio di alloro piuttosto fitto spunta una piccola scarpa. Il cuore di George perde un battito mentre l'uomo in fretta si avvicina e con mano tremante solleva i rami.
Ellemir. Svenuta, bagnata fradicia e gelida. George resta per un istante immobile a guardarla, quasi non capendo cosa gli occhi stanno vedendo. Poi si muove rapidissimo. Si toglie il mantello, lo appoggia delicatamente su di lei e la prende fra le braccia per spostarla da lì sotto e portarla più in fretta possibile in infermeria: è pallidissima e ha le labbra bluastre dal freddo. Non c'è tempo da perdere, come minimo rischia una polmonite se non peggio.
George si rialza facendo attenzione a non scuoterla troppo e sta per incamminarsi velocemente verso il castello, quando una voce femminile lo ferma.
"Non credo proprio che si muoverà da qui."
George si blocca. Sente la punta di una bacchetta premere fra le sue scapole. Lentamente si gira e si trova di fronte a una donna piuttosto bassa e con indosso la divisa del Ministero. Il viso è decisamente sgradevole: occhi piccoli e dallo sguardo cattivo, naso adunco e bocca sottile distorta in un sorriso di scherno.
Gli occhi di George diventano due fessure mentre la fissa replicando deciso: "Io non so chi sia lei, ma questa ragazza ha bisogno di aiuto e, che lo voglia o no, io ora la porto nell'infermeria di Hogwarts. Mi segua, se vuole. Anzi, lo faccia così mi spiegherà cosa diavolo stava cercando di fare."
"Sono miss Simtie, segretaria personale del Ministro della Magia e sono qui in veste ufficiale per arrestare questa signorina: è accusata di aver aiutato un pericoloso criminale a fuggire da Azkaban. L'ho trovata che stava per fuggire dal castello, evidentemente per non farsi prendere, e l'ho fermata."
"Lei è pazza. Ellemir non ha aiutato nessuno a fuggire. Non vedo come avrebbe potuto: è stata fra la vita e la morte per mesi. Ma stiamo perdendo tempo. Io ora rientro CON LEI e la porto in infermeria. Se mi vuole seguire, andrà dalla nostra preside a mostrare il mandato di cattura e a spiegare le cose. Poi si vedrà." Taglia corto George con impazienza, desideroso solo di soccorrere la ragazza svenuta fra le sue braccia che sta diventando sempre più pallida.
"No. Sarebbe una perdita di tempo e ho avuto abbastanza intoppi." Replica glaciale la donna. Punta la bacchetta contro George dicendo semplicemente, quasi con noncuranza "Crucio."
L'uomo, inerme e colto di sorpresa, sente un dolore lancinante percorrergli a ondate il corpo e crolla a terra cercando disperatamente, con un barlume di lucidità rimasta, di non far cadere Ellemir. In qualche modo riesce a farla scivolare sul terreno bagnato poi, prima di sprofondare in un buco nero di sofferenza, vede come ultima immagine miss Smitie che gli mette in mano un pezzo di carta poi si carica sulle spalle il corpo esanime di Ellemir e si allontana ridendo.
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La figlia di Bellatrix 2 - I Quattro Sigilli [SOSPESA]
Fiksi PenggemarQuattro Sigilli creati all'alba del mondo dai Folletti per avere potere sugli Elementi Terra, Fuoco, Aria, Acqua. Un leggendario Libro che contiene le uniche istruzioni che consentono utilizzarli tutti insieme . Una vendetta. Una caccia al Mago in o...