5. Rifiuto

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Il sole sta accarezzando con gli ultimi morbidi raggi della giornata il castello di Hogwarts e i dintorni, rendendo il paesaggio ancora più bello. Alla luce dorata del tramonto gli alberi in fiore sembrano rivestirsi di una patina dorata e una leggera brezza muove le foglie e l'erbetta appena nate diffondendo dappertutto il profumo della primavera che sta sbocciando.
Anche il Lago Nero a quest'ora sembra meno lugubre: il suo solito colore cupo e plumbeo si muta in argento vivo e i raggi obliqui del sole, attraversando le sue acque, lasciano intravvedere i colori dei suoi abitanti che si muovono sotto la sua superficie, facendolo diventare un luogo affascinante.
Chi ha la possibilità, o la fortuna, di potersi soffermare per un po' in uno scenario del genere, non può che sentire arrivare fin dentro di sé la benefica luce dell'ultimo sole della giornata e avvertire tutt'intorno i rumori e i profumi della natura che si risveglia, riuscendo a rilassarsi e a far uscire dalla mente, almeno per un po', ansie e preoccupazioni.
Questo è quello che sperava George quando, rientrato in anticipo dal fine settimana trascorso a casa, anziché andare subito al Castello è venuto a passeggiare sulle rive del Lago Nero per cercare di calmarsi e mettere ordine nei propri pensieri: i due giorni a casa sono stati un vero supplizio, inducendolo addirittura ad andarsene prima del previsto perché non riusciva più a stare lì.
Speranza vana.
Da ore cammina avanti e indietro senza riuscire a calmarsi: nella testa continua a rimbombargli il rifiuto secco e perentorio dei suoi di incontrare Ellemir. A nulla sono valsi il racconto di quanto accaduto l'autunno precedente né il fatto che lui riponga nella ragazza fiducia assoluta.
"Potrebbero essere stati d'accordo anche se sembra impossibile" hanno detto sua madre e suo padre "Sappiamo di chi è figlia e con chi è stata fino a pochissimo tempo fa, non è possibile che si sia sganciata in modo così netto. È più probabile invece che lei e lo zio abbiano architettato tutto per chissà che scopo..."
George ha provato in tutti i modi a farli smuovere dalla loro posizione senza tuttavia riuscirci. Neppure i fratelli e i cognati sono stati dalla sua parte, tanto che alla fine se n'è andato via prima del previsto, triste e molto arrabbiato...
Ancora adesso fa fatica a digerire la cosa. Quando ha deciso di andare a parlare con la famiglia era sicuro che si sarebbero fidati di lui e che i fatti dell'autunno li avrebbero convinti che Ellemir è l'opposto di sua madre... Come si sbagliava.
Un sorriso amaro gli increspa la bocca mentre guarda, senza in realtà vederlo, lo splendido panorama davanti ai suoi occhi. Si ferma e si massaggia il collo scuotendo la testa: proprio nel momento in cui ha finalmente trovato pace deve arrivare a scontrarsi con i suoi proprio a causa della persona a cui deve tutto questo.
"Come glielo dico?" si chiede sconsolato ad alta voce, sapendo quanto Ellemir ci tenga ad essere accettata dalla sua famiglia.
"Dirmi cosa?" la dolce voce di Ellemir lo fa trasalire, interrompendo il corso turbolento dei suoi pensieri.
George si volta e la vede avvicunarsi. Come sempre, il suo cuore a quella vista perde un battito: Ellemir cammina verso di lui con movimenti aggraziati che la fanno sembrare quasi una Creatura Magica parte integrante della natura che li circonda. La divisa della Scuola, che la Preside le ha dato affinché passi più inosservata possibile fra gli studenti, fluttua ad ogni suo passo avvolgendo il corpo sottile il morbide onde scure. I grandi occhi grigi manifestano tutta la contentezza che prova nel rivederlo e un sorriso le illumina il bel viso mentre si avvicina.
Non avevano appuntamento in riva al lago ma, come lui ha cercato in quei luoghi un balsamo per la sua delusione, lei è andata lì per cercare di rilassarsi in attesa del suo ritorno, dopo una giornata trascorsa sulle spine senza che nulla riuscisse a farle distogliere il pensiero dalla Tana e dai suoi abitanti.
Ora, uno di fronte all'altra, si guardano senza proferire parola per alcuni istanti. George le prende il viso fra le mani mentre cerca disperstamente le parole adatte affinché ciò che ha da dirle la ferisca il meno possibile. Ma è una fatica inutile: il tormento che orova traspare chiaramente dai suoi occhi ed Ellemir capisce subito cosa lui non riesce a dirle. Un velo di tristezza le offusca lo sguardo mentre gira il viso da cui è sparita ogni traccia di contentezza: non serve che lui confermi con le parole, Ellemir ha già capito di essere stata rifiutata e questo la colpisce come una pugnalata benchê fosse preparata a quella possibilità... Una cosa è pensare al fatto che un fatto sgradito possa accadere, tutt'altro è accettarlo quando si verifica.
"Mi dispiace così tanto..." sussurra George abbracciandola. Ha visto il cambiamento di espressione nel viso di lei e vorrebe fare il possibile per diminuire il suo dispiacere "Ho provato in tutti i modi a convincerli, per il momento però non ci sono possibilità... Ma è solo questione di tempo, Ellemir. Vedrai che fra poco cambieranno idea."
"Ne sei convinto, George? Io sarò sempre figlia di mia madre, per quanto non mi piaccia: è questo il sangue che mi scorre nelle vene... Pensi che saranno in grado di dimenticarsene?"
A George si stringe il cuore nel sentire, dalle parole di lei, quanto dispiacere le stia causando questo rifiuto. Per cercare il più possibile di tirarla su di morale, caccia in fondo all'anima la tristezza che prova lui stesso e le sorride dolcemente mentre risponde: " Se ne dimenticheranno... Garantito. Perché a me è successo lo stesso..." le sue parole si spengono in un bacio, che almeno per un po' allontana da entrambi i pensieri tristi e la preoccupazione per il futuro: per quei brevi minuti ci sono solo loro due, il mondo circostante sparisce risucchiato da un vortice di sensazioni elettrizzanti che li avvolgono cone un manto protettivo...
Un lieve rumore disturba la pace del luogo: un piccolo gufo grigio si è posato su un ramo poco distante e sta facendo versi strani quasi a voler richiamare l'attenzione.
Il suono nuovo arriva attutito alle oreccchie dei due innamorati che, molto a malincuore, si sciolgono dall'abbraccio e si guardano intorno perplessi.
"Guarda, un gufo" Ellemir indica l'animaletto poco distante che li sta fissando. "Sembra che abbia un nessaggio" mentre pronuncia queste parole, il pensiero che i genitori di lui abbiano cambiato idea e abbiano mandato una lettera a George per dirglielo le attraversa la mente e guarda fisso l'uomo di fronte a sé, che evidentemente ha pensato la stessa cosa perché subito si precipita a prendere il pezzo di carta attaccato alla zampetta del gufo.
Lo apre con trepidazione, poi gli dà una scorsa piuttosto perplesso.
"È di Aberforth Silente, mi chiede di andare stasera al pub... Che gli sia successo qualcosa?"
"Vai a vedere" replica Ellemir "Io intanto rientro al Castello."
"Sei sicura? Non ti voglio lasciare sola proprio in questo momento.."
"Sto bene, George, grazie. Devo solo riposare un pochino. Vai subito, magari ha bisogno di aiuto. Noi ci vedremo dopo" conclude sorridendo. Poi gli accarezza il viso e gli sfiora le labbra con un bacio; subito dopo si volta e si allontana, cercando di non fargli vedere quanta tristezza abbia nel cuore.
George la osserva allontanarsi, il cuore stretto nel vedete quella figuretta scura che si allontana con le spalle curve e il capo chino.
"Aberforh, prega di avere un motivo valido per farmi venire da te!" dice a mezza voce.
Poi, a grandi passi, si dirige verso i confini del territorio di Hogwarts per potersi smaterializzare.

La figlia di Bellatrix 2 - I Quattro Sigilli [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora