‘no zayn, non se ne parla, non entrerò con te alla festa.’ Sbuffai continuando a fumare.
‘Cassie, si tratta di pochi secondi, ok?’ sbuffò ‘entri con me, poi stai per cazzi tuoi.’
‘non voglio prendermi impegni per quella sera. Se ne entro..’ feci le virgolette con le dita ‘fidanzata.. non ne posso uscire..’ mi bloccai.
‘con un ragazzo da scopare attaccato al collo?’ continuò lasciandomi strozzare con il fumo.
‘Diciamo che il concetto è questo..’ gli tirai una botta sul braccio.
‘Beh, però lo sai che odio entrare alle feste da solo.’
Mi guardai intorno, l’aria di marzo iniziava a farsi sentire e gli studenti apprezzavano passare l’ora del pranzo fuori.
‘Andiamo cenerentola, abbiamo un compito.’ Lo presi sottobraccio e lo trasportai dentro scuola al suono della campanella.
‘Ce l’hai?’
Qualcuno apparve dietro di me facendomi saltare.
‘Louis sei veramente un demente.’ Risi.
‘Mi serve per venerdì sera e sei l’unica che ha contatti con lui.’
‘Bene, la prenderò io giovedì pomeriggio. Non ho intenzione di girare con l’erba tra le tette.’ Gli sussurrai all’orecchio.
Lui rise e sparì seguito da Zayn.
‘Zayn’ urlai richiamando la sua attenzione ‘non dimenticarti di aspettarmi all’uscita.’
Le ultime ore passarono velocemente, due ore di Francese potevano sembrare veramente pesanti, ma non ascoltai nulla e mi limitai a disegnare sul quaderno.
Aspettavo la punizione di mio fratello da un momento all’altro ed avevo quasi paura ad immaginare quale strana cosa mi avrebbe costretta a fare.
Forse pulire la sua stanza per un mese? Mi sarei rifiutata, avrei saltato con piacere la festa di Louis in queste circostanze.
La campanella suonò e mi ricordò che avevo un lavoretto da fare.
Mi alzai velocemente e presi le mie cose.
‘Hey’ uno sconosciuto, che evidentemente faceva francese con me, mi rivolse la parola.
‘Tu chi sei?’ lo squadrai.
‘No.. volevo solo dirti che oggi sei bellissima..’ indicò i capelli biondi che mi cadevano su una spalla.
‘sul serio?’ risi a crepapelle ed uscii dalla classe con le lacrime agli occhi.
C’era ancora gente del genere in giro? E soprattutto, com’era possibile che non avevo mai visto un essere simile a lezione con me?
Feci spallucce e uscii nel parcheggio della scuola.
Posai la borsa nel sedile del passeggero, oggi non dovevo accompagnare Madison a casa.
Restai a fissare lo specchietto per circa cinque minuti, poi presi il telefono e chiamai Zayn.
‘Oh, Hey, Cassie, ciao’ Zayn rispose dopo un paio di squilli.
‘Si può sapere dove sei?’ urlai uscendo dalla macchina.
‘No, è che ho avuto un contrattempo.. sai.’ Abbassò la voce ‘non devi più accompagnarmi alla festa.’
Sentii un rumore dall’altra parte del telefono, poi una voce femminile.
‘oh.’ Mi coprii la bocca per non ridere.
‘Mi dispiace, ma dovrai farlo da sola.’ Attaccò prima che potessi rispondere.
Roteai gli occhi.
bene, quindi dovevo davvero farlo da sola.
Presi le chiavi dalla borsa e mi guardai intorno. Erano passati ben sette minuti dal suono della campanella, Michael doveva già essere qui.
Entrai dentro scuola e vidi il ragazzo dai capelli verdi entrare nel bagno dei ragazzi.
Tirai un sospiro di sollievo, mi avvicinai al bagno e con un movimento veloce chiusi Michael dentro.
Presa dal panico corsi fuori e mi avvicinai alla sua macchina.
L’obbiettivo era rigare la macchina, farlo uscire dal bagno e poi scappare.
Mi abbassai vicino all’auto blu e vidi il tesserino del parcheggio attaccato.
Quella era sicuramente la macchina di Michael.
Ridacchiai tirando fuori le chiavi un’ulteriore volta.
Pensai al discorso nel corridoio ‘Non so tu, ma io non vorrei trovare la mia macchina nuova già graffiata.’
Poi pensai al suo sguardo terrorizzato e un brivido mi attraversò la schiena. Era il momento di agire.
Feci la prima riga sul lato sinistro della macchina, poi la seconda, poi la terza.
Mi spostai per prendere meglio lo sportello posteriore, ma qualcuno si schiarì la voce alle mie spalle.
‘Dovrei considerarti una specie di bulla?’ Ashton incrociò le braccia ridacchiando.
‘Cosa cazzo ci fai qui?’ mi spaventai e per poco non finii con il sedere per terra ancora una volta nel giro di due giorni.
‘Potrei chiederti lo stesso.’ Indicò i graffi.
Lo presi per un braccio e lo trascinai giù. Mi ritrovai a un palmo dal suo viso e non potei fare a meno di pensare che aveva un sorriso bellissimo.
‘hai intenzione di dire qualcosa?’ sorrise ancora una volta.
Pensai che doveva smettere di sorridere così se voleva vedermi parlare sul serio.
‘Tu non hai visto niente, ok?’ scandii bene le parole.
‘Questa è la parte in cui ti dovrei chiede di chi è la macchina..’ la guardò bene. ‘ma come vedo non è la mia, quindi non mi interessa.’
Sorrisi.
‘Giurami che non dirai nulla.’ Lo guardai negli occhi e cercai di definire bene il colore.
‘Ma come? Tu non eri la terribile Cassie? Quella di cui hanno tutti paura?’
‘La terribile Cassie non dovrebbe rigare le macchine, di solito ci pensano gli altri a fare queste cose, io comando solo.’
‘Tu comandi?’ si guardò intorno ‘wow, è esilarante guardare il tuo viso quando parli di te, fai un’espressione che non saprei definire bene..’
‘Ashton, siamo dietro una macchina che è stata appena graffiata.’
‘Da te.’ Aggiunse.
‘Perché mi becchi sempre nei momenti peggiori?’ Sbuffai.
‘Perché stiamo continuando a parlare dietro a una macchina e a una distanza così ravvicinata? Mi manca l’ossigeno.’ Boccheggiò.
‘Non sono io che mi sono avvicinata alla tua bocca, sai?’ lo spinsi via.
‘Sicuramente non sono stato neanche io, visto che mi hai tirato giù con te.’ Mi spinse a sua volta.
‘La vuoi smettere di parlare? Sto cercando vedere se c’è qualcuno.’ Lo spinsi ancora.
‘Smettila’ mi spinse e mi fece cadere sulla macchina accanto a quella di Michael.
L’allarme suonò e riecheggiò in tutto il parcheggio. Mi coprii le orecchie.
‘Guarda che cos’hai fatto!’ gli urlai contro alzandomi subito dopo di lui.
Altri due allarmi, a causa del rumore assordante del primo, continuarono il suono.
Guardai nel panico Ashton che mi fece segno di correre via.
Mi rintanai in macchina e la misi in moto prima di fare altri danni.
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ripped jeans || ashton irwin♡
Fanfiction«Ashton era biondo, decisamente troppo biondo, soprattutto quando si trovava davanti al sole. Aveva gli occhi verdi, meno dei miei, ma sempre troppo verdi. Vestiva di nero, ma non quel nero che ti spaventa, quel nero che ti rapisce. Aveva le fossett...