cinquantaquattresimo capitolo

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Raggiunsi il suo labbro ancora una volta e lo bagnai delicatamente con un disinfettante. Lui arricciò il naso, ma poi rilassò il volto.
'Hai intenzione di parlarmi?' chiesi per la quarta volta nel giro di mezz'ora.
Lui scosse la testa e la girò verso il comodino.
Io sospirai, posai la garza sporca e ne presi una più grande per coprire il fianco.
'dovresti..' mi schiarii la voce 'togliere la maglietta.'
Lui aggrottò le sopracciglia.
'Ashton, andiamo, voglio solo curarti.' Rimasi immobile davanti al letto.
Lui sospirò, mi guardò e infine con uno scatto si tolse la maglietta e la gettò a terra.
Nonostante la situazione, il fatto che non mi parlava, la crisi a scuola e la mia promessa andata a cagare, vederlo alla luce senza maglietta mi fece un certo effetto che tentai di nascondere.
Deglutii e mi avvicinai al suo fianco, con le ginocchia a terra.
Poggiai la garza e la fissai bene sulla pelle liscia.
'fatto.' Dissi restando in quella posizione.
'sai, la situazione è divertente.' Disse infine, dopo un'altra manciata di secondi interminabili 'i tuoi occhi mi stanno pregando di spogliarmi e io sono qui a fare il sostenuto.'
Io aprii la bocca per ribattere, ma decisi di chiudere la bocca per una buona volta.
'un altro ragazzo potrebbe approfittare della situazione, non ci penserebbe due volte al posto mio. Ma io non voglio questo, lo sai già.'
Io annuii alzandomi, ma lui mi bloccò per la mano e si alzò restando a un centimetro da me.
'potrei usarti volendo, come tu usi me.' Disse con il veleno nelle vene.
'non ti sto..' lui mi bloccò.
'se è solo sesso quello che vuoi..' sorrise sarcastico.
'Ashton.' Lo ammonii.
'perché non glielo hai detto?'
Io scossi la testa.
'Perché sono una cagasotto, va bene?' Mi allontanai, ma lui chiuse la porta alle mie spalle.
'dovrei odiarti, eppure sono ancora qui.' Passò il pollice sul mio zigomo.
'dovrei portarti all'ospedale.' Abbassai lo sguardo.
Lui si fece scappare uno sbuffo leggero, poi mi costrinse a guardarlo.
'si può dire che stiamo facendo progressi, hai detto a Luke che vuoi aiutarmi.'
'ti ho aiutato.'
'perché?'
'Perché sì, Ashton.'
'non è una risposta che accetto.' Serrò la mascella.
'non è quello che vuoi sentirti dire.'
'non è la verità.' Si avvicinò al mio viso. 'perché non mi lasci semplicemente in pace?'
'Lo sai il motivo.'
'Questo non significa che tu lo abbia già detto ad alta voce.'
Io scossi la testa e mi liberai dalla sua presa tornando a sedere sul letto. Lui mi raggiunse dopo due secondi, lasciando il suo petto allo scoperto davanti a me.
'cosa c'è?' dissi io alzando lo sguardo.
'ma perché diavolo non lo capisci?' gridai alzandomi e spingendolo contro la porta. 'non serve a niente mettermi pressioni inutili.'
Lui sorrise.
'voglio stare con te, sto solo cercando il momento giusto per dirlo agli altri.'
'noi siamo diversi.'
'ne vale la pena.' Dissi afferrando la sua mano e cambiando ancora una volta la mia posizione nella discussione.
Lui annuì e io rimasi in silenzio a guardare le sue ciglia svolazzare e la sua bocca cambiare forma più volte.
'Ashton?' sussurrai.
'mh?' chiese lui.'
'posso baciarti adesso?' chiesi sottovoce.
Lui mi guardò negli occhi e annuì leggermente, questo mi diede l'impulso di lanciarmi su quelle labbra martoriate.
Il mio intento di mantenere il bacio controllato fu ben presto superato dal suo.
Si lasciò cadere sul letto e mi trascinò con sé continuando a baciarmi.
Quando raggiunsi il suo fianco lui sobbalzò, così io mi staccai immediatamente.
'devo portarti all'ospedale.'
'sto bene.' Disse tra le mie labbra e sfilandomi la maglietta che finì scacciata via, esattamente come tutto il rancore e la rabbia.

Quando riaprii gli occhi sentii mio fratello urlare il mio nome dall'altra parte della porta.
Mi alzai traballante e prima di aprire la porta mi guardai alle spalle, Ashton non c'era.
'Che vuoi?' dissi passando una mano sopra alla testa per coprire la luce.
Quando mi guardai intorno realizzai che Luke non stava urlando a me, ma alla porta del bagno.
Alzai un sopracciglio e mi avvicinai a passi lenti per capire contro chi stesse urlando.
'Cassie, per dio, vuoi uscire da questo bagno?'
Cercai di trattenere una risata.
'non puoi passare la tua giornata lì dentro.'
Portai una mano davanti alla bocca per schiarirmi la voce, ma la porta si aprì e mi precedette.
Ashton incrociò le braccia davanti al petto nudo e un sorriso si aprì sulle sue labbra mentre Luke si girava completamente con un'espressione schifata.
'perché cazzo sei qui dentro, oh mio dio.'
Finalmente mi schiarii la voce e li raggiunsi.
'non può usare il bagno degli ospiti?' chiese scuotendomi per le spalle.
'non puoi usarlo tu?' risposi io divertita.
'è assurdo, avete fatto chissà cosa in quella stanza e' tossì 'io ero nella stanza accanto ignaro.' Gesticolò.
'Andiamo, amico.' Ashton tirò una pacca contro la sua spalla.
I sue continuarono a scherzare e io mi isolai per leggere i messaggi che poco prima avevano fatto illuminare il mio telefono.

ripped jeans || ashton irwin♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora