Capitolo 14

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Erano almeno un quarto d'ora che fissava l'armadio, Nicole le aveva detto che quella sera doveva essere uno schianto, precisando che non doveva farlo per Tyler, ma per Davin.
<< È perso Lily, si vede da lontano un miglio, e da quando è arrivato Tyler non riesce più a nasconderlo >> le disse la bruna.

Non l'aveva più visto da quella mattina, anche perché Tyler gli era stato appiccicato per tutto il pomeriggio, quindi il moro quasi sicuramente si era tenuto alla larga, per altro quella sera dovendo cenare fuori non era andata neanche in mensa.
<< Indossa qualcosa, se rimani lì inebetita ad osservare l'armadio non troverai mai niente >> la rimproverò Nicole,
<< Nicole non ho niente con me, non avevo preventivato una cosa del genere >> sospirò la rossa.

La ragazza spazientita si alzò, andando a frugare tra la sua roba,
<< Sapevo di averle portate! >> Esclamò cacciando fuori un paio di calze a rete nere, le buttò verso Lily che le prese al volo,
<< Esco solo con queste? >> Ridacchiò ironicamente la rossa, poi sospirò sconfitta,
<< E dammi un minuto cazzo! >> La bruna si voltò di scatto mostrando a Lily un paio di pantaloncini neri in pelle con la vita alta,
<< Sono mutande? >>
<< È l'unica cosa che ho di abbastanza piccolo, non è colpa mia se sei uno scricciolo >> Lily allungò la mano verso di lei, pensò che probabilmente poteva funzionare, anche perché tra le cose inutili che si era portata dietro c'erano anche i suoi amati texani con tacco che non avrebbe mai lasciato,
<< Hai qualcosa da mettere sopra? >>
<< Si, un top nero semplice, scollo all'americana >> rispose la rossa mostrandolo, questo sul bordo inferiore portava delle piccolissime nappe del medesimo colore.
Si vestì ed infilò le scarpe, una scossa le percosse la schiena nel momento in cui si osservò dallo specchio, era stranamente felice, aveva la strana sensazione di non essere lì dentro, le sembrava una di quelle sere in cui si preparava per andare con i ragazzi al Rockin' Jokers.

Mise in evidenza gli occhi con un po' di ombretto nero e del mascara, poi semplicemente ammorbidì le labbra con del burro cacao, nessun eccesso di pigmento.
<< Non vorrai mica lasciare quei capelli così? >> La interrogò la bruna, che a differenza di Lily aveva sempre delle pieghe impeccabili,
<< io... >> iniziò, ma lei interruppe il suo patetico tentativo di giustificarsi sul nascere, << siediti! >> Esclamò spingendola sul letto ed azionando il Fon,
Lily non poté fare a meno di notare con quanta agilità iniziò a creare dei morbidi boccoli con solo l'ausilio di quest'ultimo e della sua spazzola ormai malandata,
<< dove hai imparato? >>
Nicole sorrise alla sua domanda con fare nostalgico, << prima di rovinarmi la vita, frequentavo un professionale per parrucchieri >> le spiegò,
<< Vorresti ritornarci?? >>
<< Si, mi piaceva ciò che facevo >>
<< Ce la farai Nicole, ne sono sicura. Hai così tanta vita negli occhi che dubito qualsiasi cosa possa fermarti >>
Lo sguardo della bruna si addolcì,
<< Ce la faremo tutti >> sussurrò, posò gli utensili e passò le mani nei capelli della rossa, aprendo i boccoli in quelle che diventarono morbide onde a contornarle il viso.
Lily si alzò e recuperò la sua giacca di pelle, fece per metterla ma ancora una volta fù fermata da Nicole,
<< No, no, no. In sala comune ci vieni così, la giacca la rimetti dopo! >> Lily ridacchiò ancora una volta.

🖤

Era seduto sul suo letto, imbracciava la chitarra, l'amplificatore era al minimo per evitare qualche infermiera di passaggio gli desse rogne, se fosse successo si sarebbe preso anche l'ennesima strigliata da Cook.

Le note di Layla dei Derek & the Domions riempivano l'aria risuonando in quella stanza come un tentativo disperato di sfogare tutta la tensione che aveva dentro, si sentiva come una corda di chitarra durante il bending, messa ancora di più in tensione e in una posizione favorevole alla possibilità che si spezzasse. Pensò che probabilmente se non fosse stato così fottutamente giù di morale neanche ci avrebbe pensato a quella canzone,
neanche avrebbe suonato quel rock blues che ormai aveva accantonato da anni, eppure gli sembrava che negli anni 70 Clapton parlasse proprio di lui, ci si rispecchiava così tanto.

"You turned my whole world upside down, Layla...
Got me on my knees,
Layla"

Steccò, e il suono stonato di quel passaggio lo ridestò dai suoi pensieri, imprecò per la frustrazione che provava in quel momento, sotto ogni punto di vista, il pensiero di quella ragazza l'aveva fatto sbagliare come fosse stato un principiante alle prime armi, ne rise per poi lasciarsi cadere con la schiena sul materasso, con una mano strinse il manico della sua chitarra, il corpo del suo strumento ancora su di lui, l'unica che in quel momento riuscisse a dargli piacere, l'unica che lo aveva sempre confortato.

La porta si aprì di scatto e lui si rimise a sedere, tirò fuori il Jack e si allungò a spegnere l'amplificatore.
<< Non capisco perché cazzo passi la maggior parte del tuo tempo con quella cosa >> gli disse il suo compagno di stanza,
<< Non mi aspetto che uno come te possa capirlo >> ridacchiò lui,
<< Certo, musicista... Ti sei perso una scena pazzesca in sala comune >> iniziò a raccontargli Jona, ma al momento Davin non era per niente interessato alle stronzate che succedevano lì dentro e che in genere quel ragazzo spacciava per notizie sensazionali, nonostante tutto gli fece un cenno per invitarlo a continuare, non voleva essere scortese, anche se fra di loro non si era mai creato un rapporto abbastanza intimo Jona gli era simpatico, e chiacchierare con lui era piacevole.
<< Hai presente la non più nuova arrivata? La ragazza rossa che sta sempre con il tuo gruppetto di "Amici"? >> Virgolettò la parola amici perché sapeva ci fossero persone che a Davin andavano a genio più di altre, ma il moro aveva sempre affermato, almeno con lui, di non avere amici lì dentro.
Davin gli prestò di colpo tutta l'attenzione che meritava, << Quindi?? >>
<< In genere è sempre così semplice, quasi trasandata. Ma stasera ha praticamente fatto alzare al massimo il livello di testosterone in tutti gli uomini presenti >> Jona alza l'angolo della bocca in un sorriso malizioso, ma Davin non gli risponde, non subito.

Sente il petto infiammarsi in un eccesso di Gelosia che neanche comprende fino in fondo, emozioni a cui vorrebbe dare sfogo ma che sta bloccando dentro di sé e che sente potrebbero portarlo alla pazzia. Si alza nel disperato tentativo di contenere l'impulso di mettere tutto sotto sopra e rimette la sua chitarra sul proprio espositore, mentre nella sua mente si insedia il pensiero di Lily e Tyler, di lui che in quel momento si stava beando di qualcosa che avrebbe dovuto essere suo.

<< Buon per voi che avete assistito allo spettacolo >> esclama con aria disinteressata,
<< Puoi dirlo forte, non riuscirò più a guardarla con gli stessi occhi >>
<< Sai Jona, non c'è bisogno di vederle in tiro per capire se ti passa sotto il naso una bella ragazza, soprattutto in posti come questo, dove generalmente non trovi ragazze vestite come se dovessero fare serata >> gli fece notare Davin, sottolineando quanto per lui il suo riporto fosse infantile, ma soprattutto quanto si era dimostrato inesperto.

Si avvicinò all'armadio e prese un asciugamani che poi mise dietro al collo,
<< Che fai adesso? >> Gli chiese Jona che non aveva saputo rispondere a ciò che gli aveva detto appena prima.
Davin lo guardò un po' dispiaciuto, dopotutto che cazzo ne poteva sapere il suo povero compagno di stanza di quello che stava succedendo in quel periodo,
gli sorrise, << non è mai troppo tardi per imparare Jona >> gli disse con aria maliziosa, << comunque vado a fare una doccia! >> Terminò

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