3- Primo giorno di scuola

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Come faccio ad avere un morso?.
Che io ricorda, alla festa nessuno mi ha toccato la spalla, a parte quando ho cercato di dividere i ragazzi e ho sentito quella fitta, ma un ragazzo non riesce a dare un morso del genere, non è umano, è diverso. Assomiglia di più a quello animale dal segno dei denti, ma la forma è normale, umana, come se un'umano avesse la dentatura da animale. No dai, non è possibile, sarà la mia solita immaginazione a farmi brutti scherzi, mi avranno colpita con qualche oggetto strano e mi è rimasto questo segno. Prendo una garzetta e con il nastro adesivo adeguato la metto sopra, così non mi sporcherà nessuna maglietta e spero non faccia infezione. Appena mi metto a letto cerco di dormire ma nulla, non trovo una posizione, mi fa troppo male la spalla.

"driiiin-driiiin"
Non possono essere già le 7:00, Dio, ho fatto la notte in bianco per colpa del dolore. Finito di lavarmi vado davanti allo specchio  per mettermi un'altra garza e vedo che il "morso" è ancora molto fresco, come se lo avessero appena fatto. Ora però devo iniziare a prepararmi , non posso arrivare tardi il primo giorno di scuola.

Arrivo a scuola e vedo Jennifer che sta parlando con un ragazzo molto carino, davanti all'entrata della scuola.
"Hey". Le dico mentre le appoggio una mano sulla spalla. Jennifer si gira e mi sorride subito. "Hey Mia, sei molto più bella senza maschera", "Anche tu sei molto più bella",dico arrossendo. Solo ora che è senza maschera vedo quanto sono scuri e grandi i suoi occhi. "Lui è Gabriel, il mio migliore amico, sarà in classe con noi, prevedo un anno davvero  molto divertente, non credi?!",esclama Jennifer ridendo e indicando Gabriel con la mano. "Bene bene, sono felice, almeno non mi troverò da sola in classe hahahaha". "Ora andiamo sennò facciamo tardi alla lezione"  borbotta Gabriel molto seriamente.

Entriamo in classe e ci sono solo altre due persone sedute  nei primi banchi. Jen mi prende il braccio e mi trascina con lei negli ultimi tre posti in fondo alla stanza a sinistra. Lei si siede in mezzo tra me e Gabriel e io nel banco che punta verso il centro della classe. Dopo qualche minuto la classe comincia a riempirsi, ho tantissima ansia. La classe è divisa in vari gruppi, come qualsiasi altra classe, ma c'è un gruppo molto grande di soli ragazzi, saranno in cinque o sei, sembrano i tipici ragazzi so tutto io, sono io il più forte, e cose del genere. BHA.

Arriva l'intervallo e usciamo dalla classe per andare  nella saletta principale della scuola, Jen mi chiede se oggi sono libera per uscire con lei e Gabriel ma gli ho risposto che  proprio non posso devo andare a prendere degli esami davvero importanti, fatti la scorsa settimana. "Quali esami deve andare a prendere Mia?, qualcosa di grave?"... Odio quando mi fanno queste domande. Io ormai so quello che ho e so che non arriverò mai ai 20 anni, è brutto da dire ma è la verità e ogni volta odio vedere il loro sguardo di "pena" , ma alla fine è una parte di me. "Bhe, che non sia grave non posso dirlo, ma... ho un tumore.. ai polmoni.. da quando ho nove anni, ed è peggiorato in questo periodo...", Jen mi interrompe, "È per questo che sei venuta qua, perché abbiamo l'ospedale che è specializzato in questi settore. Davvero Mia, mi dispiace tanto, ma ora abbiamo un motivo in più per divertirci ogni giorno al massimo, giusto? ". È la prima volta che qualcuno mi risponde così, senza sentirsi in colpa per la domanda, o senza che io gli faccia tristezza." Giustissimo! " le rispondo sorridendo.

Finita la scuola vado a casa a piedi in sieme a Jen e Gabriel, ho scoperto che Gabriel abita vicino a me e Jen un po' dopo. Ci siamo anche scambiati i numeri così alla mattina ci mettiamo d'accordo a quale ora trovarci, ovviamente davanti casa mia perché è l'unico posto che conosco dopo la scuola.
Ci salutiamo abbracciandoci, mi mancava un'abbraccio amico, come quelli di Savannha che oltre ai messaggi non sento mai, siamo sempre molto impegnate, ma troveremo un giorno in cui trovarci.

Sono le 17:00 e io e mia madre siamo qua da  quasi venti minuti, stiamo aspettando  il  turno  per andare a prendere gli esami. "Mia Blackman". Oh, finalmente mi hanno chiamata. Entro nella stanza e il dottore ci fa accomodare, sembra davvero bravo e autoritario, molto più serio di quello che avevo prima nella mia città.
"Buonasera, io sono il dottor Fits Emmerson, sarò il dottore che seguirà Mia in questo percorso.". Fa una piccola pausa per poi aprire una busta che era al lato della scrivania. "Allora, questi dovrebbero essere gli esami fatti una settimana fa giusto?", prima che io possa rispondere mia mamma lo ha già fatto. "okay. Come già sapete, le cose non stanno andando molto bene e questi esami ne sono la conferma.". Appena lo dice mette via il foglio e lo da a mia mamma,per poi continuare a parlare. "Ecco, questo può tenerlo lei. Ora vi faccio una ricetta per procurarvi una pastiglia da sostituire a quella che già prendeva Mia ogni mattina, se questa non farà vedere dei miglioramenti  dovremmo cominciare con le chemio". Mia mamma guarda il dottore spaventata e comincia a piangere per poi uscire dalla stanza.

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