Cinquantesimo capitolo

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‘sparisci’ risposi dura.
‘io non sparisco, non questa volta.’
Un flash mi colpì e mi ricordai la notte in cui avevo guidato fino a casa sua, ma poi me ne ero andata via correndo. La fine la conoscevamo entrambi molto bene.
Abbandonai il volante di scatto e rimasi a fissare il vuoto.
Lui restò immobile, poi chiuse lo sportello e in un secondo si lanciò dentro alla macchina dall’altra parte, esattamente accanto a me.
‘torna al presente ora.’ Sussurrò toccandomi delicatamente una mano e sperando che non me lo scrollassi di dosso anche questa volta.
Quando ripresi conoscenza e tornai al presente poggiai la testa al volante.
‘mi sento male.’ Sussurrai.
Lui sgranò gli occhi, inizialmente pensò che stessi scherzando, poi vide la mia espressione cambiare e in pochi secondi mi trascinò fuori dalla macchina.
‘hai la pressione bassa?’ mi chiese quando mi appoggiai contro un albero.
‘mi viene da vomitare.’
‘sei bianca cadaverica.’
‘perché mi hai rifiutata ancora una volta?’ gridai completamente fuori dall’argomento e lasciandolo a bocca aperta.
‘non volevo che succedesse questo.’ Mi indicò tirando un calcio all’albero.
‘sei tu che fai un casino ogni volta.’ Gli tirai uno spintone.
‘no, no, aspetta.’ Mi afferrò per un polso mentre me ne stavo tornando in macchina.
‘cosa c’è?’
‘non posso lasciarti andare via anche questa volta.’
Non sapevo a cosa si stesse riferendo, perché quella frase in quel momento poteva assumere più di un significato.
‘si, soffro di pressione bassa.’ Risposi calmandomi e tornando con la schiena contro l’albero. ‘ho una bottiglietta di roba colorata che la alza lì dentro.’
Gli lanciai le chiavi e lui non perse neanche un secondo. Tornò subito dopo con quella bottiglietta colorata.
‘bevi’
‘mi fa schifo.’
‘bevi, stai male.’
‘mi viene da vomitare.’
‘bevi, cristo.’ Mi portò di scatto la bottiglietta alla bocca, ma la allontanai spontaneamente e colpii i suoi pantaloni con quel liquido arancione e appiccicoso.
‘merda.’
‘oddio.’
Guardai con orrore lo spettacolo che avevo creato sui suoi vestiti scuri e mi odiai, perché non era possibile che ero riuscita a rovinare tutto anche se era vestito di nero.
‘sembra che non ho trattenuto la pipì.’ Mi guardò serio.
‘non c’è problema.’ Dissi trattenendo il vomito e mettendo da parte il mio disagio. ‘possiamo entrare, qui c’è un bagno.’
‘no, non serve, posso andare a casa.’ Camminò.
‘non esiste.’ Lo bloccai e lo trascinai dentro con forza.
Quando mi ritrovai davanti al cancello e notai che c’era troppa gente mi bloccai.
‘se mi dici dov’è il bagno io intanto ci vado.’ Fece spallucce.
‘no, non esiste.’ Deglutii con fatica ‘andiamo insieme’
‘ma possono vederci tutti..’ commentò alzando il sopracciglio.
‘non importa..’ mentii, non potevo dirgli che era una vera e propria tragedia.
Aprii la porta semi accostata e una folla di gente mi investì. Non era cattiveria, ma sarebbe stato strano farsi vedere insieme.
Mi guardai intorno e non mi sembrò di trovare volti interessati alla nostra presenza in quel momento, erano probabilmente troppo rimbambiti dal fumo, dall’alcool e dalla musica altissima.
Cominciai a correre e ad abbassarmi come un ninja disabile mentre Ashton camminava tranquillamente.
Vidi da lontano Zayn e Niall ed ebbi un infarto, così afferrai al volo una borsa appoggiata ad una sedia e me la misi proprio davanti al viso cominciando a scattare da una parte all’altra come una psicopatica.
Il piano andò avanti fino a quando raggiunsi il bagno e lanciai il biondo dentro lodando dio perché era stranamente vuoto.
‘wow’ scoppiò a ridere. ‘stai facendo progressi.’
‘già, no.’ Risposi storcendo la bocca e concentrandomi sui fazzoletti da riempire con l’acqua.
‘devo fare qualcosa io?’
‘si, vai in bagno.’ Non finii la frase, lo lanciai ancora una volta oltre la seconda porticina e lo raggiunsi chiudendola dietro di me.
Tirai un sospiro di sollievo e lui mi guardò divertito, era inutile nascondere che stavo cercando di nascondere che ero con lui, Ashton se ne era accorto ovviamente.
‘dove devo..’ non terminai la frase neanche questa volta, si tolse la maglietta e la poggiò sopra alla porta.
‘devi pulire i pantaloni.’ Inclinò la testa divertito dalla mia espressione e indicò un punto terribilmente vicino al suo inguine.
‘stai.. scherzando?’ lo guardai terrorizzata.
‘se vuoi faccio da solo..’
‘no, no.’ Respirai per cercare di calmarmi ‘faccio io, te l’ho detto.’
Mi abbassai lentamente sempre tenendo lo sguardo fisso sul suo viso e poggiai le ginocchia a terra. Quando abbassai lo sguardo dritto a me e realizzai di trovarmi esattamente lì davanti provai un imbarazzo indefinibilmente nuovo per me che non mi ero mai scandalizzata per un pompino o roba del genere.
Questo chiaramente non era né un pompino né roba del genere, ma le guance mi andarono comunque a fuoco e chiusi gli occhi per respirare a pieni polmoni più ossigeno possibile.
Iniziai a pulire sul bordo dei jeans, ma lui li abbassò mettendo in evidenza i boxer bianchi, sporchi leggermente anche loro.
‘devo pulire anche..’ deglutii non riuscendo a trovare le parole.
Lui annuì con un sorrisetto fastidiosamente divertito, così tornai a pulire anche i boxer poggiando la seconda mano sulla pelle calda che evidenziava una perfetta V sotto agli addominali dolcemente scolpiti.
Pensai che il momento più imbarazzante fosse passato, ma mi ritrovai a pulire i jeans esattamente sopra al bozzetto che traspariva sotto al tessuto duro.
Pressai leggermente e lui si lasciò sfuggire un gemito gutturale poco evidente, come un lamento a bassa voce.
‘cassie, mio dio.’ Si poggiò al muro con tutte e due le mani e io capii che forse stavo disturbando un po’ troppo quella parte intima che iniziava a crescere fuori dal suo controllo mentale. Questa cosa gli dava fastidio, potevo notarlo nella sua espressione e ancora una volta non capii il motivo di tanta avversione verso quel tipo di contatto fisico.
Comunque non feci domande, più imbarazzata e in silenzio di prima passai alla coscia, ma il momento peggiore ancora non era arrivato, lo realizzai quando qualcuno spalancò la porta principale del bagno e rimase in silenzio.
Guardai Ashton nel panico e rimasi in quella posizione alzando solo un dito sulle mie labbra per pregargli di stare in silenzio.
‘Cassie, sei qui?’ Lo voce calda di Zayn mi scosse.
Sgranai gli occhi quando mi resi conto che ci separava solo una porticina tagliata che in quel momento mi arrivava solo fino al fondoschiena.
Ashton mi incitò a rispondere e io continuai a guardarlo nel panico.
‘hey.’ Risposi.
Lui raggiunse la porta del bagno, ma non la spalancò, rimase lì davanti e la sua presenza mi pesò da morire.
‘stai..’ scoppiò a ridere.
‘io.. sì.’
Ashton mi guardò sconvolto e io cominciai a gesticolare a bassa voce.
‘ti sono venuto a cercare perché..’ si bloccò ‘tutto bene?’
‘si, certo, ovvio.’ Risposi schizofrenica e Ashton dovette trattenersi per non scoppiare a ridere.
‘bene allora io.. vado’ sentii dei passi, poi si bloccò. ‘cas?’
‘mh?’
‘con chi stai..?’
‘Zayn, possiamo parlarne domani?’ risposi brusca.
‘oh, sì, sì certo.’ Disse infine prima di fare gli ultimi passi e così abbandonò la stanza.
Mi buttai a terra e tornai a respirare regolarmente.
Ashton mi si accovacciò accanto e sorrise.
‘penso che come minimo devo accompagnarti a casa dopo questo.’


Tamburellai contro l’armadietto mentre cercavo di infilare le cartacce che ero riuscita a stampare clandestinamente grazie a Niall e alla sua copia delle chiavi di qualsiasi aula della scuola.
Quando la campanella suonò realizzai che avevo i tacchi e in prima ora mi aspettava educazione fisica. Ma non sarebbe stato un problema ovviamente, perché non mi interessava niente di quella materia e soprattutto non mi interessava quando avevo un mal di testa sconvolgente dovuto all’alcool del giorno prima.
Avevo deciso di non bere, ma in discoteca, da come diceva Louis, non si poteva prendere una scelta simile. Così mi ero ritrovata con una manciata di biccherini intorno a me sul bancone e avevo cominciato a rimettere tutto mentre Harry mi teneva i capelli nella parte anteriore di quel locale squallido e frequentato da gente indefinibile.
Quando qualcuno mi afferrò il braccio e mi fiondò dentro a uno stanzino stretto e buio capii che dovevo svegliarmi dal ‘coma’ mentale che stavo affrontando decisamente male.
'non ho baciato nessuno' gridai vedendo solo buio e facendomi prendere dal panico.
'ma di cosa stai parlando?' Ashton mi rigirò verso di lui e riuscii a riconoscerlo grazie ai ricciolini che mi solleticarono il viso.
Feci un passo indietro.
'ah, sei tu.' risposi acida.
'chi pensavi che fossi?'
'speravo qualcun altro.' feci spallucce.
'Cassie.'
non riuscii a vederlo, ma capii dal suo tono che aveva appena serrato la mascella. 'che vuoi?'
'noi abbiamo passato tutto questo tempo a nascondere il bacio e poi arriva un possibile rapitore o killer seriale a scuola e tutto quello che tu riesci a dire è non hai baciato nessuno?' si schiarì la voce 'sul serio cassie?'
'beh, non puoi mai sapere chi ti aspetta nel buio.'
'e allora gli spiattelli in faccia che non hai baciato nessuno?'
Aprii la bocca per rispondere, ma lui fece un passo verso di me e accese la luce, ma fu comunque inutile, perché era così fioca che riuscii a intravedere giusto i suoi lineamenti.
'che vuoi?' ripetei scocciata.
'mi hai evitato per giorni dopo la festa e ora mi chiedi cosa voglio?'
'c'è un motivo se ho scelto di evitarti.'
'potresti spiegarlo anche a noi comuni mortali che non riusciamo a leggerti la mente?' incrociò le braccia.
'no.' feci lo stesso.
'sei una bambina.' rispose acido.
'è questo il motivo per cui non mi vuoi.' feci per andarmene, ma lui mi bloccò.
'è questo il problema quindi.'
'se già lo sai perché me lo chiedi?' alzai il tono e lui respirò lentamente per calmare la tensione.
'sapevo che avresti interpretato male.'
'oh, ma risparmiami queste scuse idiote.'
'non sono scuse.'
'io me ne vado.' girai i tacchi, ma si mise davanti a me per impedirmi di passare.
'ti ho portato qui per parlare di questo, tu non te ne vai.'
'cosa fai se me ne vado? Mi leghi a una sedia e poi mi stupri?' aprii le braccia 'giusto, perché io sono una bambina.'
'ti stai comportando così adesso.'
'notizia dell'ultima ora: io sono così.' rimarcai le parole.
'io voglio uscire ancora con te.' disse alzando la voce.
'non me ne frega un cazzo.'
'si invece'
'e se non volessi più uscire io con te?'
'lo so che non è così.'
'bravo, sei perspicace.'
'allora vuoi uscire con me?'
'no.' urlai spostandolo di forza e tirando giù la maniglia arrugginita della porticina. La porta scricchiolò un po', ma poi la maniglia restò inspiegabilmente incastrata.
'cos'è successo? hai cambiato idea?' disse Ashton venendomi incontro.
'no.' ringhiai 'la porta è bloccata.'
'che cosa?' sgranò gli occhi e la scosse più di una volta non riuscendo ad ottenere nulla.
'hai visto, brutto idiota? adesso siamo bloccati qui.'
Lui si appoggiò al muro.
'ci verranno a tirare fuori.'
Storsi la bocca e distolsi lo sguardo appoggiandomi alla parete difronte alla sua, esattamente davanti a lui.
'almeno abbiamo la possibilità di parlarne senza che tu possa scappare.'
'come una bambina intendi?'
'no.' mi ammonì con lo sguardo e io non riuscii a tenerlo fermo su di lui.
'non vedo perché mi vuoi parlare, sei stato chiaro alla festa, non vuoi questo con me.' sbuffai.
'non intendevo questo, cristo.'
'beh, allora puoi evitare di esprimerti come un invertebrato oppure come un bambino?'
'non volevo scopare con te in quel momento.' La durezza spontanea delle sue parole mi colpì e il mio sguardo venne catturato improvvisamente.
'cosa?'
'eri ubriaca, lo ero anch'io.'
'quindi tu non intendevi dire che..'
'no, cassie.'
Improvvisamente capii il suo discorso e mi sentii davvero una bambina, ma come una bambina anche in quel momento non riuscii a trattenere una punta di orgoglio nel mio stomaco.
'mi sembra che con Helena non ti sia fatto tutti questi problemi.' deglutii infastidita al solo pensiero.
Lui rise spontaneo e poi mi guardò.
'pensi davvero che sia la stessa cosa?'
Un fastidioso movimento nello stomaco mi tolse il fiato.
'dimmelo tu.'
'no, cassie, arrivaci da sola.'
'come posso arrivarci?'
'a mente lucida, ti saresti pentita se fosse successo qualcosa ieri sera? probabilmente avresti ricordato tutto a flash.'
'come la prima volta che ci siamo baciati.' dissi tra me e me.
'io me la ricordo bene.' disse sovrappensiero, ma io tornai immediatamente a guardarlo.
'Ashton.' dissi presa da una vampata di coraggio 'cosa siamo noi precisamente?'
'che intendi?'
'voglio dire, ci stiamo frequentando o..' non riuscii ad aggiungere altro, perché le farfalle nello stomaco si stavano moltiplicando. 'perché due persone si frequentano di solito?' chiese.
'non so' alzai un sopracciglio 'per conoscersi meglio?'
'poi?'
'per capire se possono stare insieme?' aggiunsi insicura.
'bene, io ti conosco abbastanza da sapere che possiamo stare insieme.' rispose secco con un sorrisino vagamente divertito.
Mi colse impreparata. Indietreggiai contro la parete.
'vuoi dire che noi stiamo..'
'se vuoi posso dirti cosa non siamo.' sorrise ancora.
'cosa?'
'amici.' inclinò la testa, ma prima che potesse aggiungere altro un rumore fuori dalla porta richiamò la nostra attenzione. Fuori dalla piccola finestrella in vetro tassellato riuscii ad intravedere una figura indistinguibile.
'chi c'è lì dentro?' una voce a me conosciuta mi fece saltare. 'oddio.' guardai ashton spalancando gli occhi.
'era Liam?'
'shh' gli misi due mani in faccia senza preoccuparmi che andassero a coprire la bocca.
'adesso vi tiriamo fuori, potete dire i vostri nomi?' la voce del mio professore di storia risuonò da fuori.
'cosa ci fanno Liam e il professore Blake qui fuori?' chiese confuso.
'cosa ne so io!' mimai tentando di mantenere la voce bassa. 'ragazzi?'
'che facciamo?' mi guardò nel panico.
'non possono trovarci qui insieme.'
'lo so cassie.' alzò un sopracciglio probabilmente stufo di questa storia.
'non penso che ci sia qualcuno qui dentro.' sbuffò Liam.
'la porta è comunque bloccata, deve essere stata chiusa da dentro.' rispose l'uomo.
'Ashton.' lo chiamai pizzicandogli il braccio. Lui saltò sul posto.
'si, ci siamo.' dissi camuffando la voce. Il biondo mi guardò sconvolto e dovette mordersi le guance per non scoppiare a ridere.
'quali sono i vostri nomi?' chiese Blake.
'noi..' mi grattai la testa pregando che non riuscisse ad aprire la porta, ma quando realizzai che la maniglia si tirò giù e la luce del corridoio mi investì abbandonai ogni sogno per tornare alla realtà. 'Cassie?' urlò Liam prima di fare una pausa 'Ashton!'
Io alzai la mano per salutare.
'ah, grazie a dio ci avete tirati fuori, mancava poco alla morte.' Ashton uscì alla luce del corridoio sistemandosi i capelli e probabilmente ringraziando Dio essendo gli unici quattro sul corridoio.
Alzai un sopracciglio analizzando le sue parole quando lui spalancò gli occhi probabilmente chiedendomi di collaborare.
'eh già.' continuai a guardarlo priva di ogni convinzione 'stavamo per ucciderci a vicenda.'
Quando mi voltai vidi due espressioni confuse, quella del mio amico e del professore.
'da quanto siete lì?' chiese Blake.
'troppo tempo, ho bisogno di distanza infatti.' recitò Ashton. Incrociai le braccia davanti a quella sua interpretazione, ma quando la campanella suonò ci guardammo tutti per l'ultima volta e ognuno andò nella sua direzione separandosi dal gruppo e allontanandosi da quella situazione bizzarra.

'capisci quello che intendo?' chiese ancora volta Niall inforchettando quasi un'intera lasagna.
'si Niall.' rispose Liam guardandosi intorno.
'ma gli altri?' notai che eravamo solo noi tre a tavola.
'staranno arrivando.' Niall fece spallucce e io lo seguii.
Quando Liam si avvicinò a me ebbi un brivido.
'mi spieghi come hai fatto a rimanere chiusa lì dentro con quello?'
Sgranai gli occhi.
'ero entrata..' annuii 'e anche lui.'
Lui storse la bocca.
'nel senso che ci servivano delle cose, ma quando lui è entrato ha chiuso per sbaglio la porta.'
'perché l'ha chiusa?'
'ho detto per sbaglio.' aprii le braccia.
'me lo diresti se c'è qualcosa, vero?'
Mi voltai e trovai i suoi occhioni color miele ad osservarmi.
'qualcosa di che tipo?'
'non so..'
'Liam, pensi che stiamo insieme?' finsi un'espressione shoccata.
Lui rimase immobile per qualche secondo, poi guardò in basso e scoppiò a ridere così forte che ottenne gli sguardi di tutta la mensa. Niall rise con lui senza sapere il motivo e io accennai un sorriso più simile all'espressione che si fa un attimo prima di vomitare.
 'oh andiamo, ti sto solo chiedendo se sta continuando a tormentarti come all'inizio'
Storsi la bocca, l'appetito mi abbandonò quando ricordai quel periodo, così mi alzai dal tavolo senza neanche salutare e mi diressi fuori dalla mensa come ipnotizzata dalla voglia di correre via, anche velocemente.
'Cassie?' Liam mi seguì per il corridoio attirando qualche occhiata.
'dimmi.' cercai di non sbuffare apertamente.
'perché te ne sei andata?'
'devo.. ripassare.' Rimasi immobile e lui inclinò la testa aspettando qualcosa.
'cosa c'è Liam?' sbottai dopo dieci secondi passati ad osservarci in silenzio.
'ripassi senza libri?'
