capitolo 25

36 1 7
                                    

L'erba a contatto con i loro piedi nudi era soffice e fresca, si incamminarono verso la banchina in legno sospesa sull'acqua, Davin arricciò a tarallo il suo Jeans sulle cosce per evitare di bagnarlo, poi si sedette con le gambe penzoloni immergendo nell'acqua i piedi che crearono delle increspature sulla superficie, rovinando così anche il riflesso che si era creato dell'area circostante.
Lily lo guardò, era un pò scettica, il muschio che ricopriva le travi immerse della banchina e che riusciva a vedere tranquillamente attraverso l'acqua non erano per lei un bell'invito, il pensiero dei suoi piedi che sfioravano solo per caso quel viscidume la disgustava tremendamente,
<< è solo un pò d'erba >> si voltò a guardare il moro che aveva allungato una mano verso di lei, allora fece dei risvolti al pantalone di tuta che quella mattina aveva indossato,
<< Ragazzi, non vi allontanate troppo >> gli gridò il Dottor Reed, mentre insieme ad altri infermieri, compresa Bethany, si sistemavano con una coperta all'ombra di un grande pino poco distante da lì.

<< cazzo, è veramente fredda >> esclamò la rossa sedendosi accanto a lui, << Lì c'è una piccola foce, l'acqua arriva fin qui dalle montagne >> le fece notare il moro indicando un punto abbastanza lontano, lei gli annuì anche se in realtà non era riuscita a localizzarla.

Davin le prese una gamba accavallandola alle sue mentre distrattamente le massaggiava la coscia, << adoro il verde, se tutto si sistema vorrei acquistare una baita, magari in montagna, lontano dalla città e dalle sue contaminazioni tossiche >> le disse sognante, e Lily pensò che per maturare quel pensiero probabilmente ne aveva fin piene le scatole di quel mondo frenetico e corrotto, << Perché isolarti così?? Perché non eliminare solo la parte tossica? >> sospirò poggiando una guancia contro la sua spalla,
<< lo sai che non è facile. Forse ci ritornerei in città, ma solo con la consapevolezza di essere realmente pronto >> Lily lasciò che fosse il silenzio a rispondere per lei, era pienamente consapevole che ciò che diceva Davin era più che giusto,
<< e tu? Cosa farai una volta uscita da qui? >> le chiese con aria insicura, la vita di un tossico era sempre un enorme punto interrogativo, e questo faceva si che al di fuori di quelle mura anche il loro rapporto lo fosse, qualsiasi cosa stesse nascendo tra loro.
Lily scuotè la testa, << Non mi va di pensarci, non ora che sto così bene >> gli disse sincera come non mai, lui si voltò a guardare quei capelli rossi poggiati contro il suo braccio e che in alcuni punti, rischiarati dal sole che attraversava i rami degli alberi in piccoli fasci di luce, erano di un rame incandescente, si chinò poggiando il viso sul suo capo, sentendone il profumo e prendendone il calore,
<< anche io sto davvero bene, talmente bene che fermerei la mia vita qui, su questa banchina, con te >> ridacchiò il moro, gli era costata una certa fatica quella specie di confessione. Non che non avesse mai detto ad altre ragazze di star bene in loro compagnia, ma stavolta era diverso, quella non era la solita frase di circostanza, ed ammetterlo così liberamente era stato per lui come mettere a nudo il suo lato più fragile, far prevalere quei sentimenti che fin da bambino gli avevano solo portato problemi e che lui aveva quindi accantonato nella parte più nascosta di sé stesso.

Lily sussultò, alzando il capo ed incrociando i suoi occhi azzurri, le sue labbra rosee le ricordavano due ciliege mature, le dita di Davin le sfiorarono il viso, un tocco leggero, talmente leggero da lasciarle l'amaro in bocca per non essere abbastanza, scivolarono lungo il suo collo facendosi strada lentamente fino alle sue braccia spoglie e vulnerabili, vulnerabili agli sguardi indiscreti della gente che non avrebbe potuto capire, carezzarono ogni piccola cicatrice in un percorso tortuoso tra ricordi e rimorsi.
Anche gli occhi di lei caddero sulle sue braccia, sulle sue mani, su quel brandello di pelle che aveva notato quella sera in camera sua e che raccontava troppo della vita di quel ragazzo, lo toccò con le dita per poi posarci le labbra, sfiorandolo appena come per paura che potesse fargli male, come se ognuna di quelle fosse una cicatrice da curare.

Rimasero ad osservarsi per un pò, in quella intimità travolgente che li aveva avvolti, entrambi senza difese, entrambi con la propria anima a nudo.

<< Sai... domani vengono i miei, vorrei farteli conoscere, cioè... penso che il nostro piccolo incontro potrebbe essere per me un po' più piacevole se siamo insieme >> disse Lily rompendo il silenzio, non si era mai sentita tanto esposta come in quel momento, e pur non volendo aveva sentito la necessità di rimettere la barriera, di proteggersi dall'ignoto.

<< sul serio? Mi farebbe piacere conoscerli, così posso ringraziarli di persona >> Davin le sorrise, le dita di Lily in un gesto spontaneo e poco riflettuto si strinsero intorno alla mano che il moro aveva poggiato sulla sua coscia,
<< ringraziarli?? E perché?? >> arricciò il naso in un espressione confusa e tenera << Perché ti hanno portata qui di peso, perché sono dei bravi genitori >> sospirò lui, << Dav, tu mi dicesti che tuo padre è andato via quando eri molto piccolo. Che rapporto hai invece con tua madre? >> si pentii di averglielo chiesto nel preciso momento in cui finì di formulare quella domanda, << solo se ti va di parlarne >> aggiunse prima di subito, non voleva fargli pressione in alcun modo,
<< Mi ci sento tutte le settimane, lei non voleva venissi qui.
Sai, il fatto che l'abbia lasciata sola non le è andato tanto a genio >> lo sguardo del moro si incupì, perso ed indirizzato verso gli alberi che si stagliavano all'orizzonte, lontano da tutto, come se in quel modo avesse potuto sfuggire al suo passato, << avrebbe dovuto esserne felice >> sospirò Lily, non riuscendo a capire a fondo le motivazioni di quella donna,
<< Fin da quando ero un bambino mi ha sempre fatto credere fossi io l'uomo di casa, fosse compito mio badare a lei. Si è sentita abbandonata, ma io sentivo il bisogno di riprendere il controllo sulla mia vita >> continuò, cercando di far capire alla rossa qualcosa di davvero difficile da comprendere per chi non l'aveva vissuto, << Non è colpa tua se tuo padre è andato via, e questo non vuol dire che tu debba sopperire alle sue mancanze.
Davin, ognuno ha diritto a crearsi una propria vita, e le scelte sbagliate di tua madre hanno gravato su di te già abbastanza >> nel dirlo gli strinse un pò in più la mano, come a volergli dare sostegno per quella sua decisione che probabilmente gli avrebbe cambiato la vita.

<< Hey musicisti! Questa chitarra l'avete portata per lasciare che se ne stia nel suo fodero?? >> Gridò Riley dirigendosi attraverso la banchina, Lily sorrise divertita,
<< chiedilo a lui, è lui il vero chitarrista, io sono una principiante >> il biondo si piegò sulle ginocchia abbassandosi alla loro altezza, << dai venite, ci divertiamo un pò >> esclamò stringendo con entrambe le mani le spalle del moro.

🖤

Tirò su col naso e si portò una mano al sopracciglio spaccato, sanguinava ed era messo in un angolo come un topo tra i gatti.

Tyler alzò le mani al viso come per paura che potessero nuovamente colpirlo, gli uomini intorno a lui risero di quel suo gesto, come se difendersi non fosse stato umano e spontaneo.

La porta dello scantinato in cui si trovavano si aprì lentamente, e i presenti si ricomposero lasciando che Hill passasse tra loro e raggiungesse il ragazzo.

L'uomo gli schioccò sul collo uno schiaffo amichevole, poi gli sorrise,
<< Hai fatto un bel guaio >> sussurrò tranquillo, riusciva sempre ad essere calmo, in qualsiasi situazione, non lasciava mai che la rabbia prendesse il sopravvento.
<< Mi dispiace, è andato tutto a puttane >> sospirò il ragazzo con voce tremante, avrebbero potuto ammazzarlo e nessuno si sarebbe accorto di niente, nessuno avrebbe sentito le sue grida,
<< Cosa dovrei farmene delle tue scuse Tyler? >> Hill si voltò di spalle facendo per andar via e lasciando i suoi uomini a terminare il lavoro,
<< No, aspetta... posso dirti alcune cose che potrebbero aiutarti. Esce tutte le notti fuori al parcheggio per fumare, in quegli orari non c'è mai nessuno, se non qualche infermiera all'interno, perché non l'ammazzi e basta? >> sputò di botto Tyler, lui rise divertito, se avesse voluto ammazzarlo e basta lo avrebbe fatto già da tempo.
<< Conosco Davin da quando era un bambino Tyler, voglio spezzargli quelle dita d'angelo personalmente, una ad una >> gli spiegò in modo parziale, poi provò nuovamente ad andare via,
<< adesso ha un punto debole >>
L'uomo si fermò di colpo, per poi ritornare dal ragazzo, dando al biondo tutta la sua attenzione, solo qualche passo lì divideva e gli bastò uno sguardo perché ricominciasse a parlare,
<< Una ragazza >>
<< E come si chiama questa ragazza? >>
<< Lily, Lily Miller >> rispose lui velocemente.
<< Ho una nuova strada. E visto che sei stato tu a darmela sarò clemente con te Tyler >> gli diede un'altra pacca sulla spalla, poi con un gesto della mano fece segno ai suoi uomini di lasciarlo andare.

Come Note legate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora