Mi guardai di nuovo allo specchio del bagno e recitai quelle parole ancora una volta mentre rigiravo una sigaretta spenta tra l'indice e il medio a velocità costante.
'Stiamo uscendo insieme.' Fiatai annuendo alla mia immagine riflessa che fece lo stesso.
No. Le parole mi uscivano dalle labbra come veleno intrappolato e la mia espressione implorava aiuto. Tirai un calcio al secchio e mi appoggiai al muro lucido incrociando le braccia e pensando ancora al copione che avevo imparato a memoria.
Le promesse le avevo sempre odiate, non le avevo mai mantenute io, avevo sempre trovato mille scuse, mille modi per scappare, ma la verità è che una parte di me voleva mantenerla questa volta.
Avevo superato molte cose, ero uscita trionfante dal blog anonimo, dall'aula magna dopo aver schiaffeggiato Helena e avevo cancellato la loro presenza andando avanti e passando sopra ai loro corpi. Questa era solo un'altra delle tante missioni che mi ero promessa di portare a termine con trionfo.
Mi preparai a ripetere la frase quando qualcuno entrò nel bagno e mi fece bloccare.
Una ragazza fece il suo ingresso e quando mi vide lì abbassò leggermente lo sguardo prima di chiudersi al bagno in silenzio.
Sbuffai e decisi di abbandonare quel bagno che stava diventando troppo stretto per più di una persona e soprattutto per la consapevolezza che quelle confessioni avrebbero rivoluzionato lo sguardo di quella ragazza qualunque.
Il rombo confusionario dei passi intorno a me mi fece rivoltare lo stomaco e da lontano scorsi gli stivali di Ashton appoggiato a un armadietto intento a parlare con Michael che continuava a ridere. Quando si accorse della mia presenza immobile lontana qualche metro si aggiustò da quella posizione scomposta e trattenne il fiato lasciando tamburellare il cuore nel petto.
La sola presenza nello stesso luogo ci condizionava così tanto che era impossibile anche solo andare in direzioni diverse.
Lui tornò a parlare con Michael tenendo sempre qualche sguardo rivolto a me e io decisi che dovevo smetterla di perdere tempo.
Presi un respiro, l'ennesimo quella mattina, e ticchettai sull'armadietto prima di camminare a passi veloci verso la mensa lasciando che l'intero corridoio si voltasse nella mia direzione attirato dal rumore dei tacchi.
Superata l'entrata di quel luogo così affollato un raggio di sole mi illuminò completamente il viso come un riflettore puntato solo su di me.
Mi avvicinai al tavolo della frutta solo per prendere tempo e per prepararmi psicologicamente a ciò che avrei dovuto fare da mesi, ma avevo sempre rimandato a causa del coraggio mancante.
Vacillai sui tacchi quando afferrata una mela sentii la sua presenza dietro di me, così strinsi gli occhi e mi voltai a guardarlo.
Sorriso emozionato, muscoli tremanti, occhiaie e braccia lungo i fianchi: così avrei descritto Ashton in quel preciso istante, mentre mi distava pochi centimetri davanti agli occhi di tutta la scuola.
'vuoi davvero farlo?' alzò un sopracciglio tremolante.
Io annuii.
A lui sembrò mancare il fiato, poi distrattamente lanciò uno sguardo al mio tavolo e notai con orrore che abbassò subito lo sguardo sui suoi piedi.
'cosa c'è che non va?'
'sono tutti lì.' Deglutì rumorosamente.
Respirai con fatica e rimasi a fissarlo priva di coraggio per guardare nella loro direzione, cosa che probabilmente stavano già facendo loro.
'andiamo.' Dissi infine serrando la mascella.
Lui alzò lo sguardo restando con la bocca semichiusa, io annuii convinta e cominciai a camminare verso il mio tavolo ascoltando i passi incerti del biondo che mi seguiva o che probabilmente seguiva un missionario verso una base nemica.
Arrivata davanti al tavolo finalmente ebbi il coraggio di alzare lo sguardo.
Niall mi puntò, poi sgranò gli occhi e tornò a guardare il piatto senza dire nulla. Harry alzò un sopracciglio e tirò una gomitata a Louis che intanto fissava Ashton a braccia conserte.
'hey' trillai facendo una smorfia.
Niall prese un respiro e ci guardò prima di cercare aiuto nello sguardo di Louis che non aveva intenzione di scollarcelo di dosso.
'ciao Cassie.' Disse per fortuna Harry.
Niall posò la forchetta.
'ti sei per caso accorta che..'
'Ashton è accanto a me?' non lo feci finire e risposi praticamente alla sua domanda.
'oh.' Commentò stranito.
'dovevi dire qualcosa?' Chiese Harry.
Aprii la bocca, ma non riuscii a fare niente, così la chiusi e fissai un punto.
Improvvisamente la paura si aprì nel mio corpo e si legò con ogni molecola distruggendo tutta la certezza che avevo cercato di raccogliere da quel 'ti amo' che mi aveva dato almeno un po' di coraggio.
Ashton si schiarì la voce e mi guardò.
'cas?' Niall mi chiamò.
Io scossi la testa.
'Cassie?' Ashton sussurrò mettendosi davanti a me.
'non ce la faccio.' Dissi.
Louis si schiarì la voce.
'allora?'
Alzai lo sguardo verso di lui.
'devo dire una cosa.' Affermai col fiatone e la gola bloccata.
Gli altri annuirono come per spronarmi a parlare.
'Ashton è qui accanto a me perché..' Chiusi la bocca e strizzai gli occhi.
Sentii il suo sguardo puntato addosso e cominciai a sudare.
'perché deve dirvi una cosa.' Continuò il biondo al posto mio annuendo.
'si.' Deglutii.
Cercai di convincermi a parlare, ma il panico non mi lasciava via di fuga, così i miei occhi guizzarono da un lato all'altro della stanza trovando come soggetto una penna e un foglio accanto alla mano di Niall.
'posso prendere quel foglio?' chiesi.
Gli altri sgranarono gli occhi e Harry si grattò la nuca.
'vuoi informarti per il corso di Scienze?' Chiese Louis passandomi il foglio con un'espressione schifata.
'già, io..' scossi la testa afferrandolo.
Ashton incrociò le braccia.
'lui cosa c'entra?' chiese ancora Niall chiaramente infastidito dalla presenza di Ashton.
'lui si voleva scrivere in realtà.' Mi morsi la guancia.
'e perché il foglio l'hai chiesto tu?'
'anch'io volevo farlo.' Feci una smorfia.
'Tu odi scienze.' Harry posò la forchetta alzando un sopracciglio.
Sbuffai incapace di gestire la situazione che si era creata esattamente per colpa mia e delle mie aspettative troppo alte.
'che stai facendo?' sussurrò Ashton, così io seguii la sua voce con lo sguardo e mi ritrovai davanti due occhi delusi.
Presi un respiro e mi voltai verso gli altri. Questa volta forse sarei riuscita a dire qualcosa.
'io..' dissi, ma un frastuono alla mia destra mi fece sobbalzare e gli altri si voltarono immediatamente verso quella direzione.
'ma che cazzo fai?' Luke tirò un calcio alla bottiglietta ai suoi piedi.
'cosa c'è? Non posso più darti fastidio?' Zayn scoppiò a ridere tirando a una gomitata a Liam e quando anche gli altri li raggiunsero capii che il mio piano stava andando a rotoli sul serio questa volta.
Ashton aprì la bocca e fece un passo in avanti, ma prima che potesse farne un altro lo bloccai e lui si voltò a guardarmi.
'non andare anche te, ti prego.' Chiesi con la paura in gola.
Lui scosse la testa e si liberò dalla mia presa lasciandomi lì, a guardare la scena da lontano.
'e così gira voce che tu e Madison state ufficialmente insieme.' Grugnì Liam lanciando un pugno sotto al vassoio del moro che si ribaltò finendo a terra insieme alla bottiglietta.
'potevi pensarci prima se ti da così tanto fastidio.' Calum lo spinse.
Sgranai gli occhi.
La reazione di Liam non tardò ad arrivare, con un pugno lo colpì diretto in faccia e lo fece poggiare al tavolo privo di parole.
'Liam fermati.' Madison apparve da dietro le spalle di Michael rimasto immobile e prese Liam per le spalle scuotendolo un po' senza risultati.
'Madison, non ti avvicinare.' Disse Ashton avvicinandosi del tutto e spostandola ancora una volta dietro a Michael.
'Ashton, vai via.' Harry lo spinse piano.
'non ho intenzione di andarmene, Harry.' Serrò la mascella.
Harry sapeva probabilmente più di quello che voleva mostrarmi, stava solo aspettando la mia conferma.
Il riccio scosse la testa e mi guardò con quell'espressione che gli avevo visto stampata in faccia poche volte, quello che successe dopo non mi stupì molto, erano cose che avevo già visto a cui mi ero abituata, o forse cercavo di abituarmi, ma più andavo avanti più era difficile anche solo da guardare.
Allontanai una sedia dal tavolo più vicino mentre tutta la mensa raggiungeva la rissa e poggiai la testa sul legno bianco.
Rimasi lì, impassibile, per minuti interminabili, incapace di guardare o anche solo ascoltare quello che avevo pensato di bloccare per qualche minuto. Ma la realtà mi era piombata addosso più veloce del dovuto e in quel momento, su quel tavolo, mi chiedevo se fosse giusto dover scegliere tra amici e ragazzo. Infondo la scelta l'avevo fatta anni prima, quando avevo preferito loro a mio fratello.
Alzai la testa solo quando un mugolio mi parve troppo riconoscibile, quello che vidi poi era solo mio fratello a terra e Ashton che si teneva il viso. Anche Louis e Niall.
Quando raggiunsi il gruppo non dissi nulla, guardai Harry e sperai che in qualche modo mi aiutasse. Lui annuì e portò via Louis e Niall.
'Luke' mi avvicinai abbassandomi.
'sto bene.' Disse pulendo una traccia minima di sangue sul labbro 'lui no.'
Seguii il suo sguardo e trovai Ashton con il viso rovinato e un'espressione indefinibile.
Mi guardai intorno e vidi centinaia di persone guardarmi.
'Luke' mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai 'portalo vicino alla mia macchina, ci penso io.'
Lui annuì, prese Ashton per un braccio e lo portò fuori aiutato dagli altri.
'stai bene?' Chiesi a Madison visibilmente turbata e lei annuì lasciando la stanza.
'Lo spettacolo è finito' dissi verso tutti gli altri 'potete tornarvene alle vostre fottute vite apatiche e prive di personalità.'
Poi lasciai anch'io la sala e raggiunsi la mia macchina dove mi aspettavano Luke e Ashton.
Corsi verso di loro e quando li raggiunsi presi il viso di Luke tra le mie mani.
'siete quelli che stanno peggio?' chiesi gridando.
'Penso che Louis stia male, Ashton ha picchiato duro.' Sorrise amaramente e abbassò lo sguardo.
Io scossi la testa.
'lo so che dici sempre che non dobbiamo difenderci con loro, ma..' continuò mio fratello, ma lo bloccai prima che potesse aggiungere altro.
'ce la fai a tornare a casa?'
'ho la macchina di mamma.'
Io annuii e lui lasciò Ashton tra le mie mani.
Finalmente trovai il coraggio di guardarlo per bene.
Il viso era più distrutto di quello che pensavo, inoltre non proferiva parola, gli unici suoni che uscivano da quelle labbra prive di diritto di parola erano rantolii.
'devo portarti all'ospedale.' Deglutii.
'lasciami andare.' Lasciò la mia presa.
'So che ce l'hai con me, ok? Ma devo portarti all'ospedale.' Gridai riprendendo il suo braccio.
'ci posso andare da solo.'
'no, Ashton, non puoi.'
Lui annuì rigirando leggermente gli occhi.
'andiamo forza.' Lo spinsi fino allo sportello e lo misi dentro prendendo posto.
Quando misi in moto la macchina lui mi bloccò.
'non voglio andarci di nuovo.'
'Ashton..'
'ti prego.' Chiese con tono supplicante.
'almeno vieni a casa mia.' Gli presi la mano.
Lui sospirò e notai che aveva difficoltà a respirare.
'fidati di me, voglio solo aiutarti.' Cercai il suo sguardo, quando lo raggiunsi notai una coltre di lacrime e di delusione, ancora una volta era colpa mia.
Lui non disse nulla, lasciò la mia mano e poggiò la testa al finestrino.
Ancora una volta, nonostante tutto, si fidava di me.Angolo di claire
Capitolo devastante, probabilmente ho deluso le aspettative di tutti, ma per ottenere l'arcobaleno deve piovere!
Mi dispiace se ogni volta devo farvi aspettare almeno due settimane, ma ho impegni qui e lì e non sto bene fisicamente da un po' di settimane.
Nonostante tutto vi prometto che riuscirò a finire di pubblicare questa fan fiction e magari continuerò anche Brixton's Affairs.
L'unica cosa che mi fa continuare a pubblicare capitolo dopo capitolo siete voi, quindi mostratemi un po' di affetto, ne avrei bisogno!
(Mi sento molto pollicina quando faccio la vittima della situazione ahahahaha)
TORNIAMO A NOI!
Fatemi sapere cosa ne pensate di Cassiecagasotto, Ashtonilsottone, Madisonilpersonaggiopiùinutiledellastoria e Harryonniscente e soprattutto commentate e mettere like al capitolo!
Claire ♡
Ps: come avete passato il concerto?
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ripped jeans || ashton irwin♡
Fanfiction«Ashton era biondo, decisamente troppo biondo, soprattutto quando si trovava davanti al sole. Aveva gli occhi verdi, meno dei miei, ma sempre troppo verdi. Vestiva di nero, ma non quel nero che ti spaventa, quel nero che ti rapisce. Aveva le fossett...