Mi morsi l'interno della guancia e presi a camminare verso l'armadietto odiandomi profondamente. Una volta raggiunto e una volta realizzato che lui era ancora dietro di me, lo aprii e pensai in fretta a cosa prendere, ma un foglietto cadde davanti ai nostri occhi e io alzai un sopracciglio chiedendomi cosa stesse succedendo.
'non lo raccogli?' chiese il castano.
'non mi interessa.' mentii realizzando che poteva essere da parte di qualcuno che non doveva essere scoperto.
Lui incrociò le braccia sbuffando.
'sei strana!' gridò.
'e va bene, lo raccolgo' gridai a mia volta piegandomi lentamente e mantenendo lo sguardo fisso su di lui.
Quando afferrai il foglietto e mi tirai su, accanto a Liam, lo guardai.
'vuoi osservarlo o hai intenzione di aprirlo?'
'Liam, sai quanti ne ho ricevuti in tutta la mia vita? Non mi cambia la vita.'
'non sei curiosa?'
Scossi la testa, mentendo ancora.
'aprilo, su.' Sbuffai e feci un passo per allontanarmi da lui cercando di passare inosservata. Poi aprii il bigliettino e notai una scritta: per Cassie.
Ti aspetto stasera alle 9 e 30 al cinema vicino al centro commerciale. Non mancare.xx
Poi un oggettino rotolò via dal foglio e cadde nella mia mano, quando la aprii notai che era una sigaretta, una marlboro con precisione.
'chi è?'
Ashton. Avrei voluto urlare che era lui, che era Ashton, che mi aveva chiesto di uscire per la seconda volta nonostante i problemi, che ero felice, anzi, felicissima e avrei voluto abbracciare il mio amico condividendo la mia gioia con lui. Realizzai che questo non era possibile, quindi tenni la gioia per me e scossi la testa cercando di essere più naturale possibile.
'solo un ammiratore segreto.' conclusi prendendo il primo libro e buttando dentro all'armadietto quel biglietto che per me valeva più di qualsiasi altra cosa.
'ti ha regalato una sigaretta?'
annuii.
'ti voleva comprare.' fece spallucce.
No, Liam, voleva solo farmi capire che si trattava di lui. Solo di lui. Ancora una volta tenni per me i pensieri e tornai a camminare verso l'esterno stringendo tra le labbra quella sigaretta che sapeva di lui.

Angolo di Claire
Probabilmente uno dei capitoli più lunghi che abbia mai pubblicato.
è chiaro che i due siano completamente innamorati, chi ancora non l'ha capito andasse a rileggere tutto il capitolo, perché è chiaro come l'acqua, ragazzi miei.
Tralasciando il momento in cui Cassie gli pulisce praticamente il [...] e lui soffre come le merde perché non può farsela in un cristo di bagno, parlerò del discorso di Ashton dentro alla stanzetta degli orrori e del coraggio di Cassie, farei un applauso a questa donna dalle mille sfumature (non di grigio) e ai discorsi ambigui di Ashton che penso che uno così l'avrei lasciato dopo 2 ore e mezza.
Quindi sono amici? conoscenti? scopamici? vicini di reparto di psichiatria? NON SI SA, ma quello che abbiamo capito tutto (tranne Liam, che continua a pensare che Ashton sia uno psicopatico, quando l'unica psicopatica è la sua amica -Cassie, te se ama-) è che il riccio ha chiesto di uscire alla bionda per la seconda volta.
Non so a casa vostra, ma a casa mia nel secondo appuntamento di solito succede qualcosa o no? Moriranno? Si apparteranno sulle poltroncine del cinema? Ashton gli dirà che è innamorato di Harry?
Lo scopriremo alla prossima puntata di Tartarughe ninja disabili. Starring Cassie Hemmings.
Ci vediamo al prossimo capitolo, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate del 50esimo (oh mio dio, già siamo qui?)
Vi adoro vi adoro vi adoro e ne approfitto per ringraziarvi dei commenti e dei likes su Brixton's Affairs, grazie mille! 
Claire☻♥

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