Entrai in classe il giorno dopo e mi chiesi perché dovesse essere così difficile vivere così.
Ashton era seduto all'ultimo banco vicino alla finestra, ovviamente era solo, ovviamente mi vide entrare in classe come tutti gli altri.
'Cassie Hemmings.' La professoressa di matematica incrociò le braccia quando entrai dieci minuti dopo il suono della campanella.
Avevo bisogno di un sostegno morale in quel periodo, quindi fumavo erba e speravo di stare meglio. Stranamente funzionava fino a quando non mi trovavo davanti agli occhi di Ashton.
'Scusi' biascicai ridendo da sola.
Tutti mi guardarono confusi, probabilmente avevo un aspetto orribile.
'Si sieda.' Disse tornando a borbottare e a scrivere alla lavagna.
Mi sedetti al solito posto che non era poi così lontano da quello di Ashton.
Ma chi riusciva a seguire matematica da strafatto?
Rinunciai a copiare il testo della spiegazione e mi ritrovai a guardare fuori dalla finestra e a poggiare la testa sul banco.
Ero distrutta, quella notte non avevo chiuso occhio per colpa della situazione di merda che mi circondava il collo.
La scuola lo sapeva, anche la classe, perché le occhiatine e le bisbigliate non tardarono ad arrivare.
Io non volevo saperne nulla di quella situazione. Madison ci aveva trascinati giù con sé, ma ero sicura che il gruppo avrebbe fatto qualcosa da lì a poco.
Era questo il motivo per cui non avevo dormito. Perchè un tempo avrei accettato di perdere un'amica come Madison per mantenere salda la mia popolarità, ma ora non avevo intenzione di farlo.
Non potevano semplicemente farla fuori e far finta di niente, perché era un diavolo di bacio e lei non se lo meritava.
Tirai su col naso e Ashton distolse lo sguardo dalla finestra per guardarmi. Io feci lo stesso e ci guardammo da lontano per qualche minuto.
Capii che non avevo bisogno di dire nulla, perché il suo sguardo era quello di qualcuno che la sapeva lunga riguardo me. Non serviva una scienza per capirmi, stavo cadendo a pezzi lentamente.
Lui mi imitò poggiando la testa sul banco e io sorrisi dolcemente perché non potevo non farlo vista la tenerezza di quel gesto così spontaneo.
Lui sapeva quanto avessi bisogno di lui. Lo sapeva, ma non ne approfittava. Se ne stava lì, in silenzio, a guardarmi da lontano e aspettando che fossi io ad avvicinarmi. Ma come potevo farlo?
Il suono della fine della prima ora mi distolse dai pensieri ricordandomi che ero ancora lì a guardare Ashton.
Mi alzai dalla sedia e quasi persi l'equilibrio. Tutti uscirono dalla classe mentre io cercavo di riprendere il controllo del corpo.
'Hey.' Ashton mi raccolse la borsa posizionandomela sul braccio.
'Ashton, non ti avevo visto.' mi diedi uno schiaffo in fronte rendendomi conto che mi ero fatta male sul serio.
'stai bene?' mi guardò sorridendo.
'Starei meglio sotto a un metro di terra' Scoppiai a ridere.
'staresti meglio se la smettessi di ridurti così.' inclinò la testa per guardarmi meglio.
'perchè sei venuto a scuola, ashton?' mi avvicinai 'non dovresti andare incontro al pericolo.'
Lui sorrise e distolse lo sguardo.
'pericolo'
'pericolo.' ripetei sicura.
'non posso scappare per sempre dalla scuola.'
'io lo farei.' dissi sovrappensiero.
'Se fossi in me?' cercò il mio sguardo.
'no.' alzai un sopracciglio.
Alzai lo sguardo e trovai il suo sorriso dolce davanti al mio volto devastato.
Non dissi nulla, semplicemente mi avvicinai al suo corpo e lui mi abbracciò forte.
L'abbraccio durò qualche secondo.
Mi ritrovai immersa nel suo petto e respirai a pieni polmoni il suo profumo. Nessuno ebbe bisogno di dire nulla, perchè tutti e due sapevamo che ne avevo bisogno più dell'ossigeno.
'oh, scusate' la professoressa entrò in classe e noi sciogliemmo l'abbraccio immediatamente.
Prese la borsa sulla cattedra e rimase a guardarci.
'niente' farfugliò ashton mentre ci affrettavamo ad abbandonare l'aula.
La campanella dell'ora di pranzo risuonò nelle mie orecchie come un allarme. Ormai temevo quell'ora che un tempo amavo con tutta me stessa. Passavo più tempo ad aspettarla che a fare qualsiasi altra cosa.
Presi la borsa cercando di combattere il mal di testa che non aveva intenzione di lasciarmi sola e mi maledii un'altra volta per aver fumato quella mattina.
La mensa sembrò più piena del solito e per poco non riuscii a perdermi nella folla. Ogni volto mi sembrava sconosciuto e nessuno intorno a me sembrava interessato alla mia presenza.
Camminai fino al bancone per prendere un bicchiere d'acqua e qualcosa contro il mal di testa, ma da lontano vidi Niall e Louis.
I due mi guardarono e poi si allontanarono in silenzio.
Mi girai e accanto a me scorsi Harry alle prese con il distributore di coca cola, mi salutò con la testa e tornò a fare quello che stava facendo.
Non riconobbi nessun altro, quindi optai per sedermi da sola.
Era così che saremmo finiti?
Sciolsi la medicina nel bicchiere e la bevvi d'un sorso quando sentii un grido dietro di me.
'Uscite tutti, Zayn e Liam stanno prendendo a pugni quegli idioti.'
Mi alzai di scatto e vidi un folla correre verso il giardino.
Io ed Harry ci guardammo e con uno sguardo d'intesa capimmo che dovevamo correre immediatamente fuori.
Riuscii ad arrivare in giardino quando sentii delle urla ancora più forti.
Superai la folla spingendo via chiunque si mettesse in mezzo al mio percorso e arrivai al centro.
'Zayn piantala' Urlò Luke con un labbro sanguinante.
'Che cazzo sta succedendo?' Harry si fece strada tra la folla e spinse Zayn.
'Harry, ma che ti prende?' Zayn scoppiò a ridere.
Guardai alla mia destra e Ashton e Michael erano a terra piegati dal dolore.
'Che gli hai fatto?' strillai a mia volta.
'voglio sapere dove cazzo sta Calum.' Liam incrociò le braccia sputando sul corpo di Ashton.
'Sono qui.' Calum apparve dietro alle mie spalle.
Aveva un'aria determinata, forse si era rassegnato al fatto che prima o poi questo momento sarebbe arrivato.
'ma che onore.' disse Liam avvicinandosi e stringendogli il collo.
'Lascialo stare' Michael cercò di avvicinarsi, ma Louis gli tirò un altro pugno.
La cosa andò avanti per qualche minuto, ma le mie orecchie cominciarono a fischiare fino a non sentire altro che le urla intorno a me.
Tutto quello che riuscii a vedere alla fine fu Ashton che sputava sangue accanto a Luke che non riusciva ad aprire un occhio. Calum era ancora al centro dell'attenzione e veniva tenuto in piedi da Niall e Louis mentre Liam lo colpiva più volte.
'Smettetela.' urlai a pieni polmoni fermando tutto e ricevendo lo sguardo di ogni presente. 'Lasciateli stare'
'cassie' Harry mi tirò indietro mettendomi da parte. 'smettila.'
Lo guardai confusa dal suo atteggiamento.
'Non vuoi mica trovarti isolata dal mondo intero come Madison, vero?' disse guardandomi negli occhi.
'harry ma che stai dicendo?' sibilai.
'sto dicendo che non sei nelle condizioni di poterti comportare così adesso.' abbassò il tono 'lo so cos'è successo con Ashton, Cassie.'
Mi mancò il fiato e rimasi a bocca aperta a fissare Harry.
Avevo sentito solo il rumore del mio cuore e un vuoto nello stomaco.
Improvvisamente i miei occhi cominciarono a bruciare.
'Che significa?' Dissi cercando di combattere le lacrime.
'So che vi siete baciati.' Tornò a parlare a bassa voce mentre mi teneva per un braccio.
Una lacrima mi scappò da un occhio correndo per la guancia, mi affrettai a cacciarla.
'Tu non sai niente.' dissi strattonando il braccio per allontanarmi dalla sua presa.
'Cassie smettila di fare la bambina e capisci la situazione.' Mi urlò in faccia costringendomi a girarmi.
Tutto quello che potevo vedere erano i miei amici prendere a pugni le persone che odiavano da sempre.
Le cose all'esterno non erano cambiate, ero solo cambiata io.
Mi girai a guardare Harry e capii.
Capii che io ero Cassie Hemmings e che non potevo permettermi di baciare chiunque. Capii che mio fratello era un deficiente e che i suoi amici li odiavo da sempre, quindi non potevo iniziare a difenderli da un momento all'altro.
Quello che c'era tra me ed Ashton era già iniziato, ma niente mi impediva di fermarlo con tutti i mezzi a mia disposizione.
Serrai la mascella e le lacrime smisero di torturarmi gli occhi.
Il riccio annuì probabilmente fiero di me e rimasi in silenzio a guardare la scena.
Apatia.
Ogni cosa era insignificante rispetto a me in quel momento.
'Ciao ma' urlai con troppa enfasi dopo aver nascosto per bene la bottiglietta di grappa.
'Cassie' apparve nell'ingresso con un'espressione preoccupata.
'ora ti racconto una cosa divertente' mi appoggiai alla sua spalla per sorreggermi 'sono andata in pizzeria perché volevo comprare la pizza, ma non sapevo che pizza volessi!' scoppiai a ridere.
Lei mi guardò confusa.
'Quindi. Non ho comprato nessuna pizza!' urlai e scoppiai a ridere.
'Hai visto Luke?' non diede peso alle mie parole.
'no' dissi fiera.
'non è tornato a casa, Cassie'
La guardai libera da ogni preoccupazione quando il telefono squillò.
Mia madre scattò a rispondere e io dovetti poggiarmi al muro per evitare di crollare a terra. Arrivò dopo due minuti con la borsa e le chiavi in mano.
'Sbrigati' strillò deglutendo rumorosamente.
'Che è successo?'
'Tuo fratello è all'ospedale.' Disse infine senza lasciarmi il tempo di realizzare.
Uscii fuori e cominciò a guidare verso l'ospedale che le avevano indicato.
'Starà bene.' Ripeté il dottore ancora una volta rigirando un foglio tra le sue mani.
Io ero rimasta seduta in silenzio per circa mezz'ora o qualcosa di più sperando di smaltire la sbornia che non aveva intenzione di lasciarmi ragionare lucidamente.
Mio fratello e i suoi amici erano finiti all'ospedale dopo essere stati picchiati dai miei amici e per quanto volessi reprimere il sentimento mi sentivo morire.
'Quando potremmo visitarlo?' mia madre cercò di contenere la sua preoccupazione, ma non le riuscì bene.
'per adesso stiamo facendo gli ultimi accertamenti, tra meno di mezz'ora potrete visitarlo.' terminò il dottore prima di congedarci.
Mia madre si sedette su una sedia posta all'inizio del corridoio stretto e buio e chiuse gli occhi. Avrei voluto confortarla e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma non potevo, perché ogni volta che provavo ad aprire la bocca mi tornavano in mente le immagini di poche ore prima e sentivo un grande bisogno di rigettare tutto, stomaco compreso.
Cominciai a camminare avanti e indietro per calmare il desiderio di vomitare, ma non servì a niente e mi ritrovai a correre fino alla fine del corridoio per entrare nel bagno e rigettare.
Uscii dal bagno con le lacrime agli occhi e fui costretta a sedermi per terra.
Harry era stato chiaro e ogni mia certezza era andata in fumo. Non era affatto vero che potevo stare tranquilla, perché a breve avrei fatto la fine di Madison e tutto questo per colpa di un errore.
Era strano definire Ashton come errore, perché sembrava la cosa più giusta del mondo quando mi stringeva a mi faceva dimenticare di ogni cosa spiacevole che questo mondo conteneva.
Mi pulii la bocca con l'acqua e mi specchiai. Le occhiaie mi cerchiavano gli occhi fino a risaltare il colore chiaro che li distingueva, ero stanca e i capelli mi si arricciavano leggermente all'altezza del seno. Puzzavo di fumo e alcool e probabilmente ero spaventosa. Ero diventata tutto ciò che non ero mai stata e che mi ero promessa di non diventare.
Non mi sistemai, non avevo bisogno di fingere di stare bene in un ospedale.
Camminai per un corridoio secondario fino a ritrovarmi davanti alla stanza di mio fratello. Respirai profondamente un paio di volte prima di entrare, non ero pronta a sentire una scarica di insulti rivolti a me. Sapevo che infondo li meritavo, ma avrebbe fatto male e non potevo evitarlo in nessun modo.
Aprii lentamente la porta che scricchiolò e scivolai silenziosa nella stanza verde chiaro.
Mi girai e vidi un letto contenente qualcuno sotto alle coperte. Mi avvicinai in silenzio e mi sedetti sulla sedia accanto.
'Lukey.' Dissi cercando di tenere a bada i sensi di colpa.
Il corpo non rispose.
'Mi dispiace' sussurrai appena 'sono la persona peggiore del mondo, non mi merito accanto una persona come te che infondo crede ancora in un possibile rapporto che finisco sempre per rovinare in qualche modo.'
Tirai su col naso prima di continuare.
'Non do la colpa a nessuno, la do solo a me, perché non ho il coraggio di cambiare anche se ne sento il bisogno.' Guardai verso la finestra 'sto cambiando anzi, ma in peggio, non so cosa sto diventando e ho paura.'
Le coperte non si mossero minimamente, così ebbi la conferma che stava dormendo.
'Non so perché sto parlando con te adesso che non puoi sentirmi. Ho chiesto scusa troppe volte ma ti assicuro che non mi sono mai sentita così male.'
Gli feci una carezza da sopra al velo che lo copriva.
'Luke, non mi dispiace solo per te, ma anche per i tuoi amici. Voglio solo che tu sappia che non odio nessuno di loro e che anzi..' Deglutii rumorosamente 'io non so neanche come dirlo'
Tossii piano 'se mi vedessi adesso non penseresti che sono davvero io.'
Sospirai.
'Cosa si fa quando ti inizia a piacere la persona più sbagliata?' poggiai la testa sulla mano 'come si può combattere un sentimento così? Perché ti assicuro che ci sto provando, ma non ci riesco.'
Continuai a pensare in silenzio prima che qualcuno bussasse alla porta facendomi saltare.
'Oh, salve' Disse una donna bionda con gli occhi color ghiaccio.
Mi alzai dalla sedia asciugandomi l'unica lacrima che ero riuscita a versare.
'Io pensavo che questa fosse la stanza di mio figlio.'
'Suo figlio?' Dissi confusa
'si.' si guardò intorno.
Qualcuno bussò nuovamente alla porta facendoci voltare entrambe.
'Cosa ci fate qui?' Un'infermiera con qualcosa in mano strillò.
Mi girai ancora una volta verso il letto e uscii in silenzio senza dover aggiungere altro. Quelle confessioni mi avevano ferita ancora di più.
Angolo di Claire
scusatemi ma non ho molto tempo, quindi arriverò dritta al punto.
Finlamente abbiamo capito il ruolo di Harry e il motivo del suo comportamente abbastanza strano.
Di Madison ovviamente non c'è traccia e chiaramente, come avevano già detto, i ragazzi si sono vendicati con i piccini.
Cassie sta cadendo nella fossa sempre di più e Ashton è un tenerello.
Ma dove si trovano i ragazzi così?
Come al solito ho voluto sottolineare le parti più importanti o i paragoni e le riflessioni. Vi invito a leggere le parti in grassetto e in corsivo con più attenzione rispetto alle altre, perché secondo me sono le parole chiave del capitolo
Ringrazio i nuovi lettori, sempre, siete i migliori del mondo.
Grazie a chi commenta sempre e mi segue!
Vi amo.
Claire ♥
STAI LEGGENDO
ripped jeans || ashton irwin♡
Fanfiction«Ashton era biondo, decisamente troppo biondo, soprattutto quando si trovava davanti al sole. Aveva gli occhi verdi, meno dei miei, ma sempre troppo verdi. Vestiva di nero, ma non quel nero che ti spaventa, quel nero che ti rapisce. Aveva le fossett...