capitolo 36

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Incrociò lo sguardo di Michaela mentre camminava per il corridoio, la ragazza gli sorrise indicandogli con un cenno la porta del ripostiglio verso cui si stava dirigendo, Davin la seguì con lo sguardo fin quando non scomparve attraverso la porta dello stanzino, il moro cambiò direzione in modo repentino per poi raggiungerla.

Si chiuse la porta alle spalle. Il ripostiglio era piccolo e a fare luce c'era solo una lampadina che scendeva penzoloni dal soffitto buttando fasci di giallo sugli scaffali su cui erano riposti detersivi e strofinacci.

<< riecco la mia infermiera preferita >> sussurrò facendo sfiorare i loro nasi, lei ridacchiò ritirandosi imbarazzata e sfiorando con le spalle uno di quegli scaffali in ferro.
Davin si sentiva perfido ad usarla in quel modo.
Le sfiorò il viso con le dita e l'immagine di Lily gli ritornò in mente violenta come un pugno nello stomaco.
Non c'era nessuna ciocca rossa a contornare il viso di quella ragazza, i suoi capelli castani erano legati compostamente e sistemati sotto la cuffietta della divisa.

<< Dai smettila >> lei sorrise ancora una volta e arretrò sottraendosi al suo tocco,
<< sono in servizio Davin >> gli ricordò cacciando da sotto al camice con sopra ricamata la scritta "Rehab" due pacchetti di marlboro, il moro li prese infilandone uno per ognuna delle due tasche anteriori dei Jeans, poi ci abbassò sopra la t shirt nascondendoli, << Sei sempre in servizio quando ci vediamo >> le precisò prima che lei, lisciandosi il camice con le mani, aprisse la porta per andar via.

Michaela fece saettare velocemente lo sguardo attraverso i corridoi, << adesso vai! >> gli disse con aria severa dandogli il via libera.

🖤

Continuava a rigirare il cibo nel piatto, ma voglia di mangiare proprio non ne aveva, soprattutto dopo l'ultima conversazione che aveva avuto con Davin. Fuori alle enormi vetrate del Narconon il sole risplendeva alto e gli infermieri avevano organizzato con i ragazzi un'altra scampagnata al lago.
<< Dovresti mangiarlo quello, lo sai? > le disse Jeremy indicando il piatto in cui, quello che doveva essere un sandwich con pollo, sembrava ormai un'enorme poltiglia, << Ho mangiato l'insalata, ma se vuoi i miei scarti fa pure! >> rispose lei ridacchiando, il bruno fece spallucce e afferrò il bordo del piatto che poi portò davanti a sé,
<< l'importante è che sia commestibile >> le rispose.

Bethany si avvicinò al tavolo in cui erano seduti i ragazzi, << Lily, il tuo nome non è in lista. Immagino ci sia stato un errore, prendi posto con gli altri, il pullman è appena arrivato >> mise al corrente i ragazzi, ma la verità era che di proposito Lily non ci si era messa in quella lista.
L'ultima volta che erano stati al lago c'era anche Davin e non reggeva la sua assenza.

<< Beth, io non vengo stavolta >> le disse con aria dispiaciuta.

L'infermiera le fece segno di seguirla in corridoio, lei sospirò e alzandosi in modo lento e quasi sconnesso la seguì.

<< stai bene? Perché non vieni con noi? >> le chiese con tono apprensivo, avevano notato tutti il suo cambio di umore e di atteggiamento da quando il moro non era più lì.
<< sto benissimo Beth, davvero. Sono solo un pò stanca >> le spiegò
<< Lily se c'è qualcosa che non va devi dircelo, tra poco vai via, e noi dobbiamo essere sicuri che una volta fuori di qui vada tutto per il verso giusto. Come vanno le sedute con il dottor Reed? >> adesso aveva ripreso la sua solita espressione seria e professionale, adesso Bethany aveva abbandonato i panni di amica e confidente per rimettere la sua divisa da infermiera.
<< Vanno bene, è tutto nella norma >> minimizzò lei,
<< Reed dice che c'è qualcosa che ti preoccupa ma che non vuoi dirlo, ne ha già parlato con Cook e in questi giorni vorrebbe vederti.
Sei sicura di voler uscire? siamo arrivati alla conclusione che forse non è ancora il momento giusto, forse hai bisogno di restare un'altro po' >> le disse nel modo più schietto e sincero possibile cercando di spronarla ad avere una reazione, sperando si aprisse con lei se proprio non riusciva a farlo con lo psicologo.

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