quarantanovesimo capitolo

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Quando mi ritrovai a volteggiare a vuoto nella stanza illuminata solo dalla luce della luna con una bottiglia semi vuota in mano e Ashton che tentava di chiudere la porta con un pezzo di ferro arrugginito appena trovato a terra capii che la serata stava prendendo la piega giusta.
‘vieni a ballare con me?’ piagnucolai mentre la musica rimbombava nelle pareti consumate.
Lui si alzò, buttò il ferretto a terra e con un segno di vittoria confermò che la porta era stata chiusa con successo. Poi mi prese una mano e continuò a farmi girare.
‘stai ballando a ritmo di quale musica?’
‘nessuna in realtà.’ Scoppiai a ridere rendendomi conto che la musica che adesso stava suonando a qualche piano inferiore era troppo bassa per essere sentita al terzo piano.
Ashton mi strappò la bottiglia dalle mani e si sedette a terra di scatto.
‘ti sei sentito male?’ chiesi ridendo, ma lui mi afferrò per il vestito e cominciò a tirare leggermente per farmi sedere difronte a lui.
‘obbligo o verità.’ Sibilò con un guizzo indefinibile negli occhi.
‘ti ricordo che l’ultima volta è finita male.’
‘ti ricordo che c’era gente poco desiderata.’ Mi corresse bevendo un sorso.
‘oh’ lo richiamai ‘quelli sono i miei amici.’
Lui alzò le mani e si abbandonò al fatto che avessi ragione.
‘non ho mai.’ Cambiò improvvisamente gioco.
‘oh, ma dai.’ Lo spinsi dolcemente mentre mi sistemavo.
non ho mai..’ iniziò lui senza neanche darmi il tempo di prepararmi psicologicamente ‘beh, posso andare sul volgare?’
Inclinai la testa e strizzai gli occhi.
‘Ashton, da quando mi scandalizzo?’
‘non ho mai baciato un ragazzo.’ Sorrise passandomi di scatto la bottiglia.
‘sei uno stronzo.’ Gliela strappai dalle mani e bevvi, visto che era chiaro che avessi baciato almeno un ragazzo.
‘non ho mai..’
‘se dici che non hai mai baciato una ragazza ti rovescio la bottiglia addosso.’ Gli prese un attacco isterico e cominciò a ridere piegato a terra.
‘fammi finire.’ Sbattei la bottiglia e lui si calmò ridendo sotto ai baffi.
Mi guardai intorno.
‘non ho mai.. beh, non sono mai andata a letto con qualcuno negli ultimi mesi.’ Feci spallucce rendendomi conto che non avevo mai detto niente di più vago in vita mia.
‘aspetta. Specifica.’ Mi bloccò.
‘cosa?’
‘ultimi mesi?’ alzò il sopracciglio.
‘beh.. diciamo quattro mesi’
‘cosa intendi con andata a letto? 
‘Ashton, non è difficile.’ Risi ‘non ho dormito con nessuno e non ho fatto niente di simile, insomma..’
Lui si fermò a riflettere, poi prese la bottiglia a testa bassa e bevve.
In quel momento, ubriaca o no, innamorata o no, realizzai che quella cosa non mi piaceva affatto.
Sospirai senza neanche rendermene conto e camminai verso la finestra mettendomi nella sua stessa posizione di prima.
‘hey’ si alzò di scatto con la bottiglia ben salda e mi seguì.
‘non mi va più di giocare.’
‘perché non hai più fatto niente?’ chiese senza neanche interessarsi del fatto che non volessi più giocare a uno stupido giochino.
‘non aveva senso.’ Sussurrai guardando la luna piena.
‘hai fatto bene comunque.’ Aggiunse lui poggiandosi con la schiena rivolta verso l’esterno e con il viso sempre troppo vicino al mio.
‘già’ risposi sarcastica ‘mentre io stavo a casa a deprimermi perché sapevo che tu eri quello giusto ma quello sbagliato allo stesso tempo, tu eri a casa di chissà chi a scopare e a darti alla pazza gioia.’
Lui mi guardò sconvolto e io mi resi conto che ancora una volta aveva parlato l’alcool al posto mio. Sbuffai e mi misi le mani in testa coprendo il viso.
‘hai praticamente ammesso che ti piaccio o..?’ cambiò tono.
‘come se non fosse già chiaro.’
‘non l’hai mai detto ad alta voce.’
Alzai il sguardo.
‘si’ risi ‘mi piaci.’ Mimai le parole, ma lo sapevo bene che se mi fosse solo piaciuto non sarei rimasta neanche lì in quel momento.
‘si può dire che io te l’ho detto più di una volta, quindi stiamo apposto?’ sorrise.
La punta di rabbia che si rigirava nel mio stomaco rallentò, ma non finì comunque di torturarmi, tanto che mi alzai per uscire, ma lui mi bloccò per un polso e mi ritrovai a qualche centimetro da lui.
Il suo respiro caldo e alcolico mi sconvolse.
‘non te ne andare, ti prego.’
Aprii gli occhi verso i suoi e i due fari verdi illuminarono la stanza tanto da farmi ritrovare la strada giusta. Abbassai lo sguardo implorante verso le sue labbra e respirai con fatica. Aspettavo ancora quel bacio.
‘mi piaci, Cassie Hemmings.’ Rise passandomi una mano tra i capelli. ‘nonostante io sia la persona più sbagliata per te.’
sorrisi.
‘dovresti stare attento, Cassie Hemmings sa essere davvero dolorosa qualche volta.’
Lui fece spallucce per poi accarezzarmi una guancia con tutta la delicatezza nel corpo, come se fossi di porcellana.
‘allora vorrà dire che Cassie Hemmings mi ha proprio fottuto il cervello.’
Rigirai l’indice e il medio tra un suo riccio biondo e poi lo sistemai accanto agli altri.
‘questa è la parte in cui ti ricordo che sono finita all’ospedale e ho praticamente lanciato la macchina in un burrone dopo che ti ho visto a casa con un’altra.’
Lui rise con un tocco di malinconia che risaltò subito.
Mi guardò in silenzio per qualche attimo interminabile e poi mi avvicinò ancora di più al suo corpo caldo.
‘la signorina Cassie Hemmings permette al disperato Ashton Irwin di baciarla?’
Un brivido mi percorse la schiena.
‘ogni volta che vuole.’ Risposi semplicemente inclinando la testa per combaciare perfettamente con i suoi lineamenti dolci che adesso si avvicinavano.
Mi raggiunse col viso un attimo dopo, poi afferrò i fianchi e fece combaciare ogni centimetro dei nostri corpi. Il bacio si approfondì quando sentii un calore spontaneo tra le sue gambe e il mio cuore esplose dall’emozione.
Allontanò il mio bacino e continuò a baciarmi, ma io tornai determinata e incollata al suo corpo.
‘Cassie.’ Sussurrò sorridendo tra le mie labbra.
‘dimmi’ sorrisi a mia volta mordendogli il labbro inferiore e decidendo che il suo sapore era decisamente il migliore che avessi mai sentito.
‘sto cercando di rendere il bacio romantico, ma tu continui a..’
‘fare questo?’ lo baciai ancora facendo scontrare i bacini e incollando la sua schiena al muro.
Lui rise e si abbandonò al fatto che fosse impossibile nascondere la sua eccitazione con me in quel momento. Potevo capirlo bene, anch’io stavo aspettando quel momento da un bel po’.
Invertì le posizioni e mi spinse contro il muro travolgendo la bottiglia e frantumandola a terra, la cosa attirò la nostra attenzione per una frazione di secondo, perché poi tornai a mordere e succhiare avidamente le labbra dell’unico ragazzo che avevo desiderato negli ultimi mesi.
Sconvolgendo la situazione rispetto a quella di prima, questa volta fu lui a spingere il bacino contro il mio e la mia schiena cozzò contro il muro freddo.
Quando il desiderio superò ogni schema mentale e mi ritrovai a slacciargli i pantaloni, o almeno, a tentare di farlo lui mi bloccò il braccio e si allontanò a passi lenti camminando indietro.
Mi avvicinai, ma non riuscii a capire quale fosse il problema visto che fino a poco prima andava tutto come doveva andare da mesi.
‘non così.’ Disse serrando la mascella.
Pensai che fosse davvero ubriaco, perché era chiaro che avesse più voglia di me.
‘cosa?’
‘non voglio che tutto quello che abbiamo cercato di raggiungere si rovini per..’ si guardò intorno per poi tornare a me ‘questo.’
‘perché dovrebbe rovinarsi?’
‘perché tu sei Cassie Hemmings, dannazione.’ Tirò un calcio al muro e si sedette a terra con tutto il peso.
Improvvisamente realizzai che tutto ciò che avevo provato, tutto ciò che avevo cercato di dimostrare, tutto, ogni cosa, era un punto interrogativo per Ashton.
Pensavo che fosse chiaro che per me non si trattava solo di una scopata, ma infondo non era poi così chiaro.
‘cosa significa che sono Cassie Hemmings?’ gridai presa alla sprovvista.
‘lascia stare.’
‘no, Ashton.’
Mi accovacciai a terra e aspettai una risposta.
‘io non..’ respirò ‘non voglio questo.’
Alzai un sopracciglio, la delusione si aprì nel petto e lasciò il posto alla rabbia e a un sapore misto alla speranza perduta e a milioni di secondi sprecati.
Non fui pronta a rispondere, ma non ebbi neanche il tempo di riprendermi, perché un rumore proveniente dall’altra parte della parete riempì la stanza con così tanta forza che mi spaventai e la rabbia passò in secondo piano.
‘che diavolo era?’ Sibilò il biondo alzandosi e correndo a ritrovare il ferretto per aprire la porta.
Lo raggiusi davanti alla porta quando finalmente riuscì ad aprirla imprecando, ma mi bloccai a metà corridoio.
‘ci stanno spiando.’ Dissi presa dal panico.
‘no.’ Mi toccò le braccia per calmarmi, ma quel contatto fisico mi fece tornare in mente l’ultima frase uscita da quelle labbra e me lo scrollai di dosso come se fosse velenoso.
Lui restò a guardarmi in silenzio e io ne approfittai per raggiungere la porta da cui provenivano quei rumori. La spalancai senza crearmi alcuna preparazione mentale, avevo assistito a troppo fino a quel momento, niente mi avrebbe sconvolta così tanto.
Ma mi sbagliavo ovviamente, la scena fu fuori da ogni aspettativa.
‘oh mio..’ sussurrai appena e Ashton mi raggiunse sulla soglia correndo e rimanendo forse più sconvolto di me.
Sarebbe sembrata una scena molto divertente dall’esterno. Due persone ammucchiate a terra e altre due, capelli scomposti e alito alcolico, sulla porta ad osservare la scena smarriti e disorientati.
‘Calum’ gridò il biondo mentre il moro e Madison si allontanavano leggermente per capire la situazione.
La mora scoppiò a ridere e mi venne incontro con solo un reggiseno addosso.
‘per dio, Madison.’ Urlai mentre le andavo incontro per coprirla e mentre osservavo Ashton che guardava altrove.
‘amico’ Calum ci raggiunse
‘ma che cavolo state facendo?’ gesticolò Ashton.
Qualcuno passò alle nostre spalle osservando incuriosito la situazione, poi realizzai che in effetti non avrei dovuto trovarmi lì, con loro, in quel momento.
Sgranai gli occhi quando mi resi conto del fatto che anche Madison e Calum avrebbero potuto chiederci perché eravamo lì e soprattutto insieme.
Quando abbassai lo sguardo presa dai miei pensieri ne uscii abilmente grazie alla vista dell’ampio petto del moro che apparentemente aveva anche un tatuaggio.
Quando alzai lo sguardo Madison incrociò le braccia.
‘cosa?’ chiesi sgranando gli occhi.
‘vuoi guardargli gli addominali un altro po’? Perché se vuoi noi due ce ne andiamo.’ Rispose acido Ashton indicando Madison.
Mi morsi l’interno della guancia. Ma cosa voleva? Prima mi faceva capire che non voleva questo e poi si lamentava perché stavo guardando il fisico del migliore amico di mio fratello.
‘Ashton, cosa vuoi?’ risposi più acida di lui e incrociai le braccia.
‘si da il caso che siamo qui per capire cos’è successo, non per guardare le tette delle persone.’
‘hai detto tette.’ Dissi.
‘tette o petto che sia.’ Incrociò le braccia anche lui.
‘avete fatto sesso?’ chiese Madison come una bimba alle prese con le prime parole.
‘madi’ gridai aprendo le braccia al cielo.
‘no, santo cielo.’ Disse Ashton facendo spallucce.
‘no, infatti.’ Tanto per rimarcare il fatto che qualcuno in quella stanza non aveva voluto fare niente perché non voleva questo.
‘siamo qui per un altro motivo.’ Aggiunse il biondo tornando a guardare gli altri due che osservavano la scena come un albero osserva un prato. Semplicemente non osservavano nulla.
‘che diavolo stavate facendo?’ chiede ancora Ashton.
‘non abbiamo avuto l’occasione di dirvelo..’ continuò Calum.
‘state fottutamente insieme.’ Gridò ancora il biondo.
‘stiamo.. così..’ spiegò calum.
‘così come?’
‘ci baciamo, usciamo occasionalmente, facciamo.. questo.’
‘questo cosa!’ gridai infastidita da quella parola che continuava a martellarmi il cervello.
‘questo che stavamo per fare.’ Disse Madison.
‘voi più che altro, cosa ci fate insieme?’ chiese Calum ritrovando la saggezza per fare la domanda più inappropriata.
‘niente’ mi affrettai a rispondere e i due mi guardarono confusi.
‘vi stavamo cercando.’ Rispose secco Ashton.
Sapevo che aveva risposto così solo per coprire le tracce, probabilmente per me, ma non riuscii a contenere la rabbia e così mi ritrovai a percorrere le scale al contrario quasi correndo esattamente come l’ultima festa.
‘hey Cassie.’ Disse Harry trovandomi al piano terra, ma non risposi neanche e continuai il mio percorso determinata.
Quando raggiunsi la macchina e la misi in moto avrei voluto gridare, ma qualcuno spalancò il mio sportello prima che potessi partire direttamente in quarta.
‘tu non vai da nessuna parte.’ Disse secco Ashton che mi bloccò il braccio e mi impedì di muovere il volante.

Angolo di Claire
Vi ho fatti aspettare troppo, ma ne è valsa la pena.
Ashton è strano, perché lo è, siamo sinceri, ma chi non si sarebbe scopato Cassie Hemmings contro un muro completamente ubriaca? ASHTON IRWIN, RAGAZZI!
Cassie, fattelo dire, non ci capisci un cazzo.
Hai capito fischi per fiaschi, perché se Ashton dice che non vuole questo, non significa che non ti vuole perché dopo mesi e mesi ha cambiato idea, ma sta semplicemente cercando di farti capire che ha paura di perderti per una sveltina da ubriachi esattamente come è quasi successo per un bacio.
Il paragone di Calum e Madison mi fa sentire fiera, perché non ha assolutamente senso che osservavano la scena come degli alberi osservano un prato, ma ha senso se pensate che gli alberi non osservano, quindi neanche loro lo facevano (a differenza di Cassie che se l'è spizzato ben bene il fisico di calummino pisellino).
Adesso che me ne sono uscita con questo commento idiota posso anche andarmene, visto che c'è un mio amico che mi sta aspettando da circa mezz'ora sotto casa.
Vi adoro, 
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Claire♥♥

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