cinquantunesimo capitolo

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'Cassie almeno abbi la decenza di finire di mangiare'
'mamma devo lavarmi i denti.'
'aspetta di finire.'
'no, no.' Mi alzai dal tavolo cominciando a scotere i capelli 'adesso so di fritto.'
'non ho cucinato niente di..'
'mamma, per favore, smettila.' mi avvicinai a Luke che intanto guardava la scena sconvolto 'Luke, puzzo?'
Lui alzò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere.
'devo farmi una doccia. subito.' gesticolai prima di correre al piano di sopra.
Lasciai la porta aperta e realizzai che stavo tremando e che le farfalle nello stomaco mi stavano facendo impazzire. Aprii l'armadio e una fila di vestiti cadde seguita da un paio di stampelle.
'tutto questo è divertente.' la voce di mio fratello attirò la mia attenzione.
'luke, non so cosa mettermi.'
'ma non sei già vestita?' osservò divertito il biondo mentre sbuffavo ininterrottamente.
'non mi piaccio.'
'ti sei preparata mezz'ora fa e ti assicuro che una melanzana non ti farà puzzare di fritto.' incrociò le braccia facendo il suo ingresso in stanza.
'devo ritruccarmi.'
'ti sei truccata meno di venti minuti fa.'
'nel frattempo il trucco si sarà sbiadito, no?' presi uno specchio, ma mi volò via e finì sul tappeto. Luke scoppiò a ridere divertito dalla mia agitazione.
'Cassie.' mi prese le spalle.
'il rossetto non me lo metto.'
'cassie.' mi scosse leggermente.
'perché mai non dovrei metterlo? tanto non mi bacia.'
'Cassie!' infine gridò attirando di nuovo la mia attenzione e facendomi stare in silenzio. 'con chi devi uscire?'
'Ashton.' sussurrai quasi estasiata da quel nome.
Lui sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta.
'cos.. cioè, wow'
'non te l'ha detto?'
'lui.. si, ma pensavo che stesse scherzando' storse la bocca. 'ti sta venendo a prendere?'
'è tipo un appuntamento al buio..'
'che razza di appuntamento al buio è se già vi conoscete e sapete chi siete?'
'mi ha invitata con un bigliettino'
'cas, stai peggiorando la situazione così.'
'beh, io l'ho trovato intrigante.' feci spallucce.
'Luke è pronta la carne.' La voce di mia madre riecheggiò per le scale.
Lui arricciò il naso e mi diede un bacio veloce sulla guancia prima di correre via. 'ah' tornò indietro facendo spuntare solo la testa dalla porta
'sei bellissima e lui la pensa esattamente come me.'

Camminai a passo svelto per raggiungere l'entrata del cinema.
Mi ero ritrovata molte volte fuori da quel luogo affollato, molto spesso con i miei amici, altre volte anche con parenti in viaggio, ma mai avrei pensato di avere un appuntamento con Ashton.
Il cinema era al centro di Perth, esattamente nel posto più affollato soprattutto di sera, ma la cosa non mi disturbava affatto, perché in quel momento realizzai di essere un quarto d'ora in anticipo. Ero ansiosa, emozionata, elettrizzata. Ogni molecola del mio corpo tremava al solo ricordo di quella conversazione avuta nello stanzino buio e esattamente in quel momento, nonostante il caldo afoso che si intrufolava sotto alla giacca leggera, c'ero io, Cassie Hemmings, fuori da quel cinema, a tremare per un appuntamento. Mi guardai intorno più di una volta e odiai il fatto di essere lì davanti ad aspettarlo come se fosse la mia unica priorità, ma restai comunque impalata lì, perché infondo era la mia priorità.
Quando qualcuno si schiarì la voce dietro di me e un profumo dolciastro raggiunse subito le mie narici il mio cuore si spalancò e lasciò entrare una gioia incontenibile in un solo corpo.
'hey.' dissi con enfasi e lui sorrise dolcemente prima di avvicinarsi e stamparmi un bacio sulla guancia.
'mi dispiace se ho fatto tardi, ma non ero convinto dei vestiti.' storse la bocca.
Lo osservai meglio. Portava una maglietta bianca allargata, jeans neri strappati e una giacchetta di pelle. Era perfetto ovviamente. Ma decisi comunque di non esprimere così tanta approvazione e mi limitai solo a sorridere e annuire da brava idiota che avevo deciso di impersonare in quel momento.
Entrammo nel cinema e lui sorrise.
'che film vediamo?' chiesi osservando ogni cartellone e scegliendo quello che mi attirava di più.
'Queen Bee'
'un film sulle api regine?' sgranai gli occhi.
'beh, che vuoi?' aprì le braccia 'ne parlano tutte le ragazze di scuola.'
Scossi la testa scoppiando a ridere e lo spinsi via.
'vuoi vederlo sì o no?' mi scosse leggermente.
'di cosa parla?'
'api' si schiarì la voce 'regine?'
Tentai di trattenermi, ma alla fine mi convinsi e decisi di entrare in sala.
Quando varcammo la soglia realizzai che le luci erano già state abbassate e noi eravamo in ritardo per il film che era iniziato da qualche minuto.
'che fila abbiamo?' chiese, ma qualcuno alle nostre spalle ci urlò di stare zitti e così dovetti voltarmi dall'altra parte, perché anche un solo sguardo con Ashton mi avrebbe fatta scoppiare a ridere e mi avrebbero cacciato da quella sala dopo neanche due minuti che ci avevo messo piede.
Mentre mi guardavo intorno per trovare la fila E, nonché una delle più vicine allo schermo per colpa del suo ritardo, il biondo mi trascinò nella direzione opposta e mi fece atterrare sulle sue gambe.
Mi voltai shoccata e lo ritrovai a pochi centimetri da me con i capelli davanti agli occhi e lo sguardo fisso sulla mia bocca.
Spostai i capelli dalla fronte e sorrisi istintivamente, cosa che fece anche lui una volta ricongiunti i nostri occhi.
'posto 15' disse senza allontanare neanche un attimo lo sguardo.
'cosa?' chiesi ipnotizzata da quegli occhi.
Lui si schiarì la voce imbarazzato e indicò la poltrona accanto alla sua.
Io annuii e scesi di malavoglia dalle sue gambe per raggiungere il posto.
'beh' dissi per allentare la tensione e per non ricordarci che l'attrazione fisica era fin troppa per essere contenuta in una sola stanza. 'sei felice che siamo finiti a guardare questo film?'
Lui scoppiò a ridere, prese una manciata di popcorn e li lanciò addosso a me.
Aprii la bocca per lamentarmi, ma poi decisi di passare ai fatti. Presi due manciate di popcorn e le mischiai nei suoi capelli facendomi ancora più vicina a lui e alzandomi con le ginocchia sulla poltroncina nera.
Prima che potessi continuare a scompigliargli i capelli lui mi bloccò per i polsi. Tentai ancora di liberarmi dalla sua presa, ma scoppiammo a ridere insieme e fu difficile combattere mentre tentavo di smettere di ridere.
Liberai una mano e presi il cartone con i popcorn, ma quando tentai di prenderne un po' lui diede una botta e la maggior parte ci volarono addosso e alle nostre spalle.
'sei un idiota.' Dissi.
'dici?' chiese bloccandosi un attimo. Poi alzò il poggiabraccio che ci separava e mi trascinò giù, sulle sue gambe, mentre mi faceva il solletico e io ridevo senza ritengo davanti a tutta la sala che guardava la scena con un sorriso.
Tentai di liberarmi ancora, mi appallottolai su di lui ancora di più e mi contorsi, ma non aveva intenzione di lasciarmi andare. Così finsi di farmi male e lanciai un urletto che lo bloccò immediatamente.
'ti ho fatto male?' chiese preoccupato e mi lasciò andare.
'no, sono solo stanca.' Dissi seria prima di scoppiare ancora una volta a ridere.
Lui poggiò un braccio sulla mia pancia leggermente scoperta e sospirò mentre io decisi di restare così almeno per un po', immersa nelle pop corn e nella pura essenza di Ashton che ora riempiva ogni angolo di quella stanza sempre troppo piccola per contenere noi.
'Ashton?' dissi voltandomi verso di lui ma restando comunque sdraiata sulle sue gambe.
'mh?' chiese liberandomi da un popcorn in testa e mangiandolo.
Io feci un'espressione disgustata e lui fece spallucce sorridendo.
'sono felice di essere qui.' Disse precedendomi.
'stavo per dirlo io.' Incrociai le braccia fingendo un broncio che mi riuscì bene.
Lui si chinò e mi lasciò un bacio sulla guancia prima di tornare a mangiare le ultime popcorn rimaste nella scatola.
Lo guardai beandomi di quei pochi instanti in cui potevo permettermi di essere me stessa e lui mi infilò un popcorn in bocca facendomi sorridere ancora una volta.
'scusate.' Qualcuno accanto a noi si schiarì la voce mentre le luci si abbassavano e quel meraviglioso film iniziava.
Tirai leggermente su la testa e capii che stavo occupando anche il posto accanto a me.
'oh, oh scusa.' Dissi imbarazzata tirandomi su e lasciando ricadere una manciata di popcorn.
L'uomo mi osservò incuriosito e Ashton dovette girarsi dall'altro lato per non ridere apertamente.
Mi avvicinai a lui per maledirlo, ma un particolare non così tanto insignificante colpì la mia attenzione.
'Ashton.' Dissi presa dal panico.
'vuoi un pop corn?' chiese preso dall'inizio del film.
'no, Ashton.' Deglutii rumorosamente e lui si voltò a guardare prima me e poi nella mia traiettoria.
Louis e Harry erano qualche fila più indietro che parlavano tranquillamente con un paio di bibite in mano e i biglietti stretti.
Il biondo mi guardò immerso nel panico e io mi abbassai cercando di coprirmi. Lo fece anche lui dopo qualche secondo restando comunque più in alto di me per osservare la scena.
'dici che..' iniziai a parlare.
'no, non starebbero parlando così tranquillamente se ci avessero visti.' Serrò la mascella non riuscendo a trattenere la tensione.
'che dobbiamo fare?' chiesi cercando il suo sguardo.
'dimmelo tu.' Incollò i suoi occhi nei miei e capii che probabilmente le sue aspettative erano troppo alte in quel momento.
Riconoscevo lo sguardo della speranza. Quello sguardo che non si può trattenere quando scoppia sul viso e coinvolge i cuori dei passanti.
Lo stesso sguardo di un bambino appena nato, di un uomo che si propone alla sua ragazza, di chi ritrova qualcuno perso da anni, oppure di un ragazzo che finalmente può rivelare il suo amore senza doverlo nascondere per paura di qualcuno che prova la stessa cosa, ma è meno coraggioso.
Rimasi a guardare quello sguardo convinta del fatto che non avrei mai dovuto deludere le sue aspettative, soprattutto non in quel momento, non quando avevo almeno la possibilità di provarci.
Non avrei dovuto, eppure quando Harry si rialzò leggermente sulla poltroncina ebbi un tuffo al cuore e mi abbassai ancora di più sulla poltrona separando il mio sguardo terrorizzato da quello di qualcuno che forse un po' di speranza ce l'aveva ancora.
'usciamo di qui.' Disse infine, troncando quel contatto fisico lieve che teneva unita la mia mano al suo braccio.
'ashton' dissi cercando di fermarlo, ma lui non si fermò, scivolò più in la, passando da poltrona a poltrona.
Restai a guardare la scena mentre le voci dei personaggi di quel film demenziale facevano solo da elemento di disturbo. Poi tirai un calcio al cartone di popcorn e lo seguii in silenzio abbassandomi ogni volta che superavo una poltrona per raggiungere quella successiva.
Arrivato a fine fila non mi aspettò, iniziò a gattonare e a ricevere qualche occhiata che però non fu quella dei miei amici per fortuna. Raggiunse l'uscita e si alzò in piedi camminando via.
Imprecai a bassa voce e percorsi la sua stessa strada preoccupandomi di non farmi vedere da Harry e Louis che guardavano attentamente lo schermo senza preoccuparsi di ciò che succedeva intorno a loro.
Quando raggiunsi l'uscita e mi appoggiai al muro scuro ripresi a respirare e diedi la mia ultima occhiata verso i loro posti. Realizzai che infondo non si sarebbero neanche accorti della nostra presenza.
Imprecai una seconda volta e corsi fuori dalla sala cominciando ad urlare il nome di Ashton e a guardarmi intorno. Se ne era andato.
'Ashton' gridai l'ultima volta raggiungendo il parcheggio e trovandolo lì ad armeggiare con le chiavi.
'non funzionano mai, cristo.' Gridò tirando un calcio alla gomma.
'hey.' Dissi afferrandogli un polso, ma lui si liberò dalla mia presa.
'tornatene a guardare il film.' Si girò e continuò a premere il pulsante che non funzionava.
'Ashton se non ti calmi non riesci a fare niente.'
'devo solo andare a casa.'
'io non ti lascio andare da nessuna parte se fai così.' Gridai così forte che il tempo sembrò fermarsi per qualche istante e l'eco rese l'aria più densa.
Lui mi guardò: occhi rossi, sguardo assente, respiro troncato.
Scossi la testa terrorizzata dai sensi di colpa e dal suo viso.
'tu..'
'posso andare a casa?' chiese ancora.
Scossi ancora la testa.
'questa doveva essere la nostra serata.'
'non è stata così.'
'mi dispiace, ashton.' Mi morsi il labbro pentendomi di aver chiesto scusa ancora una volta senza essere riuscita a fare un passo avanti.
'non ha senso continuare ad uscire.' Disse infine mettendosi una sigaretta tra i denti e accendendola.
'no, non è così.'
Lui mi sputò il fumo in faccia e guardò nella direzione opposta.
'come puoi pensare questo?' chiesi ancora.
'tu hai paura di farti vedere con me in giro.' Serrò la mascella.
Scossi la testa.
'dillo, cassie.' Gridò a un centimetro dal mio naso.
'io non ho paura di questo.' Dissi avvicinandomi e schiacciandolo contro la macchina.
'allora è vergogna.' Disse ancora senza battere ciglio.
'neanche.' Mi morsi il labbro.
'allora spiegamelo te.'
Presi la sigaretta penzolante dalle sue labbra rosa e feci un tiro prima di far fuoriuscire il fumo addosso a lui. Poi gettai la sigaretta a terra.
'e se non volessi parlare di questo?' chiesi inclinando la testa di lato.
'di cosa vuoi parlare?' socchiuse le labbra.
'di quanta voglia ho in questo momento di baciarti.' Ammisi ad alta voce senza provare una punta di vergogna.
I suoi occhi si animarono e raggiunsero i miei.
'fallo.' Disse quasi sussurrandolo sulle mie labbra prima che potessi unirle e farle scontrare.
Le sue labbra fredde e leggermente screpolate furono invase dalle mie calde. Freddo e caldo, esattamente come i nostri cuori che avevano bisogno di essere curati nello stesso modo.
Non seppi trattenermi lì, in quel momento, con il suo respiro affannato che mi solleticava il viso.
Inizialmente non ricambiò il bacio, poi aprì le labbra per darmi il benvenuto nella sua bocca che aderiva perfettamente con la mia che non sapeva aspettare altro.
Cambiò le posizioni e mi ritrovai schiacciata sulla macchina e sormontata dalla sua altezza che copriva ogni lucina notturna.
Le sue mani scivolarono sui miei fianchi e una raggiunse la tasca posteriore dei jeans prima di infilarsi dentro e prima di darmi una leggera spinta verso il suo corpo che adesso non chiedeva altro, solo contatto fisico.
Quando gli morsi il labbro non riuscii a contenere la forza, sentii una punta di sangue e il suo gemito profondo non tardò a raggiungere le mie orecchie che fecero perdere la ragione alla mente e non riuscii più a ragionare.
'Dammi le chiavi'
'Mh?'
'Le chiavi ashton.'
Lui continuo a baciarmi e a fondere insieme due sapori simili e perfettamente creati per essere mischiati.
'Ashton dannazione' imprecai sibilando quando mi inchiodò alla macchina col bacino. 'Le maledette chiavi.'
Lui rise sulle mie labbra e io infilai una mano nella tasca prima di sfilarle e di premere il solito bottone che questa volta funzionò e apri la macchina con uno scatto. Non gli diedi il tempo di dire nulla, perché aprii lo sportello dietro di noi e mi accasciai sui sedili posteriori trascinandolo giù con me e restando piacevolmente schiacciata dal suo peso. Lui non si oppose, chiuse lo sportello e tornò a baciarmi.
'La giacca' dissi distrattamente riferendomi a quanto odio stessi provando per quella giacca che mi impediva il contatto diretto con le sue braccia. Lui si sollevò leggermente e sfilò un braccio, il secondo lo sfilai io e lanciai la giacca nel sedile anteriore. Quando passai la mano sulla sua schiena e sentii il fastidioso contatto con l'ennesimo capo gemetti infastidita e lui si sollevò ancora permettendomi di sfilargli via quella maglietta. Una volta tolta anche quella lui rimase sospeso, si sistemò i capelli e mi permise di osservarlo meglio.
'Cavolo' dissi scuotendo la testa e battendo gli occhi più volte tentando di realizzare quanta bellezza fosse visibile ai miei occhi in quel momento. Istintivamente passai una mano sul suo petto e raggiunsi il collo solo per trascinarlo ancora una volta giù con me. Avevo bisogno di lui, avevo bisogno di sentirlo completamente mio senza paure, senza drammi, senza vergognarmi degli unici sentimenti reali che stavo provando.
I nostri cuori battevano all'unisono e i corpi erano stati creati per essere uniti.
'Sei l'unica che può togliermi i vestiti?' Chiese divertito sulle le mie labbra e senza neanche aspettare una risposta slacciò la mia giacca e sfilò la maglietta lasciandola cadere lì accanto a noi.
'Mi è mancato questo.' Disse col respiro irregolare e il battito accelerato.
'L'hai visto una volta sola questo.' Sorrisi.
'Questo è qualcosa che ti manca anche se riesci a vederlo solo una volta.' Si morse il labbro e mi baciò il collo, il petto, il corpo, fino a raggiungere i jeans e a slacciarli con i denti.
Lo trascinai ancora una volta sulle mie labbra e scalciai morbosamente via i jeans mentre rimanevo in biancheria sotto al suo corpo. Mi beai del tocco che rivolsi alla sua schiena così liscia, così calda, così ampia che mi diede una boccata d'ossigeno. Strinsi le unghie su quella pelle così perfetta e lui soffocò un suono gutturale che mi fece impazzire.
Invertii le posizioni e torturai il suo collo mordendo, leccando, succhiando ogni centimetro, poi mi spostai leggermente di lato e aprii anche i suoi jeans. Lui cercò di riportarmi alle sue labbra, ma io mi poggiai sulle ginocchia e sfilai i jeans neri strappati fino a lanciarli alle nostre spalle. Poi gattonai fino a raggiungere le labbra, le incollai alle mie e mi sedetti su di lui tenendo quella posizione.
'Dio' sussurrò cercando di trattenere un gemito causato da quel contatto fisico così diretto.
Mi mossi su di lui raggiungendo il massimo dei battiti possibili al minuto e gli dedicai qualche attenzione permettendogli di godersi quegli attimi in cui torturavo l'elastico dei boxer grigi.
'Cas' mi chiamò forse stremato da quell'attesa e io non persi occasione per infilarmi proprio sotto ai boxer.
Lui socchiuse la bocca beandosi di quei secondi dedicati solo a lui, solo al suo piacere e io lasciai andare la mia fantasia e il mio bisogno di quel tipo di contatto fisico. Mi bloccò solo quando la vena evidentemente ingrossata iniziò a pulsare energicamente e quando non riuscì più a controllare i movimenti.
'Cas' sussurrò sulle mie labbra.
Seppi già la sua domanda, così annuii e lasciai invertire ancora una volta le posizioni trovandomi sotto di lui.
Mise una mano sotto alla mia schiena e con un movimento veloce slacciò il reggiseno mantenendolo comunque in quella posizione, poi lasciò una scia di baci bagnati e raggiunse gli slip. Mi lanciò un'ultima occhiata e li sfilò prendendosi il permesso di giocare con la sua lingua. Il batticuore prese l'iniziativa sul mio corpo ormai senza controllo e non tardai molto a raggiungere il culmine del piacere scossa da mille brividi e accompagnati da un gemito che non provai neanche a fermare. Raggiunse di nuovo il mio petto e sfilò completamente il reggiseno tornando a baciare le mie labbra con le sue aromatizzate da quel sapore.
'Ash' dissi staccandomi per respirare 'perché va bene adesso?'
Lui mi guardò, corrugò la fronte e rimase in silenzio con il respiro accelerato.
'Voglio dire.. non volevi e ora..' Deglutii presa dal terrore.
Ashton sbatté gli occhi più volte, così la consapevolezza di aver rovinato tutto arrivò diretta al mio cervello.
'Ho rovinato tutto.' Dissi scuotendo la testa, ma lui mi bloccò il mento e mi guardò negli occhi.
'Cas, ti amo.' Sussurrò e il mio cuore smise di battere.
Restai a guardarlo priva di ogni tipo di reazione e riuscii solo a sorridere e ad aprire la bocca senza riuscire a dire nulla. Lui annuì e io riconobbi nel suo sguardo una punta di consapevolezza. Fu quella consapevolezza che lo fece tornare sulle mie labbra e lo fece rimanere lì tutta la notte. Quella consapevolezza me ne trasmise un po' anche a me, tanto da capire che quella notte, o perlomeno quella sera, avremmo fatto ciò che era giusto fare.

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