Mi gira un sacco la testa e sono super nervosa, mi do fastidio da sola, la luce mi da molto fastidio anche se è sopportabile, ma i rumori, qualsiasi rumore, non riesco più a sopportarlo, è come se mi perforassero i timpani.
Jeson non si fa vedere da oggi e io ho un sacco di fame, devo andarmi a prendere da mangiare sennò sulserio vado fuori di testa. Come faccio, c’è un sacco di strada da fare a piedi, forse se corro riesco, almeno faccio qualcosa e sfogo tutto il nervoso che ho in corpo. Comincio a correre per poi rendermi conto di non riuscire nemmeno a tenere le mie gambe sotto controllo, sono molto più veloce e non sento nemmeno la fatica di una corsa normale, sento il mio corpo scaricarsi per poi in un’attimo diventare ancora più veloce. In circa mezzora di corsa sono davanti all’inizio del nostro paesino, il tempo mi sembra volato e la fatica non la sento minimamente, ma la testa mi fa malissimo, sento tutte le voci delle persone, ovunque, anche se davanti a me ora non c’è proprio nessuno, cerco di controllarlo anche se è davvero forte. Ho fame, è dall’una che non mangio, e sono le sette della sera, Jeson mi ha stufato nel fare così, oggi è il penultimo giorno che possiamo stare assieme e lui preferisce scomparire che stare con me. Che genio che è. Vado verso il primo supermercato che trovo, entro e prendo del cibo a casissimo per poi incamminarmi verso la cassa. ‘’Hey Mia, come mai da queste parti?’’, mi giro, ‘’ciao Jen, sono venuta a prendermi da mangiare’’, faccio davvero fatica a reggermi in piedi, ora non ho tempo di stare qua con lei, ‘’Mia sicura tutto bene? Sei strana, stai ciondolando e sei davvero bianca in viso, perché sei uscita tu anche se stavi male, non potevi mandare i tuoi genitori?’’, ‘’Non sono a casa con mia madre ma con Jeson e lui non torna a casa da stamattina, mi sono stufata di aspettarlo e avevo fame, ora vado via’’, mi incammino verso la cassa con Jen che mi guarda sconcertata, non so perché ho risposto così ma ora non mi interessa proprio nulla. Una volta arrivata alla cassa mi ricordo di non avere soldi dietro, ‘’Jen hai dei soldi? Puoi pagare tu io gli ho dimenticati a casa, te li porterò a scuola’’, Mi guarda ancora sconcertata, ‘’o…Ok, però appena stai meglio dobbiamo parlare, soprattutto di Jeson’’, DI JESON? Ma proprio no, ‘’ Jen non voglio parlare di quel rifiuto mi fa solo stare male, spero questi due giorni passino il prima possibile così non lo dovrò vedere mai più’’, ‘’Mia, così però mi fai paura, che cosa sta succedendo?’’, perché fa tutte queste domande, non la reggo più, mi ha proprio stufata. Sento come una scossa percorrermi il viso e una forza immensa e senza volerlo guardo Jen negli occhi e di scatto lei fa un salto indietro, CAZZO, i miei occhi, di sicuro si sono visti, era la stessa sensazione di quella volta a scuola, ‘’Jen, io posso…’’, Jen lancia i soldi al cassiere per poi correre via, questo non doveva succedere, non così. Esco più veloce che posso dal locale ma di Jen non c’è traccia. Non riesco a stare ancora molto in piedi, devo sedermi o mangiare, ma ho la nausea a mille, meglio se corro verso casa.
Mi manca poco, sono a pochi minuti dalla casa di Jeson, ma devo fermarmi, non ce la faccio più, il tempo di fermarmi che mi cade la busta della spesa dalle mani, cerco di prenderla ma vedo tutto nero, sento le gambe che non reggono più e tutti i sensi sembrano cancellarsi.
Apro gli occhi e ho un mal di testa assordante, sono seduta sul pavimento ma non riesco a muovere nulla, sono bloccata, sono in un posto buio se non con due luci sul muro molto soffuse, ‘’finalmente ti sei svegliata bella addormentata, ti avevo detto io di stare a casa e non sapendo in quale momento ti saresti svegliata ho preferito legarti’’, ‘’Jeson che diavolo sta succedendo, che fine avevi fatto’’, Jeson controlla le catene attaccate al pavimento e al muro, ‘’stanotte c’è la luna piena o te lo sei dimenticata? Credo tu te ne sia accorta da come sei collassata per terra, per fortuna ero la vicino e ti ho vista, perché non mi ascolti, ti avevo detto di stare a casa’’, continuo a tirare le catene per liberarmi ma sono davvero dure e stringono, ‘’ avevo fame, molta fame, mi hai lasciata qua da sola senza del cibo e poi la luna piena non doveva essere domani?’’, Jeson mi guarda un’attimo dubbioso, ‘’ infitti è domani, ma la luna piena mica parte dalle sette del mattino, appena va in cielo tu ti trasformerai, cioè fra dieci minuti, fino a domani mattina, quando ti sveglierai’’, ha ragione, ma non riesco nemmeno più a controbatterlo ad ogni respiro sento le costole schiacciare sui polmoni, ‘’ respira Mia, devi riuscire a calmarti sennò è solo peggio’’, ‘’ JESON STAI ZITTO, perché a te non fa niente’’, ride, ovviamente come al suo solito si diverte, ‘’sono anni che ci combatto, ho imparato a controllarlo, anche se non totalmente, vorrei ancora staccare la testa a qualcuno’’, come io ora vorrei farlo con la sua, sento il corpo bruciarmi, le ossa che mi si rompono, continuo ad urlare, un po’ aiuta ma quasi niente, ‘’ ti prego fermalo, basta’’, Jeson si avvicina e di istinto gli vado in contro e con i denti cerco di morderlo, ‘’Mia stai calma, l’’odio che hai su di me sta avendo troppo effetto su di te, controlla le tue emozioni, ricordati di me nei momenti giusti non ieri sera, sennò mi paragonerai per sempre all’odio quando ti trasformerai, vorrai solo uccidermi’’, non mi interessa gli starebbe solo che bene morire, sento il corpo cambiare forma e il sangue che pulsa il tutto, fa male , molto male, le ossa continuano a rompersi fino a prendere la forme da lupo a quattro zampe.
‘’Mia volevo fare questo prima di dirti addio, prima di dovermi dimenticare di te, perché si, è vero mi sono innamorato di te, questo forse nemmeno lo ricorderai, non so come sia successo, però eccoci qua, Jeson Hunter che quasi piange per non dire addio ad una ragazza, che nemmeno lo vuole e lo odia, fai bene a non volermi, ma io ti voglio con tutto me stesso, non hai idea di quanto debba controllarmi per non continuare quando ti tocco o per non saltarti addosso ogni volta che siamo troppo vicini, mi mancherai mia piccola Lupa, ti amo’’, devo farlo, senza alcun controllo di me stessa mi avvicino a lui fino a toccare le sue labbra con le mie, sono così calde e morbide, continuiamo a baciarci per qualche secondo mentre Jeson davanti a me tiene la mia testa tra le sue mani, poi buio totale.
Mi sveglio di scatto con il ricordo di Jeson fisso in testa, non ricordo quasi niente se non la voglia di uccidere, la voglia di correre, di spaccare tutto e la voglia che avevo di Jeson, di averlo vicino, di correre assieme a lui, semplicemente di volerlo con me. Sono nel letto di Jeson e sono le cinque del pomeriggio, essendo stata sveglia e trasformata tutta la notte ho dormito più tardi, il ricordo di Jeson è ben impresso e sono sicura sia successo dopo la trasformazione, perché ciò che è successo prima è tutto pieno di odio e rabbia, poi il buio totale se non altra rabbia e in fine il vuoto, nessun sentimento se non voler abbracciare Jeson e poi la sua voce… Quindi è così, mi ama… E se né andato perché pensa che io non provi nulla, sono stata una stupida, solamente una stupida, lui mi piace, mi piace davvero, perché l’ho sempre respinto?… Ma dopo quel bacio credo lo abbia capito pure lui… Forse solo ora penso queste cose e le ammetto, perché pure lui lo ha sempre nascosto e ora che potevamo essere un qualcosa non siamo niente, non saremo mai più un qualcosa, tutto per colpa mia, quella fottuta volta che mi hanno morsa, non sarebbe dovuto succedere nulla, ma forse così nemmeno avrei conosciuto Jeson… Almeno un lato positivo c’è, l’ho conosciuto… Forse era meglio non averlo nemmeno conosciuto, non starei male come sto ora e non sarebbe stato male nemmeno lui. Ma se era destino, sarebbe finita in un altro modo.
Mi alzo dal letto e ho male a tutto il corpo, per fortuna guarisco in fretta, trovo una chiamata persa di Gabry sul telefono, ma guarderò dopo, non ho voglia di niente ora. Sono passate varie ore e grazie alla trasformazione ora riesco a controllarmi meglio, gli artigli riesco a tirarli fuori quando voglio io, riesco a direzionare l’udito e a far cambiare il colore degli occhi quando voglio, con i denti faccio ancora un po’ di fatica ma so controllarli meglio. La rabbia se né andata facendo spazio a un vuoto enorme, però la voglia di prende a pugni qualcuno persiste in ogni secondo, se qualcuno mi rispondesse anche solo male non saprei trattenermi… Forse è questo che intendeva Jeson… Jeson…. Ho un vuoto senza di lui, ma devo farcela, l’ha fatto per me…
Sono tornata a casa mia e mamma appena mi vede entrare mi abbraccia fortissimo, ‘’Mia finalmente, la casa è vuota senza di te, il tuo amichetto dov’è? È andato a casa sua?’’, ‘’mamma non nominarlo mai più, lasciami stare, se n’è andato ed è solo un bene’’, corro nella mia camera e sbatto la porta. Non uscirò da qua fino a domani, non voglio più avere nulla a che fare con nessuno. BASTA.
‘’Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Mia, tanti auguri a te’’ apro gli occhi e c’è mia mamma assieme a Gabry che entrano nella stanza con la torta, si avvicinano e mi mettono la torta tra le mani, ‘’g…Grazie’’, Gabry si siede accanto a me e mi da un bacio sulla guancia, ‘’auguri Mia’’, ‘’Jen, Jen dov’è’’, Gabry abbassa lo sguardo, ‘’a proposito dobbiamo parlare di lei…’’
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The shadow of werewolf
Science FictionQuesta storia parla di una ragazza di nome Mia Blackman, è ammalata di cancro ai polmoni da quando ha compiuto 9 anni, da allora si gode ogni giorno come se fosse l'ultimo. Finché non comincia a peggiorare sempre di più, fino a costringere lei e sua...