La figlia di Bellatrix 2 - I Quattro Sigilli [SOSPESA]

19. Inseguimento

Ciao!
A quanto pare negli ultimi giorni wattpad non ha mandato le notifiche né ha messo fra le novità la storia quando ho pubblicato i capitoli precedenti a questo... controllate se li avete letti, tanto per non aver 'salti' nel racconto
^_^
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Neville Paciock si sta avviando tutto soddisfatto verso l'aula di Erbologia per la prima ora di lezione della giornata. È sicuro che i suoi studenti dell'ultimo anno saranno entusiasti della lezione che ha preparato: dovranno tentare di addomesticare i Fiori Tigre con alcuni incantesimi di sua invenzione.
'Hehehe sarà di sicuro divertente!' ridacchia fra sé e sé.

È un po' in anticipo, ma deve preparare tutto il necessario affinché i ragazzi possano operare in sicurezza così accelera il passo per arrivare prima. 

Come sempre, mentre percorre i corridoi di Hogwarts, fa scorrere il suo sguardo sui quadri che adornano le pareti dispensado saluti ai personaggi che sono rappresentati. "Professore, io la saluto!" lo apostrofa con voce tonante il Conte Disarcionato sbracciandosi da un enorme quadro sotto il quale sta passando Neville. "Sempre di fretta, eh? Sa che può portare a guai seri, perdiana!" E per sottolineare le sue parole si massaggia molto poco signorilmente il didetro mentre con l'altra mano dà una pacca affettuosa al cavallo che bruca al suo fianco, indifferente al fatto di aver fatto cadere il suo padrone.

"Buongiorno a voi, mio caro Conte. Spero che oggi la botta sia meno dolorosa" replica Neville come ogni mattina, con un sorriso ma senza fermarsi. "Mi dovete scusare se non mi fermo a chiacchierare, ma devo preparare la lezione e fra poco arriveranno gli studenti."

"BRAVO, PERGIOVE!" I quadri vicini tremolano un po' a causa della voce potente del Conte: Neville sorride, probabilmente è stato sentito fino alla parte opposta del castello.

Il personaggio dipinto continua le sue lodi: "Puntuale e coscienzioso, come dev'essere un bravo professore. Non come quel Weasley, bah!!" Neville si ferma di botto e guarda il Conte che prosegue imperterrito. "I suoi studenti sono già in aula e di lui non c'è traccia per tutto il castello. Sarà modo... EHI PROFESSORE!! DOVE STATE CORRENDO?!"

Ma Neville non ha tempo di spiegare alcunché al Conte. Le sue parole lo hanno messo in allarme: George non è rientrato dalle sue ricerche e non è certo da lui lasciare gli studenti soli in aula.

'Gli è successo sicuramente qualcosa. Devo avvisare la preside e andare a cercarlo.' pensa dirigendosi, sempre correndo, verso l'aula di Trasfigurazione dove spera di trovare la McGranitt.

La fortuna lo assiste: quasi si scontra con lei nei pressi dell'atrio.

"Preside! George non è nel castello, bisogna andare a cercarlo! Lo avevo incrociato poco dopo l'alba che stava andando a cercare Ellemir... Era parecchio alterato, per me gli è successo qualcosa!"

"Chiama Hagrid e andate!" esclama la preside senza perdersi in chiacchiere inutili "Non preoccuparti per i ragazzi, non resteranno con le mani in mano durante la tua assenza. Ah… Neville. Dalla finestra del mio studio lo avevo visto dirigersi verso il Lago Nero… iniziate da lì.”

“Vado subito. Poi però per cortesia mi dovrà spiegare alcune cose su questa faccenda.”

“Certo. Vai ora. Credo che troverai Hagrid a casa sua, non l’ho ancora visto al castello.”

Con un cenno di assenso Neville saluta la preside e corre fuori dopo aver usato sui propri vestiti l’Incanto Impervius per renderli impermeabili, come gli aveva insegnato Hermione ai tempi in cui erano studenti.

Fortunatamente Hagrid sta arrivando al castello, così Neville non deve arrivare fino a casa sua.

“Presto Hagrid, vieni con me, dobbiamo andare a cercare George! La preside sa tutto” gli grida per sovrastare il rumore della pioggia che ormai cade piuttosto violentemente. L’omone non fa a tempo a replicare né a chiedere nulla, che viene afferrato per un braccio e trascinato via. Mentre si dirigono verso il Lago Nero Neville gli spiega in due parole l’accaduto. Hagrid ascolta sempre più preoccupato: non è da George lasciare scuola e studenti senza una parola per cui è evidente che gli è capitato qualcosa.