dodicesimo capitolo

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Aprii gli occhi per colpa di un rumore assordante, un’ambulanza era appena passata nei dintorni.
Mi stiracchiai rendendomi conto che lo spazio era troppo ristretto.
Guardai davanti a me e una luce fioca entrava da qualcosa simile a una finestra, poi mi girai e vidi un sedile.
‘ma dove..’ mi guardai intorno confusa trovando le mie gambe attorcigliate a quelle di qualcuno che dormiva beatamente.
Strofinai gli occhi quando realizzai che accanto/sopra di me c’era Ashton.
Cercai di allontanarmi passando inosservata, ma intruppai contro il sedile e mi ritrovai a terra.
‘hey’ Ashton si tirò su con i gomiti guardami sbraitare per essere caduta ancora una volta.
‘dovrei smetterla sul serio..’ parlai da sola passando al sedile del conducente.
‘di parlare da sola?’ mi raggiunse al sedile accanto.
‘Che ore sono? Perché ci siamo addormentati?’ mi guardai intorno confusa.
Il biondo tirò fuori il telefono e sussultò quando accese lo schermo.
‘cosa?’ dissi sporgendomi verso di lui.
Ashton si girò divertito e io mi ritrovai a guardarlo mentre cercavo di avvicinarmi allo schermo.
‘Sai, se abbiamo dormito insieme non significa che adesso puoi avvicinarti quando vuoi.’ Indicò il mio corpo.
‘Esilarante, Irwin’ mi sistemai al mio posto guardando avanti e incrociando le braccia ‘davvero esilarante.’
‘Il tuo profumo mi piaceva davvero comunque.’ Mormorò e per poco non persi il respiro quando ebbi un flash della serata precedente.
‘cosa?’ risposi senza trovare il coraggio di guardarlo.
Si schiarì la voce, poi si grattò la nuca
‘Penso che sia meglio andare, sono le quattro del mattino’ balbettò sistemandosi al suo solito posto con la solita visuale.
‘Che cosa?’ urlai cercando di mantenere la calma
‘metti in moto la macchina.’ Disse senza aggiungere altro.
Seguii i suoi comandi e guidai in silenzio.
Dopo circa venticinque minuti si mosse sul sedile.
‘io sono arrivato’ indicò una casetta a più piani con un tetto rosso.
‘beh, ci vediamo dopo allora.’ Dissi ancora imbarazzata dai flash che tornavano a galla.
Ashton fece un cenno con la mano e scese dalla macchina.
Lo vidi entrare in casa poco dopo e mi accasciai sullo sportello aprendo il finestrino.
In quella macchina mancavano l’aria e la normalità. In poche ore, il giorno prima, avevo quasi fatto crollare il muro che avevo costruito durante gli anni di scuola superiore, quel muro che molte persone avevano tentato di scavalcare invano.
Ashton era biondo, decisamente troppo biondo, soprattutto quando si trovava davanti al sole. Aveva gli occhi verdi, meno dei miei, ma sempre troppo verdi. Vestiva di nero, ma non quel nero che ti spaventa, quel nero che ti rapisce. Aveva le fossette, quelle fossette che avrebbero fatto sorridere chiunque nella giornata peggiore. Infine, Ashton era strano, ma lo ero anch’io, il che mi spaventava da morire.
Era la classica persona che avrebbe potuto costruire un muro più alto solo per guardare cosa c’era dall’altra parte del mio. La classica persona che con poche ore ti trascinava nel suo mondo facendoti pensare che infondo il tuo non era niente di che.
Sbuffai poggiando la testa fuori dal finestrino e decidendo che era arrivato il momento di tornare a casa.

‘Ti sembra l’ora di tornare?’ non feci in tempo ad aprire la porta, mi ritrovai Luke appallottolato ai piedi del divano.
‘Lukey?’ disse spaventata
‘Non hai risposto al telefono, mamma non è tornata a casa neanche oggi, pensavo che tornassi dopo scuola, invece non ti ho più vista dopo pranzo.’ Si alzò.
‘Sto bene..’ sussurrai quasi sorridendo.
‘Sappi che non devi farlo più, sul serio.’ Luke si precipitò ad abbracciarmi e per poco non mi soffocò.
Rimasi immobile per qualche secondo, poi realizzai che mio fratello mi stava davvero abbracciando.
‘Luke? È successo qualcosa?’ mormorai sciogliendo l’abbraccio.
Il ragazzo negò con la testa, poi fece spallucce e salì le scale.
Quel ragazzo doveva smetterla di spaventarmi in quel modo.
Salii le scale e mi feci una doccia, poi mi preparai e mi resi conto che ero in anticipo di mezz’oretta.
‘Luke?’ Tuonai affacciandomi al corridoio.
‘Cosa c’è?’ lo sentii urlare dalla sua stanza con una voce gracchiante.
‘Vieni qui’ dissi aprendo l’armadio ancora una volta.
Sentii i passi pesanti di mio fratello fermarsi sulla soglia della porta, così gli feci cenno di entrare.
‘Perché vuoi venire alla festa di questa sera?’ Dissi con uno sguardo indagatore.
Mio fratello dondolò sulle gambe.
‘ah, lo sai..’ 
Annuii senza fare riferimenti ad Ashton.
‘Sai’ si grattò il mento ‘pensavo che per una volta potremmo sentirci come tutti gli altri’ concluse la frase fissandosi i piedi.
Mi stupii di me stessa, per una volta non avevo riso dei desideri di mio fratello.
‘Non hai paura?’ cominciai a frugare nell’armadio.
‘si’ rispose tranquillamente ‘io ho sempre paura’
mi girai sconvolta per la rivelazione di mio fratello, lui se ne accorse e mise su un sorrisetto
‘Beh? Pensavi che mi facesse piacere essere preso a pugni dai tuoi amici?’ incrociò le braccia.
Feci spallucce.
‘Beh, mi sembra che ultimamente non abbiamo avuto problemi di quel genere’ seppi già la sua risposta.
‘Non con me.’ Tardò a continuare la frase ‘ma i miei amici non dovrebbero tornare a casa con gli occhi cerchiati di nero.’
Ebbi un colpo al cuore presa alla sprovvista e dovetti sedermi sul letto.
‘Non capisco perché non li hai fermati ieri.’ Continuò ‘infondo pensavo che ci fosse qualcosa tra te ed ashton.’ Cercò il mio sguardo fisso sul pavimento.
ok, questa è la parte in cui devi negare
‘Cosa ti fa pensare che ci sia qualcosa?’ feci finta di niente
‘il fatto che cambia atmosfera nella stanza quando si parla di lui.’
Lo guardai sorpresa dalla sua risposta.
‘Ascolta’ dissi cercando tutte le forze per alzarmi dal letto ‘non c’è niente tra me e lui’
infondo non stavo mentendo a nessuno, tra me ed Ashton non c’era nulla.
Presi il telefono e guardai l’ora.
‘Io penso che dobbiamo andare a scuola.’ Lo guardai ancora una volta.
‘Già, io sono in ritardo per il bus.’ Luke si tirò uno schiaffo in fronte.
‘Non importa, prendi la tua roba, ti aspetto giù.’ Mi alzai dal letto prendendo le mie cose.
‘Cosa?’ Luke mi seguì sul corridoio.
‘Ti accompagno io.’ Conclusi scendendo le scale.



Angolo di Claire
Ciao puzzone.
Sono un po’ arrabbiata con voi (scherzo) perché molte sono sparite.
Non commentate o votate più e questa cosa non mi piace..
Capisco che è agosto e che molte di voi saranno in vacanza, ma comunque siete sparite improvvisamente senza neanche darmi il tempo di rimanerci male.
Bene, dopo questo momento di depressione (muoio) vi invito almeno a votare. Non dico commentare, perché molte non sanno cosa scrivere e lo capisco, ma almeno votare, perché sennò non ha più senso pubblicare la fan fiction qui, capitemi..
Questo capitolo è solo ‘di passaggio’, perché possiamo notare varie scene e vari luoghi, ma lo trovo molto importante, perché Cassie comincia ad avere sempre più dubbi e la gente intorno a lei se ne sta accorgendo (aka luke).
Il momento Cassiton all’inizio è meraviglioso, lei è sempre più goffa da quando l’ha conosciuto e passa più tempo con il sedere per terra che all’aria (sorry).
La dolcezza di questa ragazza alla fine del capitolo non ha prezzo, sotto sotto vuole bene a suo fratello, ovvio.
LA FESTA SI AVVICINA. Ne vedremo delle belle, quindi stay tuned perché NE VALE LA PENA.
Per quanto riguarda le mie vacanze farò un post a parte per avvertirvi della mia assenza, ma in qualche modo cercherò di aggiornare, perché non posso essere così stronza da lasciarvi a mollo nel momento probabilmente più bello.
Non ho altro da dire, quindi ci vediamo al prossimo capitolo.
Vi amo sempre.

Claire♡ 

ripped jeans || ashton irwin♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora