13- Provo qualcosa per lei? Davvero?

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-JESON-

Non credevo fosse possibile essere così ingenui, alla fine dei conti lei non sa nulla di questo mondo, quindi credo sia anche normale fare tutte quelle domande, anche se molte sono davvero ridicole e insopportabili.

Va bhe dai, accontentiamo i suoi capricci e portiamola a casa. Appena arrivo davanti casa sua e vediamo sua mamma mi fa segno di continuare, fantastico si vergogna di me perfino con sua madre, anche se sono già stato a casa sua, chissà cosa gli gira in quella testa. Appena mi fa il segnale accelero di colpo e lei mi stringe e appoggia la sua faccia sulla mia schiena e sento un calore avvolgermi dalla testa ai piedi, come se mi avessero messo dentro a un forno. Ad un tratto sento Mia sospirare, ma lascio perdere e continuo ad andare avanti.

Giro al primo angolo che trovo e appena vedo che siamo al coperto senza nessun occhio in vista mi fermo e la faccio scendere, nel scendere mi stringe con le mani quasi in un abbraccio nel bacino e sento la forza del lupo che è in me uscire come se fosse appena spuntata la luna piena , è l prima volta che mi capita Una volta scesa stiamo in silenzio e non smetto di guardarla mentre ha lo sguardo perso nel vuoto, chissà a cosa starà pensando.. A chi starà pensando... ''Possiamo andare?'' lei come risposta borbotta un si così la faccio salire e partiamo.

Mentre fermo la moto una parte di me dice di restare con lei a casa sua, bhe perché no? Appena Mia scende scendo pure io e lei mi dice: ''ma tu non devi tornare a casa?'', per fortuna mia no, ''nha, ormai sanno come sono basta che gli avviso con un SMS'', arrossisce, chissà perché è arrossita, forse ne è più felice di quanto lei stessa creda, proviamo a stuzzicarla e vedere cosa dice, ''che c'è hai paura che il tuo ragazzo possa trovarci soli e soletti in casa tua?'', alla fine della frase mi si avvicina e poi ringhia, HA RINGHIATO A ME?, cocciuta la lupa, ora però tocca a me.

Mentre si incammina verso casa la seguo, non so cosa mi sta prendendo ultimamente ma sento di doverla proteggere, di doverle stare accanto, non credo sia perché l'ho trasformata io, era già successo in passato eppure con quella persona non volevo averci nulla a che fare, mi da fastidio questa sensazione, però non so il perché ma in fondo stare con lei non è così brutto, in fondo mi piace.

Entro in casa e Mia mi dice di aspettarla un'attimo perché deve andare in bagno, bhe ottimo almeno ora ho il tempo di girare un po per casa. Mentre lei va sul piano di mezzo tra il piano terra e il primo piano vado verso il salotto alla mia sinistra, è enorme, cè anche un divano ad angolo e un tavolo da pranzo con quattro sedie. Vado in cucina, alla destra della porta dentrata, è enorme anche questa, con una grande porta appena alla fine, fatta come una finestra, coperta da delle tende bianche; uff, qua non cè nulla di interessante, andiamo al piano di sopra, nel piano in mezzo, cè il bagno in cui è andata Mia e poi a destra dove iniziano le altre scale cè unaltra stanza con fuori un cartello, ''Mia'', credo proprio questa sia la sua stanza, apro piano per non farmi sentire e appena entro accendo la luce e vedo delle macchine strane, da ospedale, uno sembra come quello dei film che tiene visibile il battito del cuore, l'altro invece è proprio un respiratore, lo ricordo bene Il tempo di fare un altro passo che sento Mia uscire dal bagno, CAZZO...

Non faccio neanche in tempo ad uscire dalla camera che sento Mia urlare: ''Che cosa ci fai nella mia stanza?!?!? Esci subito!'', cerco di sembrare tranquillo e uscendo chiudo la porta alle mie spalle, ''Mia a cosa servono quegli apparecchi da ospedale, stai ancora male?'', Mia mi fa un passo in avanti dicendo : ''tu non avevi il diritto di entrare nella mia stanza e vedere cosa cera dentro, vattene subito dalla mia casa '', ma cos... Ok lo so ho sbagliato, ma non serve fare così. Mentre Mia corre giù dalle scale la segue e una volta vicino a lei le dico: ''Dimmi la verità, io non mene vado finché non me la dici''. Mia si blocca davanti alla porta per poi girarsi verso di me con delle lacrime che le scendevano dagli occhi, per poi andare nel salotto e una volta seduta sul divano alza lo sguardo e mi guarda.

The shadow of werewolf Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora