Correva... attraverso un corridoio completamente vuoto e maledettamente lungo, non c'erano porte e non riusciva vederne la fine.
Non sapeva da quanto stesse correndo attraverso quell'andito completamente piastrellato di bianco, ma gli sembrava il tempo scorresse in un modo completamente diverso, gli sembrava andasse a rilento.Si fermò per un secondo, sentiva dentro di se lo stesso vuoto che c'era lì fuori, si sentiva come se stesse sprofondando sempre più in basso, ma nonostante i suoi sforzi nono riusciva a risalire a galla.
Si rigirò in quel vuoto diverse volte con la voglia di gridare, ma non lo fece, riprese a correre sperando di riuscire ad uscire da lì il prima possibile.
Vide una porta in lontananza ed accellerò percorrendo quella distanza con enormi falcate, ma questa si allontanava sempre di più, quasi come se retrocedesse con il suo stesso ritmo.
Si bloccò nuovamente puntando i piedi per terra, ed in quel preciso istante si ritrovò a giusto un passo da quell'ingresso, allungò la mano verso il pomello per poter finalmente varcare quella soglia, la serratura scattò prima ancora che lui riuscisse a toccarlo, allo stesso modo la porta si aprì da sola.
Davin rimase lì impalato per un'attimo, con una sensazione allo stomaco che lo angustiava e faceva sudare.
Aveva il viso completamente imperlato di sudore, cercò di asciugare la fronte gocciolante con un braccio, mentre il suo sguardo attraversava prima ancora del suo corpo quel varco, per cercare di scorgere cosa ci fosse al suo interno.Vuoto, anche lì c'era il vuoto totale, adesso non riusciva neanche più a vedere le pareti perché inghiottite dal buio.
Solo un'angolo di quella stanza era illuminato fiocamente, piccoli oggetti indefiniti rimandavano ai sui occhi uno sbrillucichio riflettendo quel poco di Luce, c'era un'altro corpo lì, un corpo gracile e sottile, stretto in sé stesso con il capo chino sulle ginocchia.
Davin ci si avvicinò cauto, con il terrore di scoprire chi fosse, aveva la pelle pallida al limite del normale, quasi traslucida.
Riuscì a mettere a fuoco ciò che ricopriva il pavimento intorno a quella figura, piccolissimi aghi su minuscole siringhe da insulina, ecco cosa rifletteva la luce, ciò che da lontano sembrava tanto bello era in realtà qualcosa di orrendo, respirava a fatica con il timore di continuare, con la tentazione di rigirarsi ed andare via, di ritornare in quel corridoio ancora una volta e restarci, rimanere nel vuoto assoluto.
Guardò ancora una volta la figura lì raggomitolata come un cane impaurito che si rannicchia in un angolo, poi sentì dei singhiozzi, la luce colpì la sua chioma rossa e Davin la riconobbe, anche se con uno sforzo tremendo.
<< Lily! >> esclamò facendo un passo verso di lei.
Non ricevendo risposta le si avvicinò con impeto, le sue cosce scoperte erano completamente sfregiate, probabilmente dagli aghi su cui era seduta, le carezzò un ginocchio e lei alzò finalmente il viso facendo intrecciare i loro occhi.
<< È colpa tua se sono ridotta così! Guardami... >> gli disse cauta scuotendo il capo, Davin le mise una mano tra i capelli,
<< Lily si sistemerà tutto, te lo prometto. Dobbiamo solo andare via di qui >> la rassicurò cercando di attirarla a se, lei si divincolò bruscamente dalla sua presa,
<< No... non puoi fare niente ormai. Tu fai marcire tutto quello che tocchi, è il momento che te ne faccia una ragione Davin >> gridò la ragazza con rabbia,
<< Lily >> sospirò nuovamente il moro tentando di fermare quelle parole che ormai lo stavano travolgendo come un cavallone per poi trascinarlo alla deriva, facendogli mancare il respiro, senza lasciargli neanche la minima possibilità di poter riprendere il controllo, mentre il freddo si impadroniva del suo corpo e del suo cuore,
<< No! Tua madre ha ragione, non uscirai mai dalla tua vita. Non puoi e ci hai trascinato dentro anche me.
E adesso tu sei ancora vivo ed io sono morta Davin,
Cazzo! Tu sei vivo ed io sono morta! >> continuò a gridare Lily,
<< No, no! Tu non sei morta! Sei qui, vicino a me! >> Disse Davin cercando di contrastare le sue parole, in un gesto automatico allungò nuovamente la mano verso di lei, ma stavolta non riuscì a toccarla,
<< Lily! Lily! >> Gridò ancora lui mentre quella figura diventava sempre più evanescente, iniziò ad allungare le mani verso questa in movimenti ormai disperati, agitandole nell'aria, nel vuoto, fin quando con una lentezza esasperante Lily non scomparve completamente.<< Davin! >>
Il moro aprì gli occhi, un incubo, aveva avuto un fottuto incubo.
<< Ti agitavi, probabilmente stavi facendo un brutto sogno >> gli disse Michaela mentre con fare disinvolto si riagganciava il reggiseno e rivestiva con la sua divisa,
Davin la guardò e si mise a sedere sul letto.
Sbirciò l'orologio ed era notte inoltrata, non le rispose,
<< Vai via?? >> le chiese con la voce ancora assonnata e i sensi di colpa che gli corrodevano la mente, superati solo dal senso di angoscia che quel sogno gli aveva lasciato.<< Si, ho già perso troppo tempo, non vorrei perdere il lavoro >> gli sorrise la ragazza, ma Davin vide nel suo sguardo qualcosa che la turbava,
<< Che hai?? >> le chiese toccandole una spalla ancora scoperta,
<< chi è Lily?? >> Davin sbuffò,
<< Perché me lo chiedi?? >>
<< Continuavi a dire il suo nome... >> gli chiarì l'infermiera.Si sentiva come inchiodato, aveva preferito omettere l'esistenza di Lily con Michaela anziché mentire sul suo conto, non voleva dire fosse sua sorella o un'amica qualsiasi, sentiva che con quella bugia l'avrebbe tradita del tutto, se quella ragazza era al corrente della sua esistenza, allora doveva sapere chi realmente lei fosse.
<< La mia ragazza... Lily è la mia ragazza >> confessò fregandosene delle conseguenze.
STAI LEGGENDO
Come Note legate
RomancePer tutti ero la stronza narcisista in cerca di attenzioni, per tutti tranne che per me stessa. Nessuno riusciva a comprendere perché buttavo all'aria le opportunità che mi si presentavano e che in tanti avrebbero voluto, potevo permettermi una buo...