-MIA-
Perfetto ora per colpa tua non sappiamo se è andato in quella casa oppure se è andato da qualche altra parte, perfetto, ovviamente è sempre e comunque colpa mia, ovvio, sbuffo per poi fare inversione per tornare in dietro, "dove stai andando MIA? Possiamo sempre controllare dalle finestre" , aumento il passo, "no grazie, ho da studiare un sacco di cose quindi ciao", sento lincazzatura di Jeson fino a qua, "ah quindi così dimostri che importa di più a me che a te di Jennifer, che bellamica che sei" , mi blocco e mi volto verso di lui, "stiamo cercando un qualcosa che hai sentito solo tu eppure anchio sono stata vicino a Nathan quindi se vuoi, investigaci da solo" , ma guarda te se dobbiamo ancora litigare dopo la discussione di prima, sono stanca e non solo fisicamente ma anche mentalmente ho bisogno di stare da sola e per un po non pensare più a niente. Jeson continua a camminare verso la casa, una parte di me vorrebbe far finta di nulla ma un'altra mi sta obbligando ad andare dovè lui. Appena Jeson arriva alla finestra lo vedo sbiancare, così con camminata veloce e silenziosa lo raggiungo, è seduto a terra in preda allo shock, cerco di guardare dentro ma vedo solo un signore di sfuggita andare verso un'altra stanza. Mi chino verso Jeson, "hey Jeson cosa c'è, cosa hai visto, io non ho visto nulla" Jeson mi guarda ancora con uno sguardo turbato e quasi spaventato, "Quel,.. Quell... Uomo... Quell'uomo", "cosa Jeson, riprenditi per piacere" , deglutisce per poi guardarmi fisso negli occhi, "quell'uomo è mio padre" , mi salta il cuore, "come è tuo padre, io mi ricordo che, bhe quel sogno", Jeson si alza appoggiandosi a me, "anch'io lo ricordavo così ma a quanto pare ha finto per dieci anni la sua morte quello stronzo" , provo a ri guardare dentro e vedo anche Nathan. Faccio finta di nulla e ci incamminiamo per tornare in dietro.
Stiamo camminando a vuoto, lo accompagnerei a casa, ma non so minimamente dove abita e poi ci sarebbe Joe e quindi meglio evitare. "Dove andiamo Jeson? Stiamo cominciando a esser troppo sott'occhio" , "andiamo a casa tua" risponde secco, perfetto ora manco chiede il permesso e fa ciò che vuole, "ti ricordo che cè anche mia mamma e dopo l'ultima volta non gli stai più così tanto a genio" , "ok, passerò per la finestra" , faccio finta di nulla solo perché so che è ancora scioccato e credo anche impaurito, sennò lo avrei già offeso.
Arrivati a casa io entro dalla porta e chiamo mia mamma per vedere se davvero c'è ma non ottengo risposta quindi dico a Jeson che può benissimo entrare da qua ma ormai aveva già saltato nella mia stanza. Arrivo in camera mia vedo Jeson che cerca qualcosa nei vari cassetti della stanza, "ehm, si può sapere cosa stai cercando?" , non alza lo sguardo nemmeno un secondo, "la collana, quella che ti ho regalato io, vedo che non la porti da giorni, anzi, sento" , "ah si, è dentro al porta gioielli sul comodino sinistro del letto" , ci va in contro e la prende in mano, "ora te la metti e la tieni al collo, ti avevo detto che bisognava te la tenessi sempre addosso, sennò così tutti possono sentirti ed è stato inutile regalartela, per quanto tu a momenti mi odia questa collana è per te e per la tua protezione se non nostra visto che nel tuo sangue circola anche il mio", "ok, è che, bho, va bene ci proverò" , viene verso di me per poi spostarsi dietro e spostarmi tutti i capelli sul lato sinistro del collo e mettermi la collana, borbotto un grazie talmente fievole che dubito lui lo abbia sentito. "Ora Jeson cosa avrai intenzione di fare?" , "non lo so, credo ne parlerò da solo con Fits di sicuro se qualcuno sa qualcosa è lui, giuro che se mi ha mentito per tutti questi anni sene pentirà e poi vedremo ancora per un po' come si comporta Nathan" , abbasso lo sguardo, "a proposito prima mentre eri ancora scombussolato guardando dentro la finestra ho visto anche Nathan, non ho voluto dirtelo subito ho preferito aspettare un'attimo prima che tu facessi scelte affrettate" , fa un sorriso nervoso, "noto che hai imparato a conoscermi, comunque continueremo a seguirlo e magari capiremo che diavolo sta succedendo, non possiamo fidarci di uno che nasconde un uomo morto da dieci anni, anche se Nathan dieci anni fa ne avrebbe avuti otto massimo nove, quindi dobbiamo in un qualche modo arrivare in cima a questa situazione"."Ciao Mia sei a casa?" , mia mamma urla dall'entrata , cazzo, "nasconditi presto vai sotto al letto, muoviti" , Jeson ride ma fa ciò che gli ho detto, "si mamma arrivo" , "ho portato la cena spero ti piaccia, di solito ci vado sempre quando finisco molto tardi o a prendermi il pranzo, sono dei burrito" , "scendo subito un'attimo" , Jeson esce da sotto il letto e va verso la finestra, "Jeson che diavolo fai, devo andare ci vediamo domani a scuola, mi sono ricordato che avevo un impegno ciao Mia", annuisco un ciao e lo vedo saltare giù. "Eccomi mamma scusa ero in bagno", mi sorride e mi chiede di preparare la tavola.
-JESON-
Esco dalla finestra buttandomi praticamente giù, spiegherò dopo a Mia dove sono, sempre se mi scriverà per chiedermelo. Arrivato nel luogo cerco con lo sguardo Catherine ma non riesco a vederla da nessuna parte. Sento come uno fischio provenire dal retro del bar, appena arrivo nel retro il suono scompare. "Sono qua l'imbecille" , mi giro di scatto e vedo Catherine, faccio qualche passo per avvicinarmi a lei, "come hai fatto a fare quel fischio mi ha letteralmento ucciso le orecchie", "ti piacerebbe saperlo" sogghigna per poi aggiungere:"ma non trovo nessun motivo valido per dirtelo, ora però arriviamo al dunque che non abbiamo tutto questo tempo" , "ok, allora dimmi, perché stai scappando da Joe, cioè so che chiunque lo farebbe visto che è Joe ma per chiedermi anche di te vuol dire che qualcosa c'è sotto, oppure sai qualcosa che non dovresti sapere" , Catherine si guarda spesso attorno ma il quel momento mi fisso negli occhi facendo alzare solo il lato destro delle labbra, tipica smorfia dalla perfettina Catherine," qualche giorno fa, c'erano Joe e i suoi due soliti amiconi del cuore, che parlavano però in disparte da tutti noi, Joe era venuto a chiamarli e senza farmi notare mi sono avvicinata quel poco per sentire, come prima parola sentii Mia e la cosa mi incuriosì così cercai di avvicinarmi ancora un po' senza farmi notare oppure sospettare troppo e non hai idea di ciò che ho sentito", "dimmelo e basta non fare così" , "se te lo dico voglio una tua promessa in cambio", incrocio le braccia facendo un piccolo sbuffo, "va bhe Catherine fa niente, non mi serve, lo scoprirò da solo, sei sempre la solita" , faccio per girarmi e Catherine mi blocca, mi giro e rimango quasi allibito dalla scena, vedo le lacrime scendere una dopo l'altra , "ti prego Jeson, non abbandonarmi ho bisogno di te, volevo solo un aiuto" , mi attira un po' verso di lei, "ti prego Jeson, odiami quanto vuoi, hai ragione ma ti prego, resta con me" , ho la bocca e il cuore bloccati non so ne che dire ne che fare, mi sento in colpa ma non pensavo di potermi sentire in colpa verso di lei, verso Catherine dai, sembra una cosa così impossibile, "io... Io, non ti odio, cioè si, ma per validi motivi ma sono comunque tuo amico, cioè più o meno, non so cosa dire, cosè successo?" , si avvicina ancora di più, "ho paura di Joe, sai benissimo cosè in grado di fare, non voglio morire ti prego, aiutami, sei lunico che può farlo, ti prego" , sbotto un va bene e di colpo Catherine mi abbraccia, "grazie Jeson davvero" , assecondo l'abbraccio , "ad una condizione Catherine, lascia stare Mia qualsiasi cosa accada e io ti aiuterò" , "va bene grazie" , mi stacco dal suo abbraccio, "ora dimmi però ,perché Joe vuole ucciderti cosa hai sentito?" , "ha fatto delle ricerche su Mia e ha scoperto perché tu sei riuscito a trasformarla, erano solo leggende che pure io avevo sentito, ma a quanto pare sono vere, come ormai avrai capito pure tu, il tuo cognome è davvero forte, la tua è una razza alfa e tu sei il primo Hunter a non esserlo", "per validi motivi" sbotto interrompendola, "si ok, ma si dice che il tuo sangue deriva dal l'unico alpha che uccideva gli alpha, il più forte che qualcuno abbia mai conosciuto, apparte la leggenda del lupo dagli occhi blu, tuo bisnonno, credo era lui il più forte, ma si dice che non è sempre e solo il cognome a farti ma anche il tuo carattere e la tua forza, ciò vuol dire che tu Jeson sei destinato a quel potere perché cè qualcosa dentro di te, la tua bontà, la tua voglia di fare sempre la cosa giusta, la tua forza di voler sempre proteggere gli altri, tutto questo ti rende adatto a questo ruolo, poi ho sentito anche che il sangue degli Hunter ti trasforma, ma solo chi è degno, in poche parole se tu non sei forte dentro non hai quella scintilla in più non diventerai mai un alpha, sopratutto con il tuo sangue, per quanto dicono che gli hunter possono trasformare chiunque e quando vogliono, ma non è vero, quello è un classico alpha tu invece, trasformi un possibile e futuro vero alpha, se tu non eri degno nascevi umano Jeson, quindi se mia non era degna, non si sarebbe mai trasformata, siete tutti e due dei potenziali alpha dagli occhi blu", mi appoggio sul muro con la spalla," quindi in poche parole Joe ha la caga che io o Mia lo distruggeremo, soprattutto assieme, essendo io riuscito a trasformare Mia lei è un possibile vero alpha, ecco perché ultimamente Joe faceva tutte quelle domande su Mia pensavo fossero solo per sapere se ci vedessimo oppure no, ma quello che non capisco è perché voglia uccidere te, cosa centri con questo", ride," cosa centra? Centra che solo io so, apparte i suoi due amichetti, e se tutto il branco venisse a saperlo, bhe, sai in quanti lo odiano, non ci metterebbero molto a mollarlo" , questa volta rido io, "sai benissimo in quanti lo temono, sapendo comè ed essendo nato in questo branco so per certo che pur di farlo contento si taglierebbero le dita" , Catherine mi guarda storto, "oh Gesù, capiscilo, prima che non c'era via di scampo era così, ora ci sei tu, tutti sappiamo che sei meglio di lui".Spero vi piaccia ❤
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The shadow of werewolf
कल्पित विज्ञानQuesta storia parla di una ragazza di nome Mia Blackman, è ammalata di cancro ai polmoni da quando ha compiuto 9 anni, da allora si gode ogni giorno come se fosse l'ultimo. Finché non comincia a peggiorare sempre di più, fino a costringere lei e sua